In sette minuti non si può cucinare un piatto di pasta da zero ma si può approfondire il tema dell'utilizzo dei biostimolanti su diverse colture.

"Sette minuti" è infatti il format che Image Line proporrà durante il suo convegno "Focus Biostimolanti2", in programma a Fieragricola 2020 il 31 gennaio.

Durante questa "sfida" quattro colture, raccontate da ricercatori e tecnici di realtà agricole, si alterneranno rapidamente sul palco.
 

Perché i biostimolanti sono così importanti

Pomodoro da mensa
"Nel pomodoro da mensa in serra - ha preannunciato Youssef Rouphael, ricercatore dell'Università degli studi di Napoli Federico II - l'uso dei biostimolanti a base di idrolizzati proteici ed estratti di alghe e di piante risulta particolarmente vantaggioso, soprattutto nei cicli in contro stagione (autunno-inverno) per aumentare la tolleranza della coltura agli stress ambientali (bassa radiazione e temperature) con conseguente maggior allegagione e accrescimento dei frutti".

Questi benefici si riscontrano anche quando i biostimolanti sono applicati ripetutamente in colture sottoposte a stress edafici, come ad esempio la salinità.

Zucchino
Il contributo di Luigi Pennuzzi, dell'omonimo studio agronomico, sarà sullo zucchino.
"I biostimolanti possono essere un valido aiuto nei momenti in cui la pianta riduce il proprio metabolismo a seguito di stress abiotici come ad esempio: alte o basse temperature, scarsità di luce, salinità ecc. In queste situazioni l'apporto del biostimolante rappresenta una possibile strategia agronomica che permette di superare o attenuare l'effetto negativo dello stress sulla pianta. Ulteriori benefici si hanno nel migliorare l'efficienza d'uso dei nutrienti e della qualità del prodotto in abbinamento ai diversi fattori della produzione".

Riso
Per il riso interverrà invece Giorgio Mazzoni del Consorzio agrario Terrepadane, che ha anticipato: "I biostimolanti vengono utilizzati perché si ottengono dei risultati sulla pianta, che è così in grado di dare delle risposte visive. La pianta si equilibra in un modo più corretto dal punto di vista fisionutrizionale: assorbe meglio gli elementi nutritivi e migliora anche il proprio ciclo fisiologico".

Si vede quindi esteticamente che la pianta è più bella, più verde e più lussureggiante e questo si traduce poi in una risposta produttiva, sia dal punto di vista quantitativo ma soprattutto dal punto di vista qualitativo.

"I biostimolanti vanno quindi ad agire sul miglioramento della qualità del prodotto; nel caso del riso, va ad agire sul chicco e quindi sulla resa in produzione poi in riseria. Infatti il riso viene pagato anche in base alla resa che si ottiene, un chicco più bello e più intatto verrà pagato di più" ha sottolineato Mazzoni.

Per la vite per uva da vino, invece, approfondisci l'argomento in fiera.

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