La patata è una specie orticola coltivata in tutto il mondo, in Italia occupa una superficie di circa 150.000 ettari, con le maggiori superficie coltivate in Sicilia, Abruzzo, Campania, Calabria, Puglia, ed Emilia Romagna. La patata preferisce terreni permeabili, profondi e freschi, anche se si adatta ai più svariati tipi di terreno, purchè non eccessivamente compatti o soggetti a ristagni idrici.

Il pH ottimale del terreno è quello acido o subacido (5,0- 6,5), nei terreni alcalini i tuberi vanno incontro a fenomeni di suberificazione e ad attacchi di scabbia, mentre tollera valori medi di salinità e riduce la produzione di almeno il 15-20% con una salinità di circa il 3% nel terreno.

La patata è una coltura che ha un potere di solubilizzazione piuttosto basso e quindi richiede concimi con una buona disponibilità, le forme di azoto meglio utilizzate sono quelle nitriche ed ammoniacale. La produzione di 300 q.li/Ha di prodotto tal quale, richiede i seguenti quantitativi di elementi nutritivi: 141 kg di Azoto, 51 kg di P2O5, 237 Kg DI K2O, con un rapporto medio tra gli elementi nutritivi di 1:0,4,:1,7.

La patata è una pianta potassofila; considerando che la maggior parte dei terreni italiani sono ricchi di potassio, non si è rivelata determinante la distribuzione di tale elemento, in ogni caso somministrato esclusivamente al momento della concimazione di fondo. Apporti di azoto e fosforo rendono invece più evidenti le risposte produttive.

Il magnesio per la patata è un macroelemento, cioè è utilizzato dalla pianta in grosse quantità, così come Azoto, Fosforo, Potassio: innanzitutto, perché entra nella costituzione della clorofilla. In secondo luogo, la carenza di questo elemento si manifesta sulla parte aerea, con un iniziale ingiallimento dei margini delle foglie, per poi progredire negli spazi internervali fino ad arrivare al centro; di seguito i tessuti necrotizzano e si disseccano, provocando una riduzione del raccolto. Questa alterazione si manifesta nei terreni sabbiosi dove per costituzione l'elemento è assente, ovvero su terreni in cui vengono coltivate specie cosiddette 'depauperanti', che asportano cioè dal terreno grossi quantitativi di tale elemento come ad esempio il Mais.

 

Difesa anticrittogamica

I parassiti fungini che attaccano la Patata sono numerosi e provocano danni piuttosto gravi; tra questi gli agenti fungini di maggiore rilevanza per la patata sono la Peronospora (Phytophtora infestans) ed l'Alternaria Solani.

La Peronospora può colpire tutti gli organi epigei ed ipogei della pianta; sulle foglie si manifesta con macchie irregolari, in cui la parte centrale si dissecca rapidamente, ed in condizioni di forte umidità la pagina inferiore della foglia si ricopre di una peluria biancastra, costituita dalle fruttificazioni agamiche del fungo. L'infezione peronosporica può passare dalle foglie ai tuberi attraverso l'acqua piovana o di irrigazione, che convoglia gli elementi di diffusione del patogeno (zoosporangi e zoospore) nel terreno e quindi nei tuberi. Su questi ultimi si verifica la comparsa di maculature grigio–bluastre, con necrotizzazione dei tessuti sottostanti. L'insediamento del fungo avviene per via stomatica ed è condizionato dal crearsi di condizioni climatiche con forte umidità, dovute a piogge, nebbia, rugiada, seguito da un andamento climatico mite.

La lotta alla Phytophtora è basata su due aspetti: quello legato alla ricerca di cultivar resistenti ed alla ancor più importante gestione agronomica del seme stesso. Per corretta gestione si intende da una parte l'eliminazione dei tuberi che presentano tracce di infezioni; dall'altra, è fondamentale prestare la massima attenzione nella fase relativa all'estrazione del seme dal terreno (eseguendo la fase del raccolto in un periodo in cui le condizioni climatiche siano meno favorevoli allo sviluppo del fungo e sincerandosi di aver disseccato la parte fogliare per ridurre la presenza dell'eventuale inoculo).

Altro aspetto di non minore importanza è legato alla difesa fitosanitaria con interventi chimici.

Le molecole di maggiore interesse per la lotta alla peronospora negli ultimi anni sono risultate Cymoxanil, Dimethomorph, Metalaxil M, Benalaxil M; inoltre, più recentemente sono stati immessi sul mercato formulati commerciali a base di Chlorothalonil, Cyazofamid, Fenamidone, IprovalicarbZoxamide + Mancozeb, molecole che permettono di contrastare con efficacia l'insorgenza di tale fungo. Tra i prodotti di copertura rivestono un ruolo di primaria importanza i prodotti rameici i quali agiscono anche contro l'Alternaria Solani.

L'Alternaria solani è un'altra crittogama che può colpire diverse solanacee, quali la patata ed il pomodoro, anche se le perdite sulla patata sono meno frequenti e gravi rispetto alla peronospora. La malattia può attaccare le foglie, i fusti ed i tuberi. Sulle foglie la sintomatologia si presente con macchie rotondeggianti, delimitate, scure, mentre sui tuberi si formano tacche circolari di colore bruno, con bordi leggermente rilevati; tagliando il tubero si può osservare l'imbrunimento della pasta fino alla parte centrale. L'infezione sui tuberi avviene per contatto con le foglie infette, quando i tuberi presentano delle ferite dovute principalmente alla raccolta meccanica. Il fungo può conservarsi sui residui vegetali di pianti malate; il micelio ed i conidi sono organi di lunga vitalità. La diffusione del patogeno è condizionata dalle piogge, necessarie per la fruttificazione del fungo. La lotta si basa sui criteri preventivi, fra cui la distruzione dei resti della vegetazione infetta, rotazioni colturali per favorire il contenimento dell'inoculo nel terreno, utilizzo di seme esente da infezione; oltre ai rameici, sono impiegabili per il controllo di Alternaria Solani sostanze attive quali ChlorothalonilFenamidone.

 

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A cura di Rocco Faiella (San Marzano s.S. - Salerno)

Rocco Faiella è socio di Antesia, l'Associazione Nazionale Tecnici Specialisti In Agricoltura
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