La prassi della concimazione fogliare è ormai consolidata da molti anni, dopo un periodo di scetticismo iniziale. Già alcune pratiche antiche, oggi sopravvissute solo in qualche azienda di nicchia un po' fantasiosa, prevedevano la macerazione in acqua di ortica e altre erbe spontanee, utilizzando poi la poltiglia ottenuta per irrorare le piante. In tal modo venivano trasferite alle colture diverse sostanze utili al loro sviluppo, come pure venivano apportati elementi repellenti per gli insetti o, ancora, microrganismi antagonisti dei funghi patogeni. Ovviamente, in un'agricoltura moderna fa sorridere l'idea di un agricoltore che segua oggi tali pratiche, anche perché per un'azienda di qualche ettaro servirebbero dei vasconi di fermentazione grandi come piscine olimpiche.

Molto più pratico appare invece rivolgersi a un rivenditore di mezzi tecnici e acquistare prodotti opportunamente realizzati partendo, appunto, da materiali organici, meglio se vegetali, controllati, purificati e bilanciati.

Grazie a tali prodotti si apportano aminoacidi, peptidi, vitamine, microelementi e altre sostanze preziose allo sviluppo delle colture.

La fertilizzazione fogliare equivale per esempio a una "flebo in vena" quando la coltura sia in stress o in difficoltà, perché mette a disposizione un extra di nutrimenti proprio quando serve e dove più serve.
Ciò non significa però che tale pratica debba essere considerata solo in caso di emergenza. Anzi. Adottandola abitualmente di emergenze c'è anche il caso di non vederne proprio più.

Gli elementi nutritivi penetrano infatti agevolmente attraverso tutte le parti verdi delle piante, compresi piccioli e ramoscelli non ancora lignificati. Passano anche da stomi e lenticelle, riversandosi in fretta nel flusso linfatico della pianta. Ciò comporta in tempi brevi un aumento delle riserve nutritive a disposizione della coltura, come pure aumenta i processi fotosintetici e di sviluppo di nuovi tessuti, frutti compresi. Inoltre, una pianta debitamente fertilizzata per via fogliare è da subito capace di sfruttare al meglio anche la risorsa idrica.
Grazie a ciò, si possono apprezzare significativi aumenti di vigore vegetativo, ma anche un maggior numero di frutti allegati e poi portati a maturazione. Il tutto, anche con valori organolettici e colorimetrici superiori.

Infine, non va dimenticato che le sostanze prodotte nell'anno in corso servono poi alle colture arboree per meglio riprendere la stagione successiva, grazie all'accumulo maggiore di riserve e a una migliore radicazione e lignificazione.