Anche quest'anno, in alcune zone delle province di Grosseto e di Livorno, nel Sud della Toscana, si stanno verificando defoliazioni di piante dovute a infestazioni di larve di Lymantria dispar L.

Particolarmente colpiti i boschi del parco di Montioni e il promontorio di Piombino, come segnalato anche dalla Cia di Livorno, preoccupata dalla possibile espansione dell'attacco alle specie forestali e a quelle coltivate in prossimità delle zone boschive.

Lymantria dispar, detto comunemente anche bombice dispari, è un lepidottero diffuso in gran parte dell'emisfero settentrionale. Gli adulti sono di colore bianco opaco, mentre le larve hanno una colorazione bruna con chiazze giallo aranciate e ricoperte da una fitta peluria che però non è urticante come quella della processionaria del pino o della quercia.

E sono proprio le larve a causare i danni alle piante, mangiando le foglie e causando vaste defoliazioni soprattutto quando, ciclicamente, si hanno delle esplosioni di popolazioni, cosa che è avvenuta quest'anno e che stanno diventando più frequenti in queste ultime stagioni.

Le larve sono polifaghe, cioè possono nutrirsi di foglie di molte specie di piante, la maggior parte di interesse forestale come il cerro, la roverella, il leccio, l'orniello, il rovo, l'erica, il corbezzolo e il carpino, ma anche di interesse agrario come il castagno e il nocciolo, con defoliazioni anche totali che non portano alla morte della pianta, ma comunque ad un suo indebolimento.

Come ricorda il Servizio fitosanitario della Toscana, per Lymantria dispar a differenza della processionaria del pino non sono previsti interventi di lotta obbligatoria e spesso queste esplosioni di popolazione tendono ad essere seguite a cali di popolazione dovute all'azione di altri insetti.

In ogni caso l'unione dei comuni delle Colline Metallifere ha iniziato la lotta biologica con trattamenti di Bacillus thuringiensis, mentre il Servizio fitosanitario continua a monitorare la situazioni assieme al Crea.

Le esplosioni di popolazione infatti non sono evitabili, ma sono prevedibili in base al numero di uova e al tasso di parassitizzazione, in modo da poter programmare interventi di lotta biologica mirata e limitare i danni.