La sensazione che nell'annata 2021 la cimice asiatica stesse colpendo meno le colture è stata questione di un attimo, i frutticoltori sanno bene che la stagione in corso è complicata.

Il punto della situazione è stato fatto a Macfrut, durante il Biosolution International Congress con un convegno dal titolo "Cimice asiatica: emergenza fitosanitaria o problema superato?".

L'andamento delle popolazioni di Halyomorpha halys, in Emilia Romagna (regione dove storicamente l'insetto ha fatto più danni), nell'anno in corso è stato descritto da Luca Casoli, direttore del Consorzio Fitosanitario di Modena e Reggio Emilia. In regione le popolazioni sono costantemente sotto monitoraggio grazie a un programma finanziato dalla Regione Emilia Romagna che ha portato alla realizzazione di un portale fruibile da chiunque e configurabile a seconda delle esigenze.

"Dal punto di vista meteo - ha detto Casoli - le annate 2020 e 2021 sono state molto diverse. Le popolazioni svernanti hanno avuto un'uscita più abbondante nel 2020, con picco di presenza a fine maggio. Il monitoraggio però mostra che a partire da fine maggio le popolazioni si equivalgono. Dall'8 di luglio 2021 poi le popolazioni si sono attestate a livelli costantemente superiori al 2020. Il 2021 si è caratterizzato per stagione siccitosa, con temperature elevate, questo potrebbe costituire una differenza rispetto al 2020. La valutazione delle forme giovanili mette in evidenza che siamo a livelli più bassi rispetto al 2020. Nei rilievi di campo che stiamo effettuando per verificare aspetti legati ai lanci di Trissolcus japonicus (vespa samurai), notiamo che le specie spontanee - ha continuato Casoli - risultano meno attrattive quest'anno. I frutti nei frutteti sono scarsi e notiamo una percentuale elevata di danno al momento della raccolta".
Il dato di danni elevati purtroppo è stato confermato anche da un altro relatore, Pietro Castaldini della direzione tecnica della cooperativa Patfrut (1.242 ettari di pomacee). "Nel 2021 abbiamo visto in campo danni molto precoci, abbiamo raccolto le varietà estive di pere con situazioni veramente drammatiche. Siamo andati - ha aggiunto a Castaldini - a raccogliere l'Abate e riscontriamo danni consistenti, danni soprattutto precoci. Le mele invece, per il momento, sembrano abbastanza a posto. L'andamento stagionale 2019-2020 e 2021 ha interagito diversamente con le produzioni. Per quantificare la stagione 2021, noi quest'anno ritiriamo Abate con una previsione complessiva 25-30% della produzione normale. Di questa percentuale riusciamo ad avere Abate di prima, diciamo al 50%".

Con una difesa chimica che ha le armi spuntate, "con i prodotti che abbiamo - ha detto chiaro e tondo Castaldini - non riusciamo a difenderci. C'è un evidente problema di persistenza", l'aiuto di antagonisti naturali della cimice asiatica diventa fondamentale, anche alla luce di altre evidenze sottolineate durante l'evento. "Ci sono effetti collaterali all’uso di prodotti chimici contro la cimice asiatica - ha detto ancora Pietro Castaldini di Patfrut - avevamo un equilibrio prima del suo arrivo. Ci sono problemi di residui ed effetti sull'entomofauna utile”.

Che fare dunque per contenere H. halys e cosa è stato già fatto? Il noto programma di lotta biologica portato avanti con i lanci della vespa samurai dal 2020 sta dando risultati. È stato ancora Luca Casoli, direttore del Consorzio Fitosanitario di Modena e Reggio Emilia, a riassumere la situazione ad oggi. "Nel 2020 abbiamo lanciato la vespa samurai in trecento siti, in Emilia Romagna. Nel 2021 si è ripetuta questa esperienza, in maniera mirata, in cento siti. Sono ad oggi in corso i rilievi territoriali per capire come sia andata quest'anno ma dai dati 2020 abbiamo già riscontrato una parassitizzazione a livello nazionale superiore al 38%, derivante dal complesso dei parassitoidi, e un 8,1% di ovature parassitizzate da T. japonicus. Un segnale importante dal punto di vista della coesistenza tra altri parassitoidi anche nostrani e la vespa samurai".
C'è poi un altro dato interessante, che dovrebbe tranquillizzare chi è preoccupato di una eventuale eccessiva avanzata della vespa samurai: sono state rilevate percentuali trascurabili di off target, ovvero la vespa samurai molto raramente depone su uova che non siano quelle della cimice asiatica.

Quest'ultimo dato fa il paio con una ricerca dell'Università di Perugia presentata proprio a Macfrut. "Abbiamo fatto biosaggi in laboratorio - ha spiegato il professore Gabriele Rondoni - con olfattometri per verificare se parassitoidi esotici come T. japonicus siano attratti da composti volatili associati ad ospiti non target, come per esempio l'Arma custos (Ndr un'altra cimice nostrana). Abbiamo visto che non sono in grado di utilizzare i segnali. Ciò ci fa pensare che, in pieno campo, i rischi di effetti sugli insetti non target siano limitati".
 

Oltre alla lotta biologica, per tentare di circoscrivere l'uso della chimica e di ottenere effetti sul controllo della cimice asiatica, ci sono nuove armi da inserire in strategia: l'Augmentorium e l'Attract and kill. A parlarne è stato Renzo Bucchi, responsabile di Agri 2000 Net: "L'Agmentorium cattura le cimici, le attira tramite feromoni, e le mantiene vive all'interno dell'ambiente dove può inserirsi la popolazione dei parassitoidi che si avvantaggiano delle ovature della cimice asiatica. Ciò garantisce l'insediamento del parassitoide nel frutteto. Per quanto riguarda l'Attact and kill, un feromone attira la cimice, sia maschio che femmina, dall'ambiente. Le cimici vengono poi uccise con trattamenti chimici su un telo di plastica o su reti trattate. Entrambi sono strumenti che costano poco e abbassano la popolazione del parassita in campo".