In Italia molte aziende agricole hanno i propri terreni sparsi su un'ampia superficie. Questo comporta un difficile monitoraggio delle condizioni ambientali, specialmente se i campi si trovano in contesti pedoclimatici differenti, come la collina o il litorale.

Per far fronte a questa difficoltà è possibile ricorrere all'impiego di centraline meteo collegate in cloud e quindi in grado di raccogliere dati e trasmetterli in maniera automatica. Uno strumento che semplifica la vita dell'agricoltore e che permette una gestione di precisione dei campi.

È questo il caso dell'azienda agricola Reggiana, 20 ettari vitati a Borzano (Reggio Emilia) che ha sempre dovuto fare i conti con la difficoltà di gestire i propri appezzamenti dislocati su quattro comuni differenti, per di più in una zona collinare dove le condizioni ambientali possono essere molto difformi.

"Prima per sapere se nei nostri campi aveva piovuto l'unico modo era quello di recarsi fisicamente e controllare di persona, ma grazie all'utilizzo di centraline smart ora è possibile tenere sotto controllo i principali parametri dal cellulare", racconta Fabio Coloretti, socio e agronomo dell'azienda vitivinicola Reggiana, una delle aziende analizzate dall'Osservatorio Smart AgriFood (School of management del Politecnico di Milano e Laboratorio Rise - Research & innovation for smart enterprises dell'Università degli studi di Brescia) nel suo report sull'agricoltura 4.0.

Fabio, partiamo dall'inizio, quando avete installato la prima centralina meteo?
"La prima capannina è del 2001 ed è stata installata nel corpo aziendale principale. Non era ancora smart ma era estremamente utile perché ci forniva i dati puntuali della nostra area quando ci servivano. Il problema è che questa centralina generava dati affidabili solo per una parte dei nostri vigneti, mentre quelli che si trovavano più distanti, specialmente oltre le colline, ad altitudini maggiori, non erano monitorati".

Da qui la decisione di installare le altre centraline?
"Esatto. Nel 2018 abbiamo rinnovato la capannina del corpo aziendale e ci siamo dotati di altre centraline meteo in grado di rilevare i principali parametri ambientali e di inviare i dati in cloud tramite connettività Gsm".

Come consultate questi dati?
"I dati sono disponibili tramite un portale o attraverso app. In questo modo quando la mattina mi sveglio posso sapere se nei vigneti distanti 15 chilometri ha piovuto, ci sono state gelate oppure vento forte, solo per citare alcune informazioni disponibili".

Qual è il vantaggio di utilizzare capannine smart?
"È quello di avere sempre sotto controllo le condizioni ambientali dei propri vigneti, senza la necessità di doversi spostare fisicamente in campo. Inoltre i dati raccolti sono alla base del Sistema di supporto alle decisioni (Dss, ndr) che utilizziamo per gestire al meglio la difesa fitosanitaria".
 
Ci puoi spiegare?
"Il portale che raccoglie i dati ha anche un Dss che ci permette di conoscere il livello di rischio a cui sono sottoposte le viti per quanto riguarda peronospora, oidio, botrite e legno nero. In altre parole il sistema, analizzando i dati di campo, ci dà un'idea di quanto è probabile che l'infezione fungina si diffonda".

In quale modo sfruttate le informazioni del Dss?
"Il grosso vantaggio è che riusciamo a mettere in campo una difesa tempestiva e più consapevole. Facciamo i trattamenti non sulla base dei bollettini regionali, che pure sono importanti, ma su informazioni specifiche del nostro vigneto".

Questo si traduce in un numero minore di trattamenti?
"Trattando solo quando è necessario si può avere anche una riduzione di trattamenti complessivi a fine anno, pur ottenendo produzioni sane e di qualità. Questo significa un risparmio economico e di tempo, ma permette anche una maggiore sostenibilità ambientale della viticoltura".

Non è semplice tuttavia affidarsi alle valutazioni di un software, no?
"Il Dss fornisce semplicemente delle indicazioni di rischio, sta poi al tecnico interpretare questi dati e decidere se trattare oppure meno. La differenza è che le decisioni vengono prese sulla base di dati affidabili e puntuali che ci fanno stare molto più tranquilli nella gestione del vigneto".

Come è stata accolta l'introduzione di questi strumenti in azienda?
"Molto bene direi. Anche mio padre che ha settant'anni ormai utilizza l'app per tenere monitorati i vigneti. Certo, all'inizio ci sono state alcune difficoltà, soprattutto perché il software è in lingua inglese, ma oggi lo utilizziamo tutti quotidianamente".

L'investimento che avete fatto è stato economicamente sostenibile?
"Assolutamente . Basta effettuare un trattamento in meno che già il costo della centralina è stato coperto. Ma anche se non ci sono risparmi da questo punto di vista la serenità di poter gestire un'azienda sulla base di dati affidabili è impagabile".

Avete nuovi progetti in cantiere?
"Ci piacerebbe avere una mappatura delle produzioni in modo da poter creare delle mappe di produzione che sono poi la base per la realizzazione delle mappe di prescrizione per la concimazione o la vendemmia selettiva. Fino ad oggi siamo stati soddisfatti dei vantaggi garantiti dalle nuove tecnologie e siamo curiosi di sperimentare approcci nuovi".

Image Line è partner dell'Osservatorio Smart AgriFood