Coltivazione delle foraggere in Italia. Cosa dicono i numeri?

Basandoci sui dati Istat, la superficie in produzione a foraggere nel 2020 è stata di 5.929.421 ettari rispetto ai 6.130.894 rilevati nel 2019 con una riduzione del 3,4% (201.473 ettari in meno).
La produzione totale, invece, censita nel 2020 è stata di 805.207 quintali rispetto ai 773.075 quintali rilevati nel 2019 con un balzo in positivo del 4,16% (32.132 quintali in più).

Lo stesso risultato positivo è stato ottenuto anche per l'unità foraggere che nel 2020 si è consolidata in 13.393.759 di unità rispetto ai 12.717.932 dell'anno precedente con un incremento del 5,31% (675.827 unità in più).
Al calo delle superfici coltivate a piante foraggere, in tutto il territorio nazionale, è corrisposto un incremento sia delle produzioni totali che delle unità foraggere. Questi risultati potrebbero essere frutto delle tecniche agricole impiegate che hanno favorito, durante il ciclo colturale, un aumento della produzione finale.

La foraggicoltura italiana negli ultimi anni ha avuto una grande trasformazione, derivata da mutamenti nel settore zootecnico a diversi livelli, tecnici, economici e sociali, per cui si sono registrati:
  • un aumento del consumo di alimenti concentrati;
  • un'espansione degli erbai annuali;
  • una riduzione del consumo di fieno;
  • una riduzione delle superfici a prati avvicendati.
 

Quali sono le principali limitazioni alla produzione dei foraggi?

Le principali cause che limitano la crescita e la produzione dei foraggi sono:
  • fattori pedoclimatici: siccità, temperature elevate, alte traspirazioni, salinità, disponibilità degli elementi nutritivi, contenuto in sostanza organica nel suolo, ecc;
  • gestione agronomica: concimazioni, controllo delle malerbe, composizione botanica, ecc;
  • trattamenti chimici: per esempio l'impiego dell'erbicida, per quanto sia selettivo nei confronti delle malerbe, ha comunque un effetto negativo sulle piante da foraggio, perché il principio attivo di sintesi presente nell'erbicida crea una situazione di stress ed una riduzione del processo fotosintetico con conseguente comparsa di ingiallimenti fogliari e riduzione della crescita vegetativa.
 

Come stimolare la crescita vegetativa delle piante soggette a stress chimico?

Per migliorare l'efficacia dei trattamenti fitosanitari e per favorire allo stesso tempo una rapida ripresa delle piante dallo stress chimico, Ilsa consiglia Ilsamin N90 oppure Splinter New; due prodotti a base di amminoacidi liberi, con azione stimolante sul metabolismo vegetale, entrambi ammessi in agricoltura biologica.

Logo agricoltura

Ilsamin N90 è un biostimolante liquido ideale per le piante soggette a stress chimico e/o ambientale, ottenuto da un processo ecosostenibile e a basso impatto ambientale di idrolisi enzimatica. Tale processo garantisce l'ottenimento di un'elevata percentuale di amminoacidi liberi quali glicina, prolina, idrossiprolina, acido glutammico, acido aspartico, ecc.). Questi ultimi sono in grado di attivare i meccanismi endogeni di risposta delle piante stimolando la fotosintesi clorofilliana, la crescita vegetativa, e accelerando il recupero della pianta in seguito a stress causati da trattamenti chimici e/o da avversità ambientali. Ilsamin N90, utilizzato a bassi dosaggi (1.5-2 kg/ha) e in associazione a un fertilizzante o a un prodotto fitosanitario, svolge un'azione sinergizzante promuovendo l'assorbimento e la veicolazione degli elementi nutritivi o del principio attivo nella pianta.

Splinter New è un coformulante liquido, anch'esso ottenuto da un processo ecosostenibile e a basso impatto ambientale di idrolisi enzimatica. L'utilizzo del prodotto è indicato in abbinamento ai trattamenti da diserbo per favorire la ripresa vegetativa delle piante soggette a stress chimico. Splinter New è ricco sia di azoto organico altamente assimilabile, in grado così di migliorare i processi produttivi delle piante, che di specifici amminoacidi (idrossiprolina, prolina, glicina, ecc.) che agiscono positivamente sulla sintesi proteica, sulla moltiplicazione cellulare e sul processo di fotosintesi clorofilliana, favorendo la ripresa delle normali funzioni metaboliche delle piante. Splinter New è compatibile con tutti i prodotti fitosanitari presenti in commercio e utilizzabile in associazione ai trattamenti di post-emergenza alla dose di 1.5-2.5 (Kg/ha).


L'esperienza su favino e pisello

Prove agronomiche eseguite nel 2020 a Oristano (Sardegna) hanno riconfermato l'efficienza di Ilsamin N90 e Splinter New, a base di amminoacidi liberi, nel favorire la ripresa vegetativa di piante soggette a stress da trattamenti chimici.
Durante il ciclo colturale sono stati eseguiti trattamenti fogliari adottando il seguente protocollo.
 
Applicazioni fogliari
I trattamenti di concimazione di fondo e di difesa fitosanitaria sono stati analoghi per tutte le tesi, come da prassi aziendale


I risultati

In seguito ai trattamenti effettuati con l'erbicida sono stati eseguiti in campo rilievi visivi e biometrici per verificare lo stato vegetativo delle piante (copertura vegetativa, sviluppo apicale delle piante e vigoria vegetativa).
Dai rilievi visivi e biometrici emerge che i trattamenti fogliari eseguiti con Ilsamin N90 e Splinter New (a bassi dosaggi), rispetto al testimone hanno favorito:
  • una rapida ripresa vegetativa delle piante;
  • un maggior contenuto di clorofilla nelle piante (tesi Ilsa 1 del 16.8% e tesi Ilsa 2 del 37% rispetto al testimone);
  • un maggiore accrescimento in termini di sviluppo apicale e biomassa vegetale (tesi Ilsa 1 del 15.4% e tesi Ilsa 2 del 30.5% rispetto al testimone).

L'impiego dei due prodotti ha evitato l'utilizzo di prodotti minerali, con il conseguente risparmio sui costi d'intervento e sulla riduzione dell'inquinamento ambientale (emissione di CO2 nell'atmosfera, inquinamento della falda acquifera, ecc.).
In conclusione; due prodotti Ilsa di altissima qualità che, impiegati in abbinamento ai trattamenti erbicidi, garantiscono un aumento delle produzioni agricole e al contempo la salvaguardia dell'ecosistema.
 
Rilievi

Rilievi biometrici
 

Figura 1: stato vegetativo di piante di favino in post-emergenza (pre-trattamento con il diserbante)
Figura 2: tesi Ilsa 1, post-trattamento con Splinter New in associazione al diserbante


Figura 3: tesi Ilsa 2, post-trattamento con Ilsamin N90 in associazione al diserbante
Figura 4: tesi controllo, in seguito al trattamento con il diserbante

Per vedere e scaricare tutti i dettagli relativi alla prova dimostrativa svolta dal servizio agronomico di Ilsa, registrati sul sito www.ilsagroup.com e accedi alla sezione coltura “foraggere”.