Nel 2017 e negli anni successivi negli areali del Nord Italia vocati all'olivicoltura si è assistito al fenomeno della cascola verde precoce. Le drupe in formazione dimostravano una scarsissima resistenza allo scuotimento e cadevano facilmente al suolo al minimo disturbo. Inizialmente si pensò all'azione di microrganismi patogeni, ma questa causa fu scartata perché il fenomeno coinvolgeva anche piante debitamente protette. E anche l'azione del clima non sembrava spiegare il fenomeno.

Successivi rilievi e prove in campo hanno invece individuato nella cimice asiatica (Halyomorpha halys) il colpevole di questo fenomeno. Ad intuire il legame tra cimice e cascola verde sono stati gli agronomi Michele Dell'Oro, Giandomenico Borelli e Matteo Ghilardi che hanno condotto dei test in campo in diversi impianti nei pressi del Lago di Como.


Halyomorpha halys e cascola verde

"Dai rilievi in campo abbiamo constatato che H. halys è in grado di colonizzare l'olivo e di penetrare l'epidermide della drupa con il suo apparato pungente-succhiante fino ad arrivare all'embrione in formazione", racconta Michele Dell'Oro. "Sezionando le olive colpite si può individuare una necrosi all'interno della polpa che talvolta è visibile anche esternamente".
 
Neanidi di Halyomorpha halys sotto una foglia di olivo
Neanidi di Halyomorpha halys sotto una foglia di olivo
(Fonte foto: Michele Dell'Oro)

Per confermare il legame tra cimice e cascola gli agronomi hanno isolato tramite rete alcuni rami fruttiferi e hanno inserito all'interno delle maglie degli esemplari di Halyomorpha halys in vari stadi di crescita. I risultati hanno confermato la tesi: la cimice è la causa della cascola che può arrivare a percentuali che oscillano tra il 90 e il 100% nelle prove di campo.


I danni da Halyomorpha halys su olivo

La cascola verde può coinvolgere anche percentuali elevate di olive che cadono al suolo ancora verdi e apparentemente intatte o con macchie necrotiche marroni. Il fenomeno interessa le drupe dai primissimi stadi di formazione fino ad indurimento del nocciolo, quando la lignificazione impedisce alla cimice di penetrare in profondità nel frutto.
 
Oliva necrotica e cascolante causa puntura di cimice asiatica
Oliva necrotica e cascolante causa puntura di cimice asiatica
(Fonte foto: Michele Dell'Oro)

I danni causati da H. halys sono dunque primariamente di tipo quantitativo, in quanto percentuali anche elevate di olive, fino al 90%, possono cadere a terra. Ma una ricerca in corso ipotizza anche effetti negativi delle punture di suzione anche per quanto riguarda la qualità dell'olio prodotto. Se infatti gli attacchi di cimice asiatica antecedenti lo stadio di indurimento del nocciolo causano la cascola, quelli successivi possono dar luogo a deformazioni, riduzione del tasso di crescita dei frutti o imbrunimenti localizzati.


Gli effetti della cimice sull'olivicoltura nazionale

Oggi nelle regioni settentrionali, fortemente interessate dalla presenza della cimice asiatica, si sta sperimentando il lancio di parassitoidi, come la vespa samurai (Trissolcus japonicus), per il controllo delle popolazioni di H. halys. Un insetto che dalla sua introduzione in Italia si è diffuso a macchia d'olio interessando tutto il Nord e parte del Centro Italia.
 
La prossima stagione ci dirà se questo metodo di biocontrollo sarà efficace, in caso contrario è da prevedere che la diffusione della cimice asiatica continui il suo percorso di discesa verso le regioni meridionali, dove potrebbe portare danni anche consistenti all'olivicoltura, già provata dalla Xylella fastidiosa.
 
H. halys allo stadio preimmaginale su foglia di olivo
H. halys allo stadio preimmaginale su foglia di olivo
(Fonte foto: Michele Dell'Oro)

È tuttavia ancora prematuro fare delle valutazioni da questo punto di vista, anche perché la cascola precoce è un fenomeno che è influenzato molto non solo dalla presenza dell'insetto, ma anche dall'areale e dalla cultivar. "Da questo punto di vista abbiamo potuto constatare che la varietà Leccino è quella più sensibile rispetto alle altre, come Frantoio e Casaliva, diffuse al Nord".

Ad oggi i frutticoltori del Nord Italia combattono la cimice con vari metodi, il più efficace dei quali è certamente la rete anti-insetto. Gli oliveti tuttavia mal si addicono a questo genere di difesa e dunque l'impiego di insetticidi sembra essere l'unica alternativa disponibile. Ad oggi tuttavia, secondo quanto riportato dal portale Fitogest, solo la deltametrina è registrata contro cimice asiatica su olivo.