Lo scorso 27 marzo il Parlamento Ue in plenaria ha votato e approvato il nuovo regolamento Ue sui fertilizzanti che nel giro di tre anni manderà in pensione il Reg. Ce 2003/03.
Nel frattempo, però, saranno normate tutte le categorie di fertilizzanti finora non contemplate a livello comunitario: concimi organici ed organo-minerali, ammendanti e correttivi, substrati di coltivazione e biostimolanti. Non appena saranno pronte le indicazioni tecniche di supporto (confidiamo entro la fine dell'anno), si potranno iniziare ad etichettare e commercializzare i "nuovi fertilizzanti Ue" che avranno il loro marchio Ce e saranno corredati da dichiarazioni Ue di conformità.

Per la prima volta la norma sui fertilizzanti ha introdotto limiti per molti contaminanti (organici ed inorganici) anche se la querelle sul cadmio ha distratto oltre ogni logica la maggior parte degli addetti ai lavori (e non solo).

Ricordiamo che la decisione di aumentare le famiglie di fertilizzanti normate a livello Ue era maturata circa 7 anni fa e che il cambio di legislatura (2014) frenò il processo. Grazie al pacchetto sull'economia circolare si riuscì a rimettere in pista il nuovo regolamento che però perse alcune delle premesse su cui si era iniziato a lavorare nel 2012. Sul filo di lana della fine di questa legislatura si è riusciti nell'intento e il lavoro dei triloghi di fine 2018 (si veda il messaggio dell'On. Elisabetta Gardini) ha consentito di trovare un equo compromesso tra Commissione, Consiglio e Parlamento

Attendiamo, adesso, la pubblicazione del testo in Gazzetta Ue prima di entrare in dettaglio sulle vere innovazioni introdotte dal regolamento. È forse ancora presto per cantare vittoria e per parlare di svolta epocale, si dovrà verificare all'atto pratico quali e quanti fabbricanti italiani di fertilizzanti saranno davvero interessati a fregiarsi del marchio Ce.

Da un lato sono indubbi i vantaggi legati all'eliminazione delle barriere commerciali che oggi non consentono a tutti i fertilizzanti di circolare liberamente nella Ue. Allo stesso tempo solo in futuro si potrà valutare se ci saranno altre barriere (economiche, di salvaguardia, commerciali, ecc.) a limitare l'accesso al mercato alle piccole e medie imprese. Né possiamo sottovalutare i timori di chi, leggendo tra le righe della norma, vede nuovi sbocchi di mercato per i grandi operatori europei dei sottoprodotti.

La strada è comunque segnata e la nuova fertilizzazione ricorrerà sempre meno alla chimica per favorire circoli apparentemente virtuosi: tra dieci anni capiremo se la scelta è stata corretta.