Con l'antidoping funziona tutto alla rovescia: sono infatti gli atleti disonesti, sempre che riescano ad aggirare i controlli, quelli che offrono le performance migliori, gabbando in tal modo gli avversari onesti e il pubblico di tifosi.

Quando si parla di fertilizzanti, invece, chi non supera i controlli è perché nelle proprie confezioni mette prodotti che quanto a performance lasciano forse a desiderare rispetto a chi invece onora le regole.
Detta in altri termini, quando si parla di nutrizione anziché di sport, chi rispetta quanto dichiarato in etichetta offre garanzie di perfomance maggiori rispetto a chi invece fa il furbo.
Per questa ragione l'Istituto controllo qualità fertilizzanti, ovvero Icqf, monitora da anni il livello qualitativo dei prodotti dei propri associati, mettendoli poi a confronto con altri campioni prelevati dal libero mercato e distribuiti da aziende non aderenti all'associazione.

Le finalità di questo impegno, molto gravoso in termini di investimenti e risorse, sono quelle di fornire dati certi e misurati da condividere poi con gli operatori professionali del settore agricolo.

 

Così nel 2011


Nel corso del 2011 sono stati quindi raccolti e analizzati 300 campioni di fertilizzanti appartenenti a diverse categorie, come pure provenienti da aziende associate o meno a Icqf
I risultati delle analisi, effettuate da un ente terzo, hanno confermato una generale aderenza dei contenuti con le etichette ufficiali per quanto concerne le aziende associate, mentre fra i campioni di aziende non associate sono stati spesso riscontrati disalineamenti significativi fra contenuti ed etichetta.

 

Dall'alfabeto greco, l'indice di bontà di un fertilizzante

 

La corrispondenza fra le due voci è stata misurata attraverso il parametro cosiddetto "ε", ("epsilon"), quinta lettera dell'alfabeto greco e seconda fra le vocali.
Un "ε" positivo implica che il contenuto è superiore al dichiarato, mentre se è negativo significa che è inferiore a quanto scritto in etichetta. Tanto maggiori saranno cioè i valori positivi di "ε", tanto più virtuoso sarà il produttore di quel formulato, tanto maggiori saranno invece i valori negativi di "ε" tanto più il fornitore di quel fertilizzante si sarà discostato dalla sua stessa etichetta.
In generale, i 240 campioni di fertilizzanti delle aziende associate hanno mostrato valori di "ε" sempre migliori rispetto ai 60 campioni delle aziende non associate.
Soprattutto fra gli "organo-minerali" e gli "organici" le differenze sono state marcate, trovando rispettivamente un +5,4 e un +3,1 per le aziende associate contro un -4,5 e un -6,6 per i campioni provenenti da aziende non associate.
Per dovere di obiettività, i dati possiedono un elevato valore come riferimento solo per i campioni analizzati e non per la totalità dei prodotti presenti sul mercato. Potrebbe cioè esistere un fornitore rigoroso nella formulazione dei propri prodotti, ma che non figura fra quelli posti a confronto da Icqf.

Ciò non di meno, la tendenza oggettivamente misurabile conferma la crescente attenzione delle aziende associate a Icqf verso la qualità dei formulati e alla loro rispondenza a quanto dichiarato in etichetta.
Le 27 aziende attualmente associate a Icqf sono quindi un riferimento affidabile per i molti operatori commerciali e agricoli, assicurando prodotti che contengono quello che dichiarano se non addirittura di più.

In un periodo di grandi incertezze e di possibili tentazioni al ribasso circa prezzi e formulati, la garanzia offerta dai monitoraggi di Icqf funge da bussola per chi voglia operare scelte precise e senza rischi di incorrere in brutte sorprese.