ToBRFV, Tomato brown rugose fruit virus, è un virus che suscita molta preoccupazione tra i produttori di pomodoro da mensa a causa della facilità con cui viene trasmesso e dei danni che arreca alle produzioni.

 

Si tratta di un virus contro il quale la resistenza genetica sembra essere lo strumento migliore per tutelare la produttività delle serre. A Roma si è tenuto un evento (ISF Symposium on Tomato Brown Rugose Virus) dedicato proprio a ToBRFV, al quale hanno partecipato anche Ruud Kaagman e Marcel Prins, rispettivamente Global Crop Business head e head of Germplasm Development di Syngenta per quanto riguarda il pomodoro.

 

Il Gruppo ha infatti a catalogo due varietà mediamente resistenti al virus, Lansor e Barosor. La prima è stata lanciata nel dicembre 2020, mentre la seconda nell'estate dello scorso anno. Si tratta di varietà "cuore di bue" che non offrono una resistenza totale al virus, ma sono in grado di preservare la produttività della pianta. Questo significa che la pianta può contrarre il microrganismo, ma tuttavia quest'ultimo non compromette il ciclo vitale della coltura.

 

Danni da ToBRFV

Danni da ToBRFV

(Fonte foto: Syngenta)

 

I danni causati da ToBRFV

ToBRFV è un virus che è stato isolato per la prima volta a Israele nel 2014 mentre in Italia è arrivato nel 2018 nell'area di Ragusa, per poi espandersi in tutti i principali areali vocati alla produzione di pomodoro da mensa. 

 

Uno degli elementi che rende particolarmente pericoloso questo virus è la sua trasmissibilità, che avviene per contatto. Le mani degli operatori, come i vestiti o gli attrezzi, possono diventare il veicolo del virus tra una pianta malata e una sana. Questo rende estremamente difficoltoso mettere un argine alla sua diffusione.


I danni che arreca alle piante sono variabili. Sulle foglie appaiono maculature clorotiche e restringimento della lamina fogliare. Sui peduncoli fiorali e sui sepali si possono osservare imbrunimenti o striature necrotiche nei casi più gravi. Mentre sui frutti si notano imbrunimenti e rugosità, ma anche tacche necrotiche.  Sui frutti in maturazione invece è comune osservare aree clorotiche, con la possibile presenza di malformazioni.

 

La difesa del pomodoro da ToBRFV

Come raccontato da Ruud Kaagman e Marcel Prins, è essenziale che gli agricoltori affianchino alla resistenza genetica, assicurata dalle nuove varietà, anche una gestione oculata della serra e della coltura, in modo da ridurre al minimo la pressione del virus.

 

Ad esempio è necessario limitare l'accesso alle serre al solo personale essenziale alle lavorazioni. È buona norma indossare camici e guanti protettivi, che devono rimanere all'interno della serra, come anche i materiali di consumo (spago, etichette, sacchi, eccetera) e gli attrezzi. Bisogna poi acquistare materiale vivaistico certificato, in modo da non rischiare di portare in serra piante già malate.

 

La ricerca non si ferma

In futuro, fanno sapere dall'Azienda, saranno disponibili nuove varietà che saranno dotate di più geni di resistenza e che quindi offriranno maggiori garanzie.

 

I ricercatori hanno infatti identificato diversi geni di resistenza, sia nelle piante addomesticate che in quelle selvatiche. Geni che oggi vengono inseriti, attraverso incroci assistiti da marcatori molecolari, nelle varietà commerciali. Nei prossimi anni dovrebbero dunque arrivare sul mercato molte nuove varietà (la prima in pipeline è un mini snack) che saranno portatrici di diversi geni di resistenza. Questo permetterà non solo di avere piante maggiormente resistenti al virus, ma anche di scongiurare che nuove varianti del ToBRFV possano superare le barriere genetiche del pomodoro.


In futuro poi, se la legislazione europea sulle Tecnologie di Evoluzione Assistita (Tea) dovesse cambiare, sarà possibile ottenere con ancora maggiore velocità e precisione varietà resistenti. Sia attingendo ai geni di resistenza presenti nel germoplasma del pomodoro, sia in quello di altre solanacee, come ad esempio il peperone, che ha dimostrato di essere particolarmente immune a ToBRFV.