Il fronte dei biostimolanti continua a espandersi e ad attirare interesse da parte di tutto il settore agricolo. Grena, nella propria veste di fornitrice di soluzioni per la nutrizione vegetale, ha quindi investito in questa branca del sapere e ha deciso di ampliare la conoscenza su tali prodotti organizzando un convegno dal titolo "Biostimolanti: innovazione nella concimazione", tenutosi in occasione della recente edizione di Fieragricola e moderato da Riccardo Calzavara, di Arvan, il quale ha introdotto anche il tema dal punto di vista normativo.

Tali strumenti necessitano infatti di una specifica normativa, viste le loro molteplici peculiarità. In tal senso, il regolamento Ue 2019/1009 entrerà in vigore a pieno regime dal 2022. I biostimolanti, microbici e non, sono infatti considerati dalla Ue come prodotti fertilizzanti aventi funzione di stimolo su alcuni processi nutrizionali delle piante, il tutto indipendentemente dal contenuto di nutrienti del prodotto.

Il loro obiettivo è infatti quello di migliorare alcune specifiche caratteristiche delle piante o della rizosfera migliorando l'efficienza d'uso dei nutrienti, elevando la tolleranza agli stress abiotici e migliorando le caratteristiche qualitative dei raccolti anche grazie alla maggiore disponibilità di nutrienti contenuti nel suolo o nella rizosfera. Tutti effetti che devono potersi misurare in campo quando dichiarati in etichetta.

Molti i temi messi in seguito sul tavolo, con il primo intervento di Simone Pelissetti di Uptofarm, il quale ha codiviso le più recenti informazioni sui biostimolanti quali strumenti innovativi per affrontare le sfide dell'agricoltura moderna, soprattutto in considerazione del forte aumento previsto della popolazione mondiale fornendo parimenti un reddito adeguato ai produttori. Le responsabilità sono tante, visto che l'agricoltura emette circa un quarto dei gas serra e deve quindi riuscire a produrre sempre di più con sempre di meno in termini di pressioni sull'ambiente.

A seguire, Silvio Fritegotto, consulente in fertirrigazione, il quale ha approfondito il tema dell'uso corretto dei biostimolanti in fertirrigazione. Tale pratica, in special modo la microirrigazione, è infatti possibile anche utilizzando biostimolanti, seguendo ovviamente le buone norme che abbracciano l'utilizzo di impianti idonei, implicando un corretto uso della risorsa idrica, da valutarsi sotto la luce dei parametri che la caratterizzano, come salinità e pH.

Un'acqua inidonea alla fertirrigazione può essere infatti causa di insuccessi. Anche le portate e la tipologia di impianto vanno selezionate accuratamente in funzione per esempio del tipo di terreno, sabbioso o argilloso.