Resi disponibili da Istat lo scorso 9 dicembre, i dati sulla rilevazione delle quantità di fertilizzanti impiegate per uso agricolo nell'arco del 2009, hanno evidenziato un calo di 4,7 milioni di quintali circoscrivibile in termini percentuali in -9,6 punti su base annua.

Premettendo che la distribuzione dei fertilizzanti è variabile in funzione del tipo di agricoltura praticata, della rotazione colturale, delle specie e varietà coltivate, della natura chimico-fisica del terreno, dell'andamento del mercato e delle scelte dell'agricoltore nella determinazione del piano di concimazione aziendale, si osserva un calo nella quantità di concimi distribuita del 23,8% pari a 8,3 milioni di quintali.

Per ottenere un quadro aderente alla realtà, in virtù delle variabili che condizionano la distribuzione dei fertilizzanti, occorre scomporre il dato da un punto di vista territoriale.
Oltre la metà dei fertilizzanti (64,4%) trova impiego al Nord, con picchi in Lombardia e Veneto ed il restante 35,6% si divide tra Centro (15,0%) e Sud Italia (20,6%).
Ampliando la fascia temporale (consideriamo il periodo 2000-2009) la dinamica della distribuzione dei fertilizzanti - tra i quali rientrano gli ammendanti, i concimi minerali semplici e composti, i concimi organici e quelli organo-minerali - ha seguito un andamento distributivo aderente alla direttive della Politica agricola europea, nelle quali si richiede lo sviluppo nell’impiego di ammendanti e concimi organici a discapito dei prodotti minerali di sintesi.

L'unica voce in crescita della rilevazione statistica si riferisce, appunto, all'impiego di ammendanti, circa 3,5 milioni di quintali corrispondenti ad un aumento di 28,5 punti percentuali. Se poi si va a considerare il dato relativo all'agricoltura biologica, l'impiego di ammendanti ha compiuto un passo in avanti quantificabile in un incremento pari a 1,5 milioni di quintali (+24,9%) in linea con il trend positivo che l'approccio biologico alla produzione sta vivendo nel nostro paese.

In aggiunta, nella finestra di tempo considerata da Istat in questa fase dell'analisi, un calo di 4 punti percentuali interessa l'impiego di prodotti minerali di sintesi ridotto di 1,8 milioni di quintali (da 46,2 a 44,4 milioni di quintali), in un contesto di riduzione della superficie agricola utilizzata di 2,4 punti percentuali.
Dato che, secondo Istat, delinea i contorni di un percorso intrapreso a livello nazionale verso produzioni ecocompatibili e di qualità delle produzioni in un contesto di salvaguardia ambientale.

Per entrare nello specifico della pubblicazione, i concimi minerali semplici distribuiti sul territorio nazionale, hanno registrato un calo su base annua del 26,9% determinato dal calo dei formulati azotati (-28,4%), di quelli potassici (-23,1%) e dei prodotti fosfatici (-13%).
Diminuito l'impiego anche dei concimi a base di mesoelementi (-30%) e di microelementi (-10%) e dei concimi organici (-21%) imputabile al calo, pari al 24,5%, nell'impiego dei prodotti azotati semplici e del 16,3% per i formulati composti. In linea con il trend in flessione l'andamento dei concimi organo-minerali (-18%).
Per quanto riguarda, infine, gli elementi nutritivi - la parte attiva dei fertilizzanti – nel 2009 sono stati distribuiti 5,6 milioni di quintali di azoto e 1,6 di ossido potassico - entrambi in diminuzione su base annua - oltre a 2,5 milioni di anidride fosforica in aumento, sul dato 2008, del 14,3%.

Ad essere particolarmente gravi, fanno sapere dall'Associazione italiana fertilizzanti, i dati relativi alle riduzioni per i nitrati, i concimi a base di mesoelementi e microelementi e i concimi minerali NPK in quanto “confermano un calo generalizzato per i fertilizzanti nel complesso, concentrato soprattutto sui concimi sia minerali che organici e organo–minerali. In altre parole” fanno sapere dall'Associazione, “i livelli di concimazione sono tornati a quelli del 1975–1976 e sono stati inferiori anche a quelli, considerati a suo tempo drammatici, del 1995”.