Grande attenzione all'individuazione di soluzioni a basso impatto ambientale e alla riduzione dei dosaggi nell'impiego dei prodotti rameici nei lavori che riguardano la peronospora della vite degli atti delle Giornate fitopatologiche 2020; in particolare gli undici lavori dedicati a questa tematica hanno trattato:
  • soluzioni a basso impatto ambientale per ottimizzare la difesa della vite dalla peronospora (quattro lavori);
  • valutazione dell'efficacia e della persistenza di prodotti di copertura e di prodotti penetranti (due lavori);
  • valutazione di nuovi formulati con prodotti di sintesi per la difesa dalla peronospora (tre lavori);
  • studio del Physical mode of action (Pmoa) di un fungicida rameico e modellizzazione della sua efficacia (un lavoro);
  • confronto tra diverse strategie di difesa (un lavoro).

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Soluzioni a basso impatto ambientale per ottimizzare la difesa della vite dalla peronospora

La riduzione dei dosaggi dei prodotti rameici impiegabili nella difesa, maturata nel processo di revisione condotto dall'Unione europea sulle sostanze attive impiegabili in Europa, ha stimolato il mondo della ricerca ad investire per individuare soluzioni che potessero proporre prodotti alternativi allo stesso rame o prodotti che consentissero di potenziare l'attività del rame, consentendone quindi una riduzione nei dosaggi.

Il Crea di Caserta e il Cnr di Pozzuoli hanno presentato un lavoro teso a verificare il possibile impiego nella difesa dalla peronospora di un nuovo adiuvante naturale (Pss®) derivato da carrube di Ceratonia siliqua. Il prodotto è stato impiegato in miscela con ossicloruro di rame con turni fissi di impiego a 7 e a 14 giorni, per complessivi 4 e 7 interventi all'anno, in due prove di campo, condotte nel 2014 e nel 2016. La tesi in discussione è stata messa a confronto con un testimone, con una strategia impostata sull'impiego del solo ossicloruro di rame e con un'altra impostata sull'utilizzo del solo Pss®.
Le due prove, condotte nelle provincie di Benevento e di Avellino, hanno confermato la totale inattività del Pss®, impiegato da solo, nei confronti della peronospora, ma hanno anche evidenziato che la miscela di ossicloruro di rame in miscela con il Pss® è stata significativamente più efficace della tesi in cui l'ossicloruro è stato utilizzato da solo. Inoltre, nei due anni di prova si è evidenziato che le tesi con la miscela di ossicloruro di rame e Pss®, utilizzate sia a 7 che a 14 giorni di intervallo fra loro, hanno fornito performance assolutamente comparabili sia su foglie che su grappoli. Tale riscontro è stato confermato da osservazioni condotte al microscopio elettronico a scansione (Sem) nelle quali è stato rilevato che il rame, impiegato in miscela con Pss®, presenta ancora, a 14 giorni dal suo impiego, una distribuzione uniforme sulle lamine fogliari, mentre, quando è impiegato da solo, già a otto giorni dall'applicazione, le particelle di rame risultano sparse e localizzate solo in alcune aree della lamina fogliare. Gli autori ritengono quindi che l'impiego come adiuvante del composto derivato dai galattomannani (Pss®), ottenuto dalle carrube di Ceratonia siliqua, potrebbe consentire di allungare la persistenza dei fungicidi consentendo quindi di andare a ridurre i dosaggi dei prodotti fitosanitari impiegabili nella difesa della vite.

