Effetto cocktail

La protezione del consumatore dall’esposizione ai contaminanti attraverso la dieta è da tempo nelle principali priorità dei legislatori europei. La necessità di misurare l’effettivo rischio costituito dall’esposizione simultanea a differenti contaminanti costituisce una enorme sfida scientifica, che finora nessuna autorità a livello mondiale è riuscita a vincere. Sta continuando in questa direzione l’Efsa che, su mandato della Commissione Ue, ha incaricato l’istituto olandese Rivm, da sempre specializzato in indagini questo tipo, di effettuare un ulteriore approfondimento della valutazione del rischio dell’esposizione simultanea a quegli antiparassitari dotati di un meccanismo di azione comune, sulla base sia degli attuali limiti massimi di residuo che dai risultati delle analisi delle prove residui presentate dai notificanti della sostanza.

Rispetto al progetto iniziale, sono stati selezionati due gruppi di sostanze, il gruppo dei CAG-NAM (con effetti su “motor division of the nervous system”, caratteristico dei piretroidi, neonicotinoidi, avermectine e aldeidi) e l’altro gruppo denominato CAG-TCF, costituito da prodotti con effetto sulla tiroide, caratteristico di alcuni insetticidi del gruppo delle ryanodine e di alcuni fungicidi. Lo studio è stato condotto con una metodologia a passi successivi, che prevedeva tre livelli di approfondimento, semplificati come segue:
  • Tier 0. Valutazione deterministica del rischio dell’esposizione ad un singolo antiparassitario. Questo livello prevede la valutazione del rischio per il consumatore di una sostanza oggetto di indagine ("focal substance") su di una singola derrata rappresentativa ("focal commodity"), condotto con la metodologia di calcolo messa a punto dall’Efsa (PRIMO rev. 3.1), considerando sia gli effetti acuti che quelli cronici. Quando l’esposizione alla sostanza supera il 10% del massimo tollerato, si passa ai livelli successivi.
  • Tier I. Valutazione deterministica del rischio dell’esposizione ad un singolo antiparassitario aggiungendo i livelli di sottofondo delle sostanze appartenenti allo stesso gruppo di effetti collaterali. Il risultato di questa prima misurazione dell’"effetto cocktail" viene confrontato con la quantità massima tollerabile, espressa come NOAEL (No Adverse Effect Level), originando un MOET (Margin of Exposure), che è in sostanza la percentuale rispetto al massimo tollerabile. Se in questa valutazione si evidenziano superamenti, si passa al livello successivo.
  • Tier II. Valutazione probabilistica del rischio dell’esposizione ad un singolo antiparassitario aggiungendo i livelli di sottofondo delle sostanze appartenenti allo stesso gruppo di effetti collaterali. La valutazione probabilistica viene effettuata con un modello empirico il cui risultato viene sempre confrontato con il massimo tollerabile. Se anche con questo approccio viene superato il limite massimo di tolleranza, si devono adottare le consuete mitigazioni ben note agli addetti alla filiera (diminuzione degli MRL, fino alla cancellazione dell’impiego).
Il lavoro, i cui dettagli sono riportati in bibliografia, prosegue con alcune analisi di sensibilità effettuate variando alcuni parametri, a cominciare dai livelli di residuo e dimostra di essere un promettente strumento a disposizione delle autorità per poter tenere sotto controllo la salute dei consumatori.

Quando lo vedremo effettivamente all’opera? E’ presto per dirlo, ma la pressione dell’opinione pubblica è tale che non saremmo sorpresi di vederlo nei prossimi anni.
 

Nuove modalità per i controlli

E’ stato pubblicato sulla Gazzetta UE il regolamento 2021/1355 sui controlli dei residui sulle derrate alimentari ad opera dei singoli Stati membri. Il testo modifica leggermente quanto già previsto dall’articolo 30 del regolamento 396/2005, eliminando la necessità di pubblicare i risultati a livello nazionale, probabilmente per favorire una gestione armonizzata a livello comunitario.
 

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