Negli atti delle Giornate fitopatologiche 2020 sono stati complessivamente presentati ventisei lavori che hanno riguardato la difesa della vite dalle malattie. In precedenti articoli sono già stati presentati dieci lavori che hanno riguardato la peronospora, cinque relativi all'oidio, tre nuove soluzioni per la difesa dalla botrite e due il marciume acido.

Nel presente articolo si presentano quindi i rimanenti sei lavori che hanno riguardato:
  • la botrite, due lavori;
  • giallumi della vite e flavescenza dorata, due lavori;
  • Malattie del legno della vite (Gtd), un lavoro;
  • Degenerazione infettiva della vite (Gflv), un lavoro.

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Botrite della vite (posizionamento dei trattamenti in fioritura e resistenza ai fungicidi)

Diproves dell'Università Cattolica di Piacenza ha presentato un lavoro su un triennio (2017-2019) di prove condotte al fine di rivalutare il corretto posizionamento delle strategie di difesa dalla botrite. In particolare, il lavoro presentato evidenzia che il posizionamento in piena fioritura del trattamento per la difesa dalla botrite ha avuto un'efficacia superiore a quella riscontrata con il classico posizionamento di fine fioritura. Tale strategia è stata verificata sperimentalmente sul 3Logy (eugenolo, geraniolo e timolo) a confronto con una strategia chimica che ha avuto come standard di riferimento lo Switch (cyprodinil + fludioxonil) e il boscalid.

Il Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell'Università di Milano ha condotto un'indagine su 720 ceppi di B. cinerea raccolti in regione Lombardia per valutare il grado di sensibilità della botrite nei confronti di diversi prodotti di sintesi. Nel 3% dei ceppi è stata accertata una resistenza al boscalid, lo 0,1% dei ceppi è invece risultato resistente al fenhexamid e, con una particolare incidenza nella zona di Sondrio, il 4% è risultato resistente al cyprodinil e il 5% al fludioxonil. Complessivamente gli autori ritengono di aver riscontrato una bassa frequenza di ceppi resistenti di B. cinerea.


Giallumi della vite e flavescenza dorata

Crea di Conegliano (TV) ha presentato uno studio sulla correlazione tra la sensibilità varietale allo scafoideo e alla flavescenza dorata e le caratteristiche del patrimonio genetico di due varietà di vite: Chardonnay, notoriamente più sensibile, e Tocai friulano, normalmente meno sensibile.
In generale le piante presentano due diversi meccanismi di reazione all'attacco delle avversità: uno passivo, che coinvolge barriere strutturali, quali cuticole spesse o riserve di composti antimicrobici, e uno attivo che viene indotto in seguito al superamento delle barriere strutturali da parte dei patogeni. L'analisi comparativa dei profili trascritti del Dna ha rilevato che Chardonnay e Tocai friulano presentano un profilo genetico molto diverso. Vari geni potenzialmente associati con meccanismi di difesa delle piante contro stress biotici e abiotici hanno mostrato un'espressione preferenziale nel T. friulano, suggerendo per questa varietà il possibile coinvolgimento di strategie di difesa costitutive contro S. titanus. Inoltre, il T. friulano ha manifestato una maggior presenza di geni coinvolti nella via biosintetica del JA che viene considerato uno dei più importanti elicitori che favorisco una reazione della pianta contro gli insetti inducendo la produzione di diversi composti di difesa.
Dal lavoro presentato è quindi emerso che la via di difesa mediata dal JA sembra avere un ruolo cruciale nella protezione nei confronti di sintomi dei giallumi della vite. Sulla base dei risultati presentati è stato attivato un nuovo progetto regionale MiDifendo, che prevede l'utilizzo di composti microbici (mVOC) in grado di attivare la via di difesa del JA, con lo scopo di indurre nella vite le vie di difesa necessarie per proteggersi contro l'infezione del fitoplasma responsabile della flavescenza dorata.

L'Agrea centro studi di San Giovanni Lupatolo, il Distal dell'Università di Bologna, l'Ufficio tutela fitosanitaria delle colture della Regione Abruzzo di Villanova di Cepagatti (Pe) e il Dafne dell'Università di Padova hanno presentato un lavoro sulla presenza e la diffusione dei giallumi della vite in Abruzzo. Nel corso del 2018 sono stati monitorati 208 vigneti, mentre nel 2019 ne sono stati monitorati 2012. Nei risultati è stato confermato che in regione Abruzzo la flavescenza dorata (FD) non è presente mentre è presente in tutte le province il legno nero (Bn) che è stato rilevato in dodici aziende nel 2018 e quattordici aziende nel 2019. Lo Scafoideo titanus non è stato ritrovato nella provincia di Teramo, mentre nel pescarese è stato ritrovato in una sola azienda; nelle provincie di Chieti e dell'Aquila lo scafoideo è stato diffusamente ritrovato con presenze importanti, ma comunque dalle analisi biomolecolari è risultato che i vettori non erano infetti e quindi non erano in grado di trasmettere la flavescenza dorata.
Da evidenziare inoltre che è stato rinvenuto diffusamente lo Hyalestes obsoletus con ritrovamenti su convolvolo ed ortica nei bordi dei vigneti.


