È proprio finita. Chlorpirifos, sia etile, sia metile, sono andati. Persi. Magari in futuro rimpianti. Ma l'Europa ha così deciso e non resta che adeguarsi. Però, l'ultima parola si è deciso di lasciarla a loro, in modo da permettergli un commiato degno del ruolo che questi due insetticidi hanno avuto nella difesa delle colture agrarie.

Quindi, non ci rivedremo più?
"Suvvia, non faccia il melodrammatico. Tutto prima o poi finisce e anche a noi alla fine tocca andare in pensione...".

L'avete presa bene, direi.
"Noi? Benissimo. Sarete voi ad avere problemi, mica noi. Siamo molecole: andiamo, veniamo. Ai parassiti che si mangiano i vostri pasti in campo ci penserà qualcun altro. Se bene o se male, non ci interessa. Problema vostro? Problema risolto. Al limite, ci stupiamo del fatto che investiate così tanto ingegno e denaro per svilupparci, ci usiate per anni tutti contenti e poi a un bel momento diventiamo il Demonio in persona e finiamo nel limbo. Colpevoli o meno che si sia...".

La discussione è stata infatti molto accesa sul vostro destino.
"La solita solfa: i Paesi europei che meno ci usano hanno deciso che nemmeno gli altri ci potessero più utilizzare. Ha idea di quanto usassero di noi in Danimarca? Praticamente zero. Ma hanno votato contro. Compresa quell'Inghilterra che ormai sta uscendo dall'Europa, ma si vede che qualche ultimo dispetto agli ex amici del Vecchio Continente lo voleva proprio giocare. E che ci volete fare? Facile fare gli ecologisti con i problemi fitosanitari degli altri...".

Un classico, direi. Una parte di Europa vota contro anche se l'altra parte vota a favore. Peccato che a votare contro siano i Paesi che meno usano i prodotti.
"Appunto. Voi del bacino del Mediterraneo ne avete per così di problemi fitosanitari. Vecchi e nuovi, soprattutto pensando a tutti gli organismi alieni che prima o poi sbarcheranno in Italia, ove casi come la Xylella degli ulivi pare aver insegnato nulla. Pensi solo alla cimice asiatica. Prima sul pero del ferrarese e modenese. Ora si è espansa in altre province e su altre colture, come il nocciolo. Al Sud già tremano per l'uva da tavola. Sa quanti peri e uva da tavola hanno in Danimarca?"

Ah, ma allora ce l'avete proprio con la Danimarca... non lo so, zero?
"Circa. Né hanno ancora la cimice, né tanti altri parassiti che qui stanno già facendo strage. Sembra quasi che lo facciano per farvi dispetto: voi, potenza agricola, messi in difficoltà da chi di agricoltura ne ha un po' meno del vivaista di Grumello Cremonese".

Conosce il vivaista di Grumello Cremonese?
"Certo che sì, dopo 46 anni che bazzico l'Italia conosco ormai tutti".

Addirittura 46? Non credevo...
"Eccome. Le registrazioni più attempate sono del 1974, come il Geodinfos G, geoinsetticida granulare distribuito per anni da Siapa. Oppure il Barral 5G, analogo al precedente. Senza dimenticare che il 1974 è stato anche l'anno dello sbarco in Italia dello storico marchio Dursban, con il quale Dow ha fatto affari d'oro per anni. L'hanno formulato un po' in tutte le salse, dal granulare all'emulsione concentrata. Isagro vendette per anni con il marchio Lorsban, del 1980, anno in cui arrivò anche Reldan 22, fratellino minore a causa di un metile che sostituiva il gruppo etile".

E poi vai di miscele...
"Infatti. La prima fu con carbaryl, in Scacco, sempre di Dow, autorizzato nel 1987. Nel medesimo anno i bianco-rossi americani mi registrarono col marchio Nurelle, in miscela con cipermetrina. Pensi che nel 1998 feci anche una timida comparsa in miscela con dimetoato, con il formulato commerciale Chlormezyl, un'emulsione concentrata a 500 grammi per litro di sostanze attive. Quattro anni dopo anche deltametrina entrava in miscela, in Pyrinex Quick, distribuito anche dall'allora Makhteshim Agan, oggi Adama".

Insomma, ne avete fatti fuori tanti di parassiti...
"Perfino la Saperda del pioppo, guardi. A parte i vari lepidotteri delle colture orticole, frutticole e della vite, come nottue, totricidi e tignole, abbiamo dato legnate anche alle cocciniglie, ai tripidi, all'Altica e al Cleono della barbabietola. Su mais abbiamo tenuto a bada la piralide, ma anche sesamia e diabrotica e come geoinsetticidi eravamo scansati con attenzione anche dagli elateridi. Provi oggi a coltivare patate in certi areali, come quello vogherese, poi me la racconta... col 50% di danno che si portano a casa per quelle maledette larve a strisce".

