"Dobbiamo mantenere alto il livello del dibattito sulla vitivinicoltura, attività che ha un impatto determinante sul nostro territorio, dal punto di vista paesaggistico, economico e sociale. La cantina di Vicobarone - ha dichiarato il presidente Carlo Bassanini in apertura del convegno sulla nutrizione della vite - ha puntato decisamente alla qualità quindi il tema tecnico che ci apprestiamo a dibattere con qualificati relatori è più che mai pertinente con la nostra politica".
 
Mario Fregoni, direttore dell'Istituto di viticoltura dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, dando inizio ai lavori ha spiegato cosa si intende per carta nutritiva, ossia un metodo per determinare i fabbisogni in elementi nutrizionali delle colture, e quindi anche della vite. "Questi studi sono fondamentali - ha sottolineato Fregoni - per contrastare un empirismo dilagante nelle pratiche di concimazione della vigna. Abbiamo eseguito in Italia l'indagine di 100 zone (i risultati sono sono stati raccolti in un libro di prossima pubblicazione), fra cui, appunto, la Val Tidone. Lo studio si basa su metodi qualitativi (analisi del terreno; diagnostica fogliare) e metodi qualitativi (consumi di elementi nutrizionali; perdite ed immobilizzazioni). L'analisi del terreno è utilissima ma non sufficiente a delineare il quadro della situazione, perché a volte gli elementi nutritivi nel terreno ci sono ma per vari motivi non vengono assorbiti dalla pianta. Per questo occorre analizzare il contenuto delle foglie e determinarne lo stato nutritivo, ovvero la relazione fra quantità e qualità degli elementi; se la situazione è ottimale con la concimazione si dovranno restituire al terreno solo la quota di sostanze annualmente consumate (per produrre) e le perdite".
 
Dallo studio è emerso che spesso i terreni della Val Tidone sono argillosi e fertili, altrettanto frequentemente il calcare totale e quello attivo sono elevati (rischio di clorosi ferrica). Spesso si tratta di terre ricche in azoto, fosforo e potassio ma con basso tenore in sostanza organica. I pH sono mediamente alti (media 8,24). L'analisi delle foglie ha rivelato una situazione nutrizionale delle piante mediamente buona. Relativamente alle esigenze specifiche occorre tenere presente che variano in funzione dei livelli produttivi e delle varietà esaminate. Generalmente, non vi sono in Val Tidone particolari emergenze (tranne zone con eccessi di calcare o eccessi di potassio che possono causare clorosi e disseccamento del rachide); occorrerebbe però innalzare il tenore in sostanza organica dei suoli tramite impiego di concimi organici (letame) e/o adeguate pratiche agronomiche (interramento dei residui di potatura, sovescio, inerbimento); non necessaria la concimazione chimica del terreno che potrebbe essere egregiamente sostituita da qualche intervento di concimazione fogliare, soprattutto per i microelementi.
 
Pierfranco Baraglia di Green Has Italia ha trattato degli stress biotici (patogeni) ed abiotici (termici, idrici, intensità luminosa, ozono, grandine, metalli pesanti) della vite a cui spesso la pianta risponde accorciando il ciclo vegetativo (come visto negli ultimi anni). Le piante producono poi sostanze per combattere le avversità (antiossidanti naturali, alcuni amminoacidi, ormoni) ma ve ne sono anche alcune che si possono somministrare, per contenere lo sviluppo vegetativo (utile in caso di carenze idriche), stimolare la radicazione, indurire le pareti vegetali e ridurre in genere le perdite di acqua. Molto utili sono alcuni antiossidanti nel caso di stress meccanici in seguito ad eventi grandinigeni. Vi sono in commercio diversi e specifici preparati per le differenti esigenze.
 
Alberto Vercesi dell'Istituto di viticoltura ha trattato di esperienze recenti effettuate impiegando fosfiti di potassio e magnesio su vite. In prove condotte nel 2007 e 2008 si è verificato come queste sostanze, nate come concimi fogliari, abbiano evidenziato un efficace effetto antiperonosporico, paragonabile a quello degli usuali fitofarmaci. Inoltre, le foglie trattate con fosfiti all'analisi hanno rilevato maggiori contenuti di clorofilla e quindi più elevata attività fotosintetica di quelle non trattate. Verificata anche l'efficacia, a livello nutrizionale, di trattamenti con ferro chelato o sue miscele con prodotti a base di alghe. "Se al trattamento antiperonosporico tradizionale - ha concluso Vercesi - si addiziona il fosfito si può avere la stessa efficacia a dosi più ridotte di fitofarmaco ed a costi più bassi, oltre all'indubbio vantaggio ambientale. Il fosfito agisce sia aumentando le resistenze naturali della pianta sia ostacolando lo sviluppo del fungo".
 
Nata nel 1960 a Vicobarone di Ziano Piacentino nel cuore della Val Tidone, la Cantina di Vicobarone conta circa 330 soci viticoltori che conferiscono uve provenienti dalle zone Doc dei Colli Piacentini e dell'Oltrepò Pavese. La Cantina è impegnata nel sempre più efficace presidio dei mercati tramite una ferrea politica di valorizzazione dei vini a stretto legame territoriale sia in termini di vitigni che di tipologie e dispone oggi di due punti vendita, uno nella sede aziendale e l'altro a Piacenza.

Questo articolo fa parte delle collezioni: