Negli ultimi mesi i prezzi di quasi tutti i concimi di largo consumo (e non solo) sono aumentati con percentuali a due cifre. In altri articoli della rubrica, abbiamo segnalato anche le similitudini con altri comparti (energia, trasporti, metalli, ecc.) ma il settore concimi ha alcune caratteristiche particolari che sono sempre utili da segnalare.

Senza entrare in dettagli microeconomici, è interessante ricordare che domanda ed offerta nel settore concimi sono poco elastiche, quasi rigide. In pratica, a fronte di variazioni prezzo anche consistenti, ci sono variazioni molto piccole delle quantità offerte e/o richieste. Riferendoci all'Italia, ad esempio, la domanda annua di concimi si è stabilizzata a poco meno di tre milioni di tonnellate ed è molto difficile ipotizzare che, a fronte di un aumento dei prezzi dei concimi del 50%, ci sia un crollo della richiesta. La progressiva riduzione dei consumi (ad inizio secolo eravamo a cinque milioni di tonnellate) è avvenuta per motivi totalmente indipendenti dal prezzo.
Lo stesso dicasi per l'offerta, a livello mondiale si producono, ad esempio, circa 190 milioni di tonnellate d'urea ed è molto difficile che, pur a fronte di una sensibile crescita del prezzo di vendita, i produttori riescano ad aumentare le rese dei loro impianti per poter vendere più merce e, quindi, incrementare i loro guadagni.
 
Domanda e offerta

Nel classico grafico prezzo/quantità con cui si spiegano le relazioni tra domanda ed offerta, la rigidità si evidenzia anche visivamente grazie a curve pressoché dritte e poco inclinate rispetto agli assi. Nel grafico qui illustrato, la rigidità della curva della domanda (in viola) mostra, appunto, che la quantità (Q) richiesta varia di poco rispetto alle variazioni del prezzo (P). Spieghiamo quello che sta accadendo in queste ultime settimane dal punto di vista dell'offerta ma, in considerazione del fatto che entrambe le curve sono poco elastiche, quanto andremo ad illustrare si può applicare anche quando a variare è solo la domanda, così come quando cambiano contemporaneamente offerta e richiesta.
Ipotizziamo che a gennaio 2021, con domanda stabile, l'offerta la rappresentiamo con la linea azzurra (Offerta 1), il punto di equilibrio stabilisce che al prezzo P1 corrisponde la quantità Q1. Iniziano le manutenzioni di vari impianti, aumentano i consumi di concimi usati in settori diversi da quello agricolo (industria della colla, dell'elettrolisi, produzione estintori, ecc.), si riduce la disponibilità di merce da esportare per l'aumento dei costi di trasporto e per politiche locali volte a proteggere i consumi interni, ecc. In sostanza, si assiste ad una diminuzione dell'offerta per il settore concimi che, graficamente, si traduce con la nuova linea dell'offerta (2 rossa).Prima che anche la domanda reagisca alla situazione, il nuovo equilibrio (siamo ormai a giugno 2021) fa ridurre di poco la quantità (logica conseguenza di linee poco elastiche) fino a Q2 mentre fa aumentare di molto il prezzo che raggiunge il livello P2.

I limiti di tale sintetica descrizione sono tanti perché tante (troppe) sono le variabili, così come è la stessa generalizzazione che non può essere applicata al singolo concime. Tuttavia l'esempio sopra descritto spiega semplicemente perché le variazioni dei prezzi dei concimi (in alcuni tipi più che in altri) sono spesso ampie e difficili da prevedere.

 
Con cadenza quindicinale, AgroNotizie ospita un commento sul mercato dei concimi di largo consumo in collaborazione con SILC Fertilizzanti di Ravenna e, in particolare, con "SILC Informa".
Leggi tutti gli articoli nella rubrica "Concimi: informazioni e opportunità".
Chi fosse interessato ad approfondire i temi legati al mercato delle commodity per la nutrizione delle piante, può visitare SILC Informa.

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