Landlab, di Quinto Vicentino e di Catania, ha invece presentato un lavoro sull'impiego di LL017, un estratto vegetale di una pianta comunemente coltivata, che ha dimostrato di aumentare la resistenza nei confronti di Phytophthora infestans, nelle patate e nel pomodoro, e di Plasmopara viticola, nella vite. Nelle tre prove condotte a Cuneo, sulla vite, a Catania, su patata, e a Vicenza, su pomodoro, l'utilizzo del LL017 è stato messo a confronto con varie strategie di difesa impostate sull'impiego di prodotti rameici (su tutte le colture), su fosfito di potassio e metalaxyl-m + ossicloruro di rame su patata e pomodoro. Su pomodoro LL017 si è differenziato statisticamente dal testimone, non si è differenziato, ma è stato numericamente leggermente inferiore, al rame e al fosfito di potassio ed è stato significativamente inferiore al metalaxyl-m + ossicloruro di rame. Su patata LL017 si è differenziato dal testimone ed ha avuto una performance in linea con gli altri prodotti messi a confronto. Sulla vite LL017 è stato impiegato in miscela con dosi ridotte di rame (-33%) ed è stato confrontato con lo stesso prodotto rameico utilizzato da solo a dose piena e a dose ridotta (-33%). Su grappolo l'aggiunta di LL017 a un dosaggio ridotto di rame (-33%) ha consentito di ottenere un grado di protezione paragonabile allo stesso prodotto rameico utilizzato a dosaggio pieno, mentre si è differenziato statisticamente rispetto allo stesso prodotto rameico con un dosaggio ridotto del 33%. Su foglie, la miscela di rame (-33%) con LL017 ha manifestato una performance statisticamente intermedia tra il rame a dosaggio pieno, la più efficace, e l'utilizzo del solo del rame a dose ridotta. In via preliminare gli autori ritengono quindi che, in attesa di ulteriori studi di approfondimento, l'estratto vegetale saggiato (LL017) abbia fornito interessanti riscontri nel contenimento della peronospora, su pomodoro, patata e vite, e possa potenziare l'efficacia degli strumenti di difesa attualmente a disposizione.

L'Istituto per la bioeconomia del Cnr di Bologna ha presentato prime evidenze sperimentali su applicazioni di Trichoderma e silicio nei confronti della peronospora della vite. Il lavoro è stato condotto in campo e in ambiente controllato. In ambiente controllato sono state gestite viti in vaso trattate alle radici con un formulato a base di una miscela tra Trichoderma asperellum e T. gamsii a confronto con applicazioni fogliari con silicio, in forma di soluzione di gel di silice, e con un testimone. Dopo l'inoculo con Plasmopara viticola è stato accertato il grado di attacco di peronospora che è risultato significativamente più contenuto nelle tesi trattate con Trichoderma, con silicio e con la loro miscela, rispetto al testimone. A conferma di tale riscontro è stato inoltre verificato come nelle foglie delle tesi trattate con le due sostanze. la presenza di acido jasmonico, che è la sostanza che le viti autoproducano per limitare i danni derivanti dalle infezioni di peronospora, è significativamente superiore. Tale tendenza è stata confermata in due delle tre sperimentazioni condotte in pieno campo in cui le performance migliori sono state ottenute da tesi che hanno ricevuto la difesa tradizionale con prodotti rameici, ma l'attacco di peronospora è stato significativamente ridotta nelle tesi trattate solo con un'applicazione al terreno con Trichoderma e/o un'applicazione fogliare con silicio. I risultati sono quindi molto interessanti e rimane ora da approfondire la possibile integrazione di applicazioni con Trichoderma e silicio con la normale difesa con prodotti rameici.

Il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell'Università di Ancona con la Società cooperativa agricola Terre Cortesi Moncano hanno, invece, presentato un lavoro che ha studiato la miscibilità di diversi formulati a base di chitosano con diversi formulati impiegabili in agricoltura biologica. Sono stati saggiati formulati di chitosano che hanno ricevuto l'approvazione come sostanze di base da parte dell'Ue (Chitosano della ChiPro GmbH – Brema Germania) con altri che non la hanno ancora ricevuta. La sostanza autorizzata è risultata miscibile con ossicloruro di rame e olio essenziale di arancio dolce, parzialmente miscibile con zolfo bagnabile e non miscibile con idrossido di rame e poltiglia bordolese. Il lavoro presentato è molto interessante e fa ben capire come, con l'introduzione di nuove soluzioni applicative che possono contribuire a ottimizzare la difesa antiperonosporica, occorre porre attenzione a molteplici aspetti che potrebbero condizionare la buona riuscita dei trattamenti; la miscibilità tra le diverse sostanze impiegate in un intervento fitosanitario è quindi molto importante e non deve mai essere sottovalutata.


