L’assessorato dell’Agricoltura della Regione Siciliana – con Decreto del dirigente generale n. 1501 del 21 maggio scorso – ha emanato il bando per la sottomisura 5.2 del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 relativa al “Sostegno a investimenti per il ripristino dei terreni agricoli e del potenziale produttivo danneggiati da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici”.

La dotazione finanziaria di questo bando per la sottomisura 5.2 è pari a 10 milioni di euro, dei quali 6 milioni e 50mila in quota al Fondo europeo per l’agricoltura e lo sviluppo rurale.
La disponibilità della suddetta dotazione finanziaria è subordinata – è specificato nel bando - all’approvazione da parte della Commissione europea della rimodulazione finanziaria della sottomisura”.

Si tratta di un bando riservato alla ricostruzione del patrimonio arboreo colpito da fitopatie. In particolare “gli interventi saranno rivolti alla ricostituzione di impianti danneggiati dai seguenti patogeni: con riferimento al pero il batterio Erwinia amylovora, alle drupacee il virus della Sharka (PPV)” Per gli agrumi l’aiuto è rivolto alla ricostruzione di impianti colpiti dal “virus della Tristeza (Ctv) ed il malsecco degli agrumi Plenodomus tracheiphilus con esclusivo riferimento al limone”.

Secondo quanto esposto nel bando, possono presentare istanza gli agricoltori che, prima della domanda, hanno subito un danno causato dalla fitopatia alla coltura arborea, in ordinario stato colturale, in misura non inferiore al 30% del potenziale agricolo interessato, riferito a ogni singola unità produttiva aziendale, omogenea per caratteristiche fisiche e agronomiche destinata ad agrumi (per il CTV), limone (per il malsecco Plenodomus tracheiphilus), pomacee (per Erwinia amylovora), drupacee (per la Sharka).

Il danno subito deve essere attestato formalmente dal nulla osta fitosanitario. La percentuale di danno è calcolata con una delle due modalità alternative di seguito descritte, da espletare prima della presentazione della domanda di sostegno.

Per gli organismi nocivi da quarantena (Erwinia amylovora in zone protette), la percentuale di danno si calcola in termini di superficie sottoposta ad espianto in esecuzione di una misura vincolante prevista dal Regolamento (Ue) 2016/2031, emanata del Servizio fitosanitario regionale, rapportata alla superficie aziendale complessiva della coltura interessata (pomacee), desumibile dal fascicolo aziendale.

Per gli organismi nocivi non da quarantena (CTV, Sharka, Malsecco ed Erwinia in zone non protette), ai fini della percentuale di danno si considera il numero di piante arboree colpite dall’organismo nocivo, con evidente sintomatologia e compromissione della produzione. Il numero di piante danneggiate, dovrà essere rapportato a quello complessivo delle piante della coltura interessata presente nella singola unità produttiva aziendale omogenea, avvalendosi del fascicolo aziendale, nonché di apposita perizia tecnica asseverata (non giurata) e dei referti analitici di laboratori accreditati dal Servizio fitosanitario, prodotti a cura del titolare dell’azienda.

Il prelievo dei campioni, ove previsto, e la perizia tecnica asseverata dovranno essere effettuati da un consulente fitosanitario, incaricato dal richiedente, abilitato in applicazione del Decreto legislativo n. 150/2012.

Per la raccolta dei campioni e l’esecuzione delle analisi vanno seguite alcune prescrizioni.

Nei casi di Sharka delle drupacee e Citrus Tristeza virus nelle zone focolaio e zone tampone, dovranno essere prelevati per le analisi non meno di 10 campioni fogliari per ettaro.

Per Erwinia amylovora dovranno essere effettuate analisi di conferma delle osservazioni visive, con numero di campioni non inferiore a 2 per ettaro; per Plenodomus trachephilus (malsecco del limone) e Citrus Tristeza Virus nelle zone di insediamento non è necessario procedere al campionamento e alle analisi, essendo sufficiente l’esame visivo.

La perizia asseverata dovrà contenere almeno i sei seguenti elementi:
  1. riferimenti catastali e coordinate geografiche delle superfici agricole oggetto di danno da fitopatia;
  2. numero del fascicolo aziendale;
  3. individuazione dell’agente patogeno e descrizione dei danni a seguito d’ispezione visiva;
  4. quantificazione del numero di piante infette, con evidente sintomatologia e compromissione della produzione;
  5. numero di campioni prelevati ed esito diagnostico, quando previsto;
  6. specie e varietà delle piante danneggiate e numero totale delle piante suscettibili alla fitopatia presenti in azienda: sia sane che infette.