Negli ultimi anni la cimice asiatica, specie aliena, sta provocando gravissimi danni alla frutticoltura ma non solo, in ambiente urbano infatti è responsabile di danni alle piante di interesse ornamentale e causa forti disagi alla popolazione poiché cerca rifugio nelle abitazioni domestiche in gran quantità.

Nel contrasto alla diffusione di questo insetto, l'utilizzo di molecole di sintesi non ha dato nessun risultato soddisfacente. Oltretutto esiste il rischio di alterare gravemente la salute dell'ambiente in cui vengono utilizzate. In ogni caso in ambiente urbano e in tutte le aree sensibili frequentate dalla popolazione, l'impiego di tali molecole è vietato dal "Piano nazionale d'azione per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari" (Dlg 150/2012).

La lotta biologica rimane quindi l'unica strada possibile per contrastarne la diffusione e per questo si stanno valutando le possibilità a disposizione. E' noto che a livello nazionale si è deciso di introdurre un insetto esotico, la vespa samurai (Trissolcus japonicus), grazie al Decreto del presidente della Repubblica 102/2019 che supera il divieto di reintroduzione, introduzione e popolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone, sulla base di studi che evidenzino l'assenza di effetti negativi sull'ambiente.

A Faenza (Ra) si è deciso, in continuità a una scelta di gestione sostenibile iniziata nei primi anni 90, di intraprendere una serie di azioni alternative ed in particolare la sperimentazione con lancio di Anastatus bifasciatus, un imenottero parassitoide della Halyomorpha halys, nome scientifico della cimice asiatica. Tale insetto è stato studiato, allevato e commercializzato dalla biofabbrica Bioplanet di Cesena. Il parassitoide si trova già in natura nel territorio italiano ed europeo e grazie al suo ciclo vitale, che prevede anche la parassitizzazione a spese delle ovature della cimice come tra l'altro la vespa samurai, può contribuire fortemente alla riduzione della popolazione della specie aliena.

 
Sperimentazione con lancio di Anastatus bifasciatus

Un momento del lancio di Anastatus bifasciatus a Faenza
(Fonte foto: ph. Antonio Veca©)

Si tratta di un piccolo insetto di circa 3 mm la femmina e 2 mm il maschio, di colore verde metallico. Durante la sua vita, che ha una durata di 2-3 mesi, ogni femmina depone circa cinquanta uova.
Il primo lancio di cinquecento esemplari è avvenuto giovedì 23 luglio 2020 in via Boschi, un'area di nuova urbanizzazione ricca di aree verdi e viali alberati, ai confini con la campagna faentina. L'operazione è stata eseguita dai tecnici del settore Ambiente e giardini del Comune di Faenza con insetti forniti dalla Bioplanet di Cesena. E' previsto annualmente il lancio in altre aree cittadine. Ogni anno si verificherà se l'insetto è riuscito a diffondersi stabilmente nel territorio.

Il Servizio per preservare e dare continuità alla popolazione immessa, come già sperimentato con altri insetti utili, attua tecniche agronomiche allo scopo di favorire la loro presenza nell'ambiente cittadino ed, in particolare, il mantenimento di zone a prato naturale, dove le specie erbacee possono completare il loro ciclo naturale e ospitare così gli insetti, offrendo loro nutrimento e rifugio.

 
Faenza: primo lancio di cinquecento esemplari di Anastatus bifasciatus

Faenza: il primo lancio di cinquecento esemplari  di Anastatus bifasciatus è avvenuto giovedì 23 luglio 2020 in via Boschi
(Fonte foto: ph. Antonio Veca©)

Oltre al prato naturale, è prevista la creazione di nicchie ecologiche come siepature e boschi urbani. Il Servizio Ambiente ha cercato di condividere tutto questo, negli anni, con la popolazione organizzando incontri tecnici, banchetti informativi, convegni, pubblicazioni su social, cartellonistica, per educare il cittadino a perseguire gli stessi obiettivi.

Le esperienze passate del Servizio evidenziano che queste scelte hanno sempre portato ad ottenere ottimi risultati per il contenimento dei parassiti delle piante ornamentali. Ne sono alcuni esempi l'impiego di Adalia bipunctata, Chrysoperla carnea e Aphidius colemani contro gli afidi, ma anche l'utilizzo di Anthocoris nemoralis per contrastare la psilla.
Stefano Caroli e Marco Valtieri
Associazione Pubblici Giardini
Delegazione Emilia-Romagna
   

Footer Pubblici Giardini
Visita il sito - Scopri le Delegazioni regionali
Pagina Facebook - Gruppo Pubblici Giardini Facebook
info@pubblicigiardini.it

Questo articolo fa parte delle collezioni: