L'aumento delle caratteristiche qualitative dei frutti oggi, più che mai, riguarda la durata in post-raccolta, la cosiddetta "shelf-life".
Con la frutta sempre più destinata a mercati lontani e che deve essere buona e fresca più a lungo sui banchi di vendita, limitare i fenomeni di marcescenza e ossidazione è l'obiettivo primario, dal quale non si può prescindere, prima di qualsiasi altro aspetto qualitativo.

Ottenere alla raccolta un'alta resa, un calibro soddisfacente e buone caratteristiche qualitative (grado zuccherino, contenuto in acidi organici, ecc…) è infatti importante ma non più sufficiente se i frutti perdono presto la loro consistenza e freschezza. Ancora di più se parliamo di frutti frigo-conservati, per i quali vanno aggiunti anche i costi per la refrigerazione a temperature controllate.

Negli ultimi anni, Ilsa è riuscita ad individuare gli strumenti che, applicati in campo e, quindi, integrati ai normali interventi nutrizionali e di difesa fitosanitaria, permettono di ottenere vantaggi prolungati nel tempo.

L'Idrolizzato enzimatico di Fabaceae è un biostimolante completamente di origine vegetale che consente di aumentare la shelf-life dei frutti, grazie alla presenza di triacontanolo naturale, di vitamine (in particolare la B6) e di composti polifenolici ad azione antiossidante, come gli acidi gallico, clorogenico e caffeico, i flavonoidi e i tannini. Inoltre, questo biostimolante naturale agisce a livello fisiologico sulla pianta, stimolando il metabolismo azotato e l'attività enzimatica e consentendo di ridurre l'accumulo di azoto in forma ammoniacale (che si sostituisce al calcio nella struttura della pectina e causa la perdita di consistenza) e favorendo l'attività degli enzimi di difesa dallo stress ossidativo.

Applicato a basse dosi (2 kg/ha), ogni 15 giorni durante lo sviluppo dei frutti, riduce la perdita di consistenza, di umidità e mantiene valori ottimali di sostanza secca per un tempo molto maggiore, rispetto alle piante non trattate.

Valido alleato dell'idrolizzato enzimatico di Fabaceae è l'acido ortosilicico che, applicato a dosaggi ancora minori (300 cc/ha), consente l'ulteriore ispessimento dei tessuti e garantisce una shelf-life ancora più lunga.


La prova

I due formulati biostimolanti a base di idrolizzato enzimatico di Fabaceae e di acido ortosilicico sono stati applicati in una prova effettuata in tre aziende della provincia di Modena per valutarne l'efficacia sull'aumento della shelf-life e il miglioramento della frigo-conservazione dei frutti di pero, in due annate consecutive, 2016 e 2017. Applicati per tre volte su varietà Abate Fetel, a partire da un mese circa prima della raccolta, le valutazioni sono state effettuate nel febbraio successivo di ciascuna annata (dopo la frigo-conservazione in atmosfera controllata).

I risultati hanno indicato in maniera univoca la buona efficacia dei biostimolanti Ilsa, sia nel mantenere una maggiore durezza della polpa del frutto (consistenza al penetrometro, espressa in kg/cm2), sia nel diminuire la percentuale di riscaldo (principale problematica delle pere in frigo-conservazione), particolarmente importante dopo l'abolizione dei trattamenti con etossichina.

All'apertura delle celle sono stati effettuati i rilievi della durezza su 20 frutti per tesi ed è stata valutata la percentuale di riscaldo su un campione di 50 frutti per tesi.
 

Tab. 1: valutazioni effettuate a febbraio 2017
 
Pere, prove Ilsa
Foto 1: dettaglio dei frutti a febbraio 2017, con la tesi Ilsa a sinistra e il testimone a destra

Tabella 2018
Tab. 2: valutazioni effettuate a febbraio 2018
 
Prove Ilsa 2018
Foto 2: dettaglio dei frutti a febbraio 2018, con la tesi Ilsa a destra e il testimone a sinistra

Nella prova, i due biostimolanti sono stati applicati in miscela ma separatamente da altri trattamenti. La natura dei due biostimolanti, però, consente sia l'applicazione in agricoltura biologica, sia la miscibilità con altri concimi (ad esempio a base di calcio) o fitofarmaci nel caso di agricoltura convenzionale.

Questo rappresenta un ulteriore vantaggio, legato all'altissima efficienza di utilizzo di questi biostimolanti naturali che, oltre a dare ottimi risultati (importanti soprattutto in agricoltura biologica, dove gli strumenti a disposizione sono più limitati), non incidono ulteriormente sui costi di applicazione.