Scadrà il 4 marzo il termine per fare le segnalazioni delle problematiche che minacciano le api sia quelle da miele che quelle selvatiche, all'Efsa, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare.

L'Efsa ha infatti rilanciato la campagna di raccolta dati sui possibili fattori di stress delle api in vista della revisione delle linee guida per le autorizzazioni dei fitofarmaci. Una campagna a cui possono partecipare tutti i soggetti interessati.

La storia della revisione delle linee guida per l'autorizzazione dei fitofarmaci inizia nel maggio del 2019 quando la Commissione europea chiede all'Efsa di rivedere le linee guida già pubblicate nel 2013 perché considerate troppo restrittive.

Da qui parte un lavoro di revisione e di studio che ha portato alla pubblicazione nel luglio del 2020 di un rapporto che metteva in luce alcune criticità nelle considerazione dello stato di salute delle api fatta fino a quel momento.

In particolare venivano messi in evidenza aspetti che da un lato potevano risultare eccessivamente prudenziali e dall'altro aspetti che potevano essere invece troppo permissivi, soprattutto per una scarsa documentazione e conoscenza dello stato delle cose.

Tra i dati ritenuti troppo prudenziali c'era, ad esempio, il tasso di mortalità giornaliera naturale delle api da miele bottinatrici, fissato prima al 5,3%, ma che il rapporto ha stabilito essere troppo basso, portandolo al 10-12%. Cosa che permette di considerare naturale, non attribuibile ad esempio ad intossicazione da fitofarmaci e quindi 'accettabile', una mortalità delle bottinatrici del 10-12%.

Tra i dati ritenuti sovrastimati ci sono quelli riferiti ai bombi, dove invece il livello di mortalità naturale fissato al 4,4% nel 2013 è stato considerato troppo alto e per alcune specie di bombi, come il Bombus terrestris, che risulta avere una mortalità naturale del 3,3%. In questo caso il valore sovrastimato del 2013 porterebbe a una minore tutela dei questa specie di bombi.

E sempre per i bombi il rapporto del 2020 rileva come per alcune specie i dati siano troppo lacunosi perché magari si basano su un solo studio, come nel caso del Bombus hortorum e del Bombus ruderatus.

Così come lacunosi o basati su un numero troppo piccolo di studi sono stati considerati i dati relativi alle condizioni delle api solitarie, che nelle linee guida del 2013 aveva preso in considerazione solo quattro specie (Osmia rufa, Osmia cornuta, Megachile rotundata e Lasioglossum fratellum) rispetto alle migliaia esistenti.

Ora quindi l'Efsa sta per chiudere una nuova campagna di raccolta dati per poter avere una visione più precisa e completa dello stato delle cose e per cercare di arrivare alla definizione di nuove linee guida che siano in grado di proteggere le api e di garantire un uso sostenibile e tecnicamente efficace dei fitofarmaci.

Per inviare le proprie osservazioni entro il 4 marzo sarà necessario compilare in inglese la modulistica informatica ufficiale seguendo le istruzioni indicate dall'Efsa.

Per altri approfondimenti sul tema si rimanda alla pagina ufficiale sull'aggiornamento delle linee guida disponibile anche in italiano.