Valutazione dell'efficacia e della persistenza di prodotti di copertura e penetranti

L'individuazione di efficaci strategie di difesa dalla peronospora presuppone una perfetta conoscenza sull'attività e la persistenza delle diverse sostanze attive a disposizione. A tal fine sono stati presentati due lavori sperimentali condotti dal centro di saggio Astra Innovazione di Faenza e dal Servizio fitosanitario della Regione Emilia Romagna che hanno saggiato in pieno campo e in semi campo diverse sostanze attive di copertura e penetranti, impiegate da sole e senza il ricorso a miscele con altre sostanze attive. Unica eccezione per il metalaxyl-m per il quale non si è resa disponile una formulazione singola e per il quale è stata impiegata la sua miscela con il mancozeb. In semi campo sono state condotte tre prove con prodotti che sono stati impiegati preventivamente a 7 e a 10 giorni prima dell'inoculo artificiale della Plasmopara viticola.
Le performance migliori sono state ottenute da oxathiapiprolin, seguito da folpet e mancozeb. Intermedia l'attività di cyazofamide. Più contenuta ma sempre positiva l'attività di zoxamide, metalaxyl-m + mancozeb, mentre limitate le performance di cimoxanil e dimetomorf. Un po' altalenanti i dati per ametoctradina.
In pieno campo sono state condotte due prove nel 2017 e nel 2018 a Bagnacavallo (Ra).
I dati sono sostanzialmente in linea con i risultati conseguiti in semi campo; su grappolo i risultati migliori si sono avuti a carico della oxathiapiprolin seguita da metalaxyl-m + mancozeb, folpet e zoxamide; di poco inferiori le performance di mancozeb, cyazofamide e ametoctradina, mentre più limitate sono risultate le prestazioni di mandipropamide, dimetomorf e cimoxanil.


Valutazione di nuovi formulati con prodotti di sintesi per la difesa dalla peronospora

Il Consorzio agrario di Ravenna e Adama Italia hanno presentato un lavoro di due anni di prove sull'efficacia della miscela folpet + fosfonato di potassio (Vinergy®). I risultati evidenziano una interessante attività della miscela in sperimentazione nel contenimento della peronospora, sia su foglia che su grappolo. Su foglia la performance della nuova formulazione è stata analoga a quella manifestata da folpet + metalaxyl-m, cyazofamide + fosfonato di sodio e superiore a folpet + amisulbrom. A livello di grappolo folpet + fosfonato di potassio ha mostrato un effetto analogo a folpet + metalaxyl-m, paragonabile a quella di folpet + amisulbrom, e inferiore a cyazofamide + fosfonato di sodio.

Due lavori hanno invece riguardato una nuova formulazione a base di cyazofamide (Daramun®); i centri di saggio Agricola 2000 di Tribiano (Mi) e Astra Innovazione di Tebano (Ra), insieme alla società Diachem, hanno approfondito la sua attività nei confronti di peronospora.
Il centro di saggio Sagea, insieme alla società Diachem, hanno presentato un lavoro che, oltre all'efficacia, ha anche testato la resistenza della nuova sostanza al dilavamento. Il nuovo formulato Daramun® (100 g/L di s.a.) si contraddistingue per un'elevata affinità alle cere e per la presenza all'interno del formulato di uno specifico coadiuvante organo-siliconico che permette di ridurre la tensione superficiale, aumentando l'adesione della s.a. alla superficie trattata.
Per quel che riguarda l'efficacia sono state complessivamente presentate 6 prove su uva da vino (Bagnacavallo, Ra), Rocca de Giorgi (Pv), Cisterna d'Asti, Rodello nel 2015 e nel 20016 (At) e Castelnuovo Berardenga (Si) e 2 prove su uva da tavola (Castellaneta, Ta e Caltagirone, Ct). In tutte le prove su foglie e su grappolo il nuovo formulato ha dimostrato un'ottima efficacia nel contenimento della peronospora nei confronti di diverse strategie di difesa e di altri formulati contenenti cyazofamide (Mildicut®).


