L'actinidia, con la produzione di 4-5.000.000 q.li annui, è una specie di grande importanza per il comparto ortofrutticolo nazionale e l'Italia ne è stato il primo produttore mondiale fino al sorpasso cinese del 2002. La selezione varietale ha prodotto diverse varietà di kiwi ma quella più conosciuta e apprezzata resta il kiwi Hayward (Actinidia deliciosa) che rappresenta in Italia il 95% della produzione. Come portinnesto si utilizzano la stessa Hayward, la cv. Bruno e la selezione clonale D1, quest'ultima la più tollerante al calcare.

Essendo una pianta dioica all'impianto è importante considerare un giusto rapporto tra piante pistillifere e staminifere, che generalmente vede una maschile per ogni 6-8 piante femminili. L'impollinazione è sia anemofila che entomofila, anche se il fiore è mal visitato dai pronubi, perché privo di nettare; di conseguenza, è consigliabile installare un numero elevato di arnie, circa 8-10 ad ettaro. Inoltre l'impollinazione è spesso favorita anche con insufflazioni meccaniche, per esempio creando vortici di aria con i nebulizzatori.

La forma di allevamento è generalmente a tendone (sud) e a pergoletta (nord), con investimenti di 600-700 piante ad ettaro. Le cure colturali prevedono una certa necessità in manodopera: sono pratiche ordinarie della gestione dell'actinidia la potatura invernale di produzione, la piegatura e cimatura tralci, la potatura verde, l'eliminazione succhioni, il diradamento frutti. Infine la raccolta, di tipo manuale, va da fine ottobre a novembre, dopo che si è raggiunta una gradazione zuccherina di almeno 6-7 gradi brix e si aggira mediamente sui 200-300 q.li/ha.

Le problematiche della coltura possono essere delle fisiopatie, come la clorosi ferrica, che viene contrastata con efficacia tramite chelati di ferro. In particolare si può intervenire in pre-fioritura, post-allegagione e a settembre, con 5 kg/Ha ciascuno. Da non sottovalutare la sensibilità ai danni del vento, delle grandinate e del gelo.

Cocciniglia bianca su kiwi - AntesiaE' molto importante evitare i ristagni idrici, dove si sviluppano patogeni come l'armillaria mellea, ma anche altri fitopageni possono compromettere a lungo andare la produttività e la vitalità della pianta, come gli agenti della carie (Fomitiporia punctata, Phaeomoniella chlamydospora e Phaoacremonium spp) del legno, la Phytophthora spp., l'alternaria. Un tradizionale ma pur sempre valido metodo di lotta preventiva rimane il trattamento invernale di poltiglia bordolese, che presenta anche un azione batteriostatica. In particolare per i frutti da non trascurare la muffa grigia (Botrytis cinerea), anche per i danni in post-raccolta.

In genere, sono meno gravi gli attacchi entomologici: si può rilevare la presenza di cocciniglia bianca (Pseudaulacaspis pentagona, nella foto), che necessita di trattamenti con oli minerali, soprattutto a settembre durante la migrazione delle neanidi. Inoltre si possono riscontrare infestazioni di metcalfa (Metcalfa pruinosa) che, come per il precedente insetto, oltre al danno diretto crea imbrattamento dei frutti con la melata e la relativa fumaggine.

 

A cura del Dr. Agr. Antonio Mazzella - socio di Antesia

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