Il 17 e 18 febbraio a Bruxelles si parlerà dei clorpirifos, del dimetoato e di controlli residui sulle derrate alimentari e non solo.
 

Clorpirifos e clorpirifos-metile atto secondo

Dopo la revoca a tempo di record comminata ai due celebri fosforganici, le autorità europee intendono completare l’opera mettendo in votazione la proposta di azzeramento dei limiti massimi di residuo delle due sostanze attive sulle derrate alimentari. Secondo la bozza in votazione nella prossima riunione, i nuovi limiti si applicheranno tre mesi dopo l’entrata in vigore del provvedimento, previsto per fine luglio-inizio agosto 2020. Da ottobre in poi l’Europa sarà quindi off-limits per questi due insetticidi, mentre nel resto del mondo potranno circolare liberamente, in quanto i limiti massimi di residuo del Codex Alimentarius, che sono un riferimento per moltissimi paesi, sono rimasti invariati.
 

C’è anche il dimetoato

Per l’un tempo celeberrimo insetticida è in votazione l’azzeramento dei limiti massimi di residui sulle ciliegie che dovrebbero entrare in vigore alla fine dell’estate. Dopo questo azzeramento sulle drupacee, sono ancora numerose le derrate alimentari che potranno entrare in Europa dopo essere state trattate col dimetoato, a cominciare dalle olive, il cui limite massimo di residuo è di 3 mg/kg. Da segnalare che il limite del Codex Alimentarius sulle olive da tavola (per quelle da olio non è previsto) è di 0.5 mg/kg, stranamente molto inferiore a quello europeo.
 

Controlli controlli controlli

Possiamo fissare tutti i limiti che vogliamo, ma se non si fanno i controlli il principio di precauzione e la sicurezza alimentare rimangono un costoso esercizio teorico. La bozza del piano di controlli Ue per gli anni 2021-2022 e 2023 in votazione prevede la ricerca di 182 sostanze attive (un mix di prodotti autorizzati e revocati, selezionati in base a varie priorità). Nel 2021 i controlli saranno previsti per uve da tavola, banane, pompelmi, zucchine, broccoli, meloni, funghi coltivati, peperoni, granella di frumento e olio di oliva.
 

I clorati e il dilemma dei prodotti dual-use

Come per i rameici, grandi assenti di questa riunione (ma torneranno nei prossimi mesi), anche la vicenda dei clorati evidenzia come la legislazione comunitaria faccia fatica ad applicare uniformemente il principio di precauzione.
Basta imbattersi in un prodotto dual-use per rendersi conto che la normativa sui prodotti fitosanitari sia enormemente più restrittiva di qualunque altro settore e che i livelli di protezione tossicologica e ambientale richiesti variano a seconda del “cappello” con cui i prodotti vengono impiegati, come se la stessa quantità dello stesso prodotto immessa nell’ambiente nello stesso modo e nello stesso momento sia più o meno dannosa a seconda se il prodotto è etichettato come prodotto fitosanitario o come concime a base di microelementi (qualsiasi riferimento alla vicenda rame è assolutamente voluto). 
Anche la vicenda dei clorati non grida vendetta quanto quella dei rameici, ma ci si avvicina molto. Il clorato di sodio è stato autorizzato come prodotto fitosanitario erbicida (era il prodotto più utilizzato nel settore ferroviario) sino al 2008, quando è stato revocato per mancanza di supporto (ma forse era impossibile supportarlo) da parte del notificante che ha ritenuto questo business marginale e sacrificabile. Come succede sempre, alla revoca comunitaria si accompagna l’abbassamento al limite inferiore di determinazione analitica dei limiti massimi di residuo sulle derrate alimentari. Come dicevamo prima, finché non si fanno i controlli, va tutto bene: come hanno cominciato a fare le analisi si sono accorti che in moltissime derrate alimentari i livelli di clorati erano ben al di sopra del limite di 0.01 mg/Kg perché questi composti si possono formare in seguito all’utilizzo di soluzioni clorurate disinfettanti durante il trattamento dei cibi e delle acque. Ovviamente queste contaminazioni sono “a fin di bene”, perché i trattamenti con i derivati del cloro hanno lo scopo di evitare danni peggiori, ma se si eccedono i dosaggi il rimedio è peggiore del male: nell’analisi effettuata dall’Efsa sulle conseguenze sulla salute dei residui dei clorati nelle derrate alimentari sono stati evidenziati rischi per le fasce più deboli della popolazione (bambini).
Fortunatamente negli ultimi anni l’azione di “moral suasion” sugli operatori ha fatto sì che nella maggior parte dei casi si utilizzassero solo le quantità necessarie a ottenere l’effetto disinfettante, col risultato di ridurre il rischio per la popolazione entro livelli accettabili. I nuovi limiti di residuo che verranno votati il 17-18 febbraio variano da 0,05 a 0,7 mg/Kg e dovrebbero essere sufficienti a mantenere una protezione accettabile della popolazione, anche se non abbiamo compreso appieno come sarà possibile risalire ai responsabili degli eventuali sforamenti in modo da irrogare le relative sanzioni. Basterà la moral suasion e l’Alara principle?
 

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