Studio del Physical mode of action (Pmoa) di un fungicida rameico e modellizzazione della sua efficacia

Il Diproves dell'Università di Piacenza ha presentato un lavoro molto interessante sullo studio del Physical mode of action (Pmoa) di un fungicida rameico e sulla modellizzazione della sua efficacia. Il lavoro, che è stato condotto per la valutazione dell'Heliocuivre®, un nuovo formulato a base di idrossido di rame caratterizzato dalla presenza di alcoli terpenici che ne migliorano l'adesività e la persistenza e ne riducono la fitotossicità rispetto ai più tradizionali rameici, ha presentato, secondo gli autori, una elevata attività antiperonosporica.
Il lavoro, condotto sulla base di esperienze in ambiente controllato e di campo condotte in due anni in diverse fasi fenologiche, è stato realizzato per la determinazione di tutte le caratteristiche che influenzano l'uso pratico del fungicida (Pmoa): il tipo di attività, in relazione all'interazione pianta-patogeno, la localizzazione del fungicida rispetto alla pianta, la dinamica nel tempo del fungicida sulla superficie o nei tessuti vegetali, la durata e il grado di attività del fungicida. La metodologia di valutazione adottata, già testata e pubblicata in precedenza dallo stesso gruppo di studio su un altro formulato, ha consentito di calibrare un modello matematico che simula l'efficacia del prodotto in vigneto. Secondo gli autori, la metodologia proposta potrebbe consentire di valutare efficacemente, e su dati oggettivi, l'attività di tutti i fungicidi disponibili nel portafoglio dei prodotti disponibili per la difesa della vite dalla peronospora.


Confronto tra diverse strategie di difesa

VitEn di Calosso (At) ha presentato un lavoro che è stato svolto nel 2018 e nel 2019 in un vigneto nell'astigiano in cui sono state poste a confronto diverse combinazioni di prodotti fitosanitari impiegati in quattro interventi svolti nel periodo più delicato per la difesa della vite dalla peronospora e concentrati nel periodo tra la prefioritura e la prechiusura grappolo.
Nel 2018 su grappolo tutte le strategie saggiate hanno fornito una buona performance, mentre su foglie, nell'ultimo rilievo, si è positivamente differenziata la tesi in cui sono stati impiegati due interventi con folpet + iprovalicarb, seguiti da due interventi con fosetil-Al + fluopicolide. Nel 2019 su foglie la tesi più performante ha visto l'utilizzo di due interventi con metiram + dimetomorf più fosfonato di potassio, seguiti da due applicazioni con fosetil-Al + fluopicolide; su grappolo tutte le tesi sono state performanti per quel che riguarda la severità, mentre, relativamente all'incidenza, è stata l'esecuzione di due interventi con fosetyl, seguita da due interventi con fosetyl + fluazinam che ha fornito la migliore prestazione.
Gli autori evidenziano che complessivamente tutte le strategie di difesa si sono dimostrate valide e hanno fornito risultati più che soddisfacenti anche a fronte degli alti livelli di attacco che sono stati riscontrati nei testimoni. Va peraltro segnalato che le alte performance riscontrate potrebbero essere state avvantaggiate dalle attrezzature utilizzate per le prove sperimentali che consistevano in una irroratrice sperimentale scavallante, che ha quindi garantito una uniforme ed omogenea bagnatura delle viti.

Queste alcune analisi sintetiche e soggettive, per una lettura più completa dei lavori si invita ad acquisire gli atti prendendo contatto direttamente con la segreteria organizzativa delle Giornate fitopatologiche al seguente indirizzo email: giornatefitopatologiche@unibo.it
Le Giornate fitopatologiche, a cadenza biennale, rappresentano un momento di confronto e di discussione tra gli esperti della fitoiatria italiana.
L'edizione 2020 ha prodotto oltre 130 lavori raccolti in circa 1200 pagine.

In un'ottica di divulgazione, AgroNotizie ha riassunto i contenuti in un ciclo di articoli dal nome "Difesa e diserbo, lo stato dell'arte" dedicati alla difesa dalle avversità animali, difesa dalle malattie, controllo delle infestanti e mezzi di difesa.