Spesso quando si parla di fertilizzazione si è portati a fare riferimento ai tre macroelementi della fertilità, come Azoto, Fosforo e Potassio, trascurando i meso e soprattutto i microelementi.
Questi ultimi, a differenza dei primi due non rientrando nella formazione diretta dei tessuti vegetali vengono assorbiti in quantità molto limitata, ma non per questo bisogna pensare che siano meno importanti.
 
Ai microelementi sono infatti assegnati importantissimi ruoli fisiologici senza i quali verrebbe compromessa la vita stessa delle piante. Essi rientrano nella costituzione di enzimi, coenzimi e soprattutto degli ormoni e se non adeguatamente presenti possono determinare grosse deficienze qualitative delle produzioni.
 
Helios ormai da diversi anni investe importanti risorse umane ed economiche nello studio delle problematiche legate ai microelementi. Detto lavoro ha portato alla costituzione e alla commercializzazione di una linea di formulati all’avanguardia e in costante evoluzione, denominata “Nutri”. Questa linea comprende 12 formulati a base di micro e meso elementi in grado di soddisfare tutte quelle esigenze che possono essere riscontrate nel corso dei cicli delle varie colture agrarie e ornamentali. Un regolare utilizzo dei prodotti della linea Nutri, permette di scongiurare eventuali squilibri nutritivi dovuti ai microelementi e/o a ripristinarne la dotazione ottimale dei suoli. Tutti i formulati possono essere utilizzati tanto per via fogliare quanto per via radicale.
 
Da diversi studi è emerso che spesso pur essendo presenti nel suolo i microelementi non risultano disponibili per essere assorbiti dalle colture. A influenzare la loro disponibilità intervengono diversi parametri, primo fra tutti il pH della soluzione  circolante che in alcuni casi può determinarne la precipitazione e quindi l’immobilizzazione. Altri fattori da tenere in considerazione sono poi le eventuali sinergie e gli eventuali antagonismi tra gli elementi nutritivi stessi. La mobilità di questi elementi è inoltre influenzata da tessitura, umidità, temperatura, microrganismi e presenza di composti organici con i quali possono formare composti di chelazione.
 
Di seguito, si riassumono le condizioni ambientali e del suolo in cui è possibile si sviluppino eventuali carenze di microelementi:
  • Ferro: pH < 5; pH > 6, elevata dotazione di carbonati, scarsa dotazione di sostanza organica, elevate disponibilità di fosforo e/o azoto in forma nitrica, eccesso di zinco, rame, manganese, ristagni idrici.
  • Zinco: pH < 5; pH > 7, elevata dotazione di carbonati, scarsa dotazione di sostanza organica, elevate disponibilità di calcio, magnesio e fosforo, scarsa disponibilità di azoto, suoli asciutti.
  • Manganese: suoli calcarei e/o con pH superiore a 6,5; elevate disponibilità di ferro, bassa concentrazione di azoto, ristagni idrici, elevate dotazioni di sostanza organica.
  • Boro:   pH < 5;  pH  > 7, suoli sabbiosi, asciutti, con ridotto contenuto di sostanza organica e scarsa disponibilità di azoto, elevata dotazione di carbonati.
  • Rame: pH del suolo elevato, carenza di azoto, suoli compatti, eccessiva dotazione di sostanza organica.
  • Molibdeno: pH < 7, suoli eccessivamente drenati
 Uno dei comuni denominatori di tutti i microelementi è la capacità di provocare fisiopatie tanto da carenza quanto da eccesso con un ridottissimo scarto tra le due soglie critiche.
Ogni microelemento presenta una dose minima al di sotto della quale si possono manifestare sintomi di carenza, un optimum che garantisce alla coltura di crescere e fruttificare in modo equilibrato e una dose massima oltre la quale risulta essere tossico.
 
Da quanto detto, appare chiaro quanto sia importante e nello stesso tempo delicato parlare di concimazione a base di microelementi, soprattutto in un momento storico in cui la concorrenza e gli elevati standard quanti – qualitativi richiesti dal mercato impongono a tutti gli operatori del settore agricolo la massima ottimizzazione dei fattori della produzione, primo su tutti la pratica della fertilizzazione.
 
Dopo una serie di osservazioni in campo e diverse sperimentazioni in laboratorio, lo staff tecnico di Helios ha brevettato e commercializzato Nutri Mix EDTA P un formulato costituito da un mix di microelementi chelati sapientemente miscelati, in grado di fornire alle colture il giusto apporto degli elementi in questione.
 
Tutti i microelementi presenti sono stati soggetti al processo di chelazione. La chelazione è un processo di combinazione tra uno ione metallico, ovvero il microelemento, e un composto organico, nel nostro caso EDTA, il quale ha la funzione di evitare eventuali interazioni negative tra gli elementi nutritivi e l’ambiente circostante. In questo modo i microelementi presenti risultano essere prontamente disponibili per le colture, scongiurando eventuali fisiopatie dettate da una loro carenza o da una loro insolubilizzazione da parte del substrato
 
Nutri Mix EDTA P è una miscela di microelementi in polvere chelati con EDTA rivolta a tutti quegli operatori del comparto agricolo che abbiano l’esigenza di ripristinare o incrementare il contenuto in microelementi del suolo. Caratteristica distintiva del presente formulato è l’eccellente solubilità e la formulazione micro-granulare. Questo formulato è ottenuto con un processo di reazione chimica che garantisce omogeneità di composizione, colore e densità. Ogni microgranulo contiene la stessa percentuale di microelemento chelato.
 
Nel formulare Nutri Mix, i tecnici di Helios hanno voluto creare un prodotto quanto più completo possibile, in grado di prevenire con un unico trattamento il maggior numero di squilibri fisiologici a cui normalmente sono soggette tanto le colture di pieno campo quanto quelle in serra.
 
Come dimostrato da diverse sperimentazioni, un regolare utilizzo di Nutri Mix EDTA P, permette di prevenire e superare problematiche come: clorosi ferrica, necrosi delle foglie, filloptosi, nanismo delle piante, cascola dei frutti, deperimento dei germogli, scarsa fioritura, scarsa qualità delle produzioni, ridotta conservabilità dei frutti.