Malattie del legno della vite (Gtd)

Ibwf GmbH di Kaiserslautern e BASF SE Agricultural Center di Limburgerhof hanno presentato un lavoro in cui hanno condotto una quantificazione dei funghi responsabili delle malattie del legno (Gtd) attraverso l'identificazione del loro Dna, in campioni di legno prelevati in campo prima della manifestazione visiva dei sintomi, e la valutazione dell'attività del formulato commerciale Tessior (boscalid + pyraclostrobin), prodotto sviluppato da BASF per la protezione delle ferite di potatura in pieno campo.
Nel 2014 e 2015 sono state avviate prove di campo a lungo termine in diversi paesi europei (Germania, Francia, Grecia, Italia e Spagna) al fine di valutare l'efficacia del Tessior applicato dopo la potatura in confronto con tesi non trattate. In alcuni casi al fine di aumentare la pressione infettiva sono state artificialmente applicate spore di Pch (Phaecomoniella chlamydospora) e Bot (specie di Botryosphaeriaceae), agenti delle malattie del legno (Gtd), in diversi anni dopo la potatura. La valutazione dello sviluppo delle malattie del legno è molto complessa e per questo è stata messa a punto un'accurata metodologia che è stata verificata in una prova condotta nel 2018 in un vigneto a Forst, in Germania.
La metodologia individuata è stata denominata "qPCR", utilizza le sonde TaqMan ed è una tecnica rapida e accurata per quantificare le quantità di Dna di PCH e BOT presenti nel legno della vite. Applicando la nuova metodologia di indagine sono stati valutati i risultati ottenuti in un vigneto in Francia, a Merville, e in Italia, nella provincia di Firenze, dove, a seguito dell'applicazione del Tessior, si sono ottenuti risultati estremamente interessanti nel contenimento dei due funghi agenti della malattia del legno. Al momento la sperimentazione è ancora in corso e sono attesi con grande interesse i riscontri che deriveranno dalle prove che sono ancora anche in atto in altri paesi (Germania, Grecia e Spagna).


Degenerazione infettiva della vite (Gflv)

Crea di Conegliano (Tv) e Agridinamica di Nove (Vi) hanno presentato un lavoro su un monitoraggio condotto su 28 vigneti sulla presenza della Degenerazione infettiva della vite (Gflv) in un'area ad alta vocazione viticola del Veneto. La malattia risulta ampiamente diffusa nelle aree indagate con vigneti colpiti più o meno intensamente (da poche piante, fino al 58%) con differenti sintomi, non sempre di facile valutazione. Le analisi hanno evidenziato la presenza del Gflv sul 67% dei campioni analizzati, spesso associati ad altri virus, tra questi nel 15% l'associazione è risultata con i virus che determinano l'accartocciamento fogliare. Considerando che la degenerazione infettiva della Gflv non può essere rimossa e rimane nei vigneti colpiti per il loro intero ciclo di vita è nato un progetto regionale DiViNe (Difesa dalla degenerazione infettiva della vite e dai nematodi) che ora punta ad individuare azioni integrate rivolte alla pianta e al suolo e che permettano una buona produttività anche in vigneti colpiti dalla malattia. Oltre a registrare il comportamento dei diversi vigneti, e la risposta a particolari concimazioni, il progetto, ora in corso, ha l'obiettivo di valutare l'attività e l'efficacia di prodotti naturali e di induttori di resistenza.

Queste alcune analisi sintetiche e soggettive, per una lettura più completa dei lavori si invita ad acquisire gli atti prendendo contatto direttamente con la segreteria organizzativa delle Giornate fitopatologiche al seguente indirizzo email: giornatefitopatologiche@unibo
Le Giornate fitopatologiche, a cadenza biennale, rappresentano un momento di confronto e di discussione tra gli esperti della fitoiatria italiana.
L'edizione 2020 ha prodotto oltre 130 lavori raccolti in circa 1200 pagine.

In un'ottica di divulgazione, AgroNotizie ha riassunto i contenuti in un ciclo di articoli dal nome "Difesa e diserbo, lo stato dell'arte" dedicati alla difesa dalle avversità animali, difesa dalle malattie, controllo delle infestanti e mezzi di difesa.