Infatti credo proprio che vi rimpiangeremo, ma la vostra posizione era indifendibile...
"Per cosa? Per qualche test fatto in vitro che dimostrerebbe l'interazione con il Dna? Ma mi faccia il piacere...".

Perché, non è forse vero?
"Certo che è vero, ma alle dosi alle quali si iniziava a vedere un effetto sul Dna, un organismo completo era già bell'e morto da quel dì. Che fate, avete paura di veder cambiare il Dna a un cadavere? Perché guardi che a tossicità acuta mica scherziamo, né io né il mio fratellino minore. Certo, al confronto con i nostri parenti della generazione precedente, come parathion, siamo quasi acqua fresca, ma io fossi in Lei non ci giocherei mica tanto con noi due...".

Infatti non ci penso neanche a scherzare con degli esteri fosforici. Ma... e le accuse di provocare autismo, ritardi nello sviluppo cognitivo, addirittura riduzioni della circonferenza cranica...
"Continui, le barzellette le sa raccontare molto bene".

Mica sono barzellette, sono pubblicazioni scientifiche.
"Scientifiche, che parolona... E Lei mi chiama pubblicazione scientifica un lavoro in cui si accusa noi esteri fosforici di causare gli incrementi dell'autismo in America, proprio nel lasso temporale in cui ci hanno dimezzato gli usi? Oppure una ricerca dove si ricorre al quoziente intellettivo, già di per sé una mezza bufala, per dimostrare che provochiamo miliardi di danni economici tramite ritardi cognitivi? Si figuri che alcuni degli stessi autori hanno perfino ipotizzato che potessimo causare una riduzione della circonferenza cranica... Peccato che i dati grezzi di quella ricerca non siano mai stati forniti sebbene fosse un'Epa americana a richiederli. Dai su, noi della ricerca scientifica avremmo pure un altro concetto".

Insomma, tutte bufale? È mai possibile?
"Ma no, che tutte bufale... Se ci beve a garganella vedrà che tanto bene non sta, soprattutto se è un feto o un bambino di pochi anni in attivo sviluppo. Ma noi siamo insetticidi, mica succhi di frutta. Veniamo applicati alle colture e alle dosi che restano di noi sui cibi con i residui quegli effetti sono solo un brutto sogno da raccontare allo psicologo. Paracelso Le dice niente?".

Eccome, la dose che fa il veleno. Mi spolmono da anni a spiegare che quello che si vede a milligrammi non si vede a nanogrammi, ma inutilmente a quanto pare.
"Ma Lei continui pure eh? E ringrazi...".

Come ringrazi? E chi dovrei ringraziare?
"Ma tutti gli allarmisti che nei laboratori di (pseudo)ricerca, sulle pagine dei giornali e nelle riunioni coi cittadini fanno l'allarmismo di cui Lei scrive un giorno sì e l'altro pure. Lo capisce sì che grazie anche ai ciarlatani Lei si guadagna lo stipendio?".

In effetti, non avevo mai considerato questo aspetto. Magari perché i ciarlatani guadagnano più di me?
"Ci sta, del resto l'allarmismo è l'affare del Terzo Millennio. Potrebbe farci un pensierino anche Lei, invece di stare qui a spiegare la cosa lì...".

Quale cosa?
"Quella dei nanogrammi e dei milligrammi. Mica dirà che si diverte eh? Altrimenti dallo psicologo ci mandiamo Lei!".

No no, garantisco. Non mi diverto affatto. Ma per quanto sia uno sporco lavoro, qualcuno deve pur farlo, come si suol dire.
"Bravo. Un po' di masochismo in effetti aiuta nel Suo mestiere. Ma ora La dobbiamo salutare. Sa, le revoche incombono e noi siamo un po' indietro con le valigie".

Ah sì? E dove andate di bello?
"In tutti quei continenti in cui non ci hanno proibito e dove continueranno a utilizzarci, cari i nostri furbacchioni. Ma voi tranquilli, in Europa: no Ogm, no pesticidi, via i neonicotinoidi, via glifosate (perché mica penserà che ve lo terrete ancora a lungo eh?), ora via pure noi... Quando vi accorgerete che i parassiti li dovrete schiacciare con la paletta delle mosche fateci un fischio, così un bel pernacchione ve lo regaliamo di sicuro. Magari da quei Paesi in cui gli agricoltori possono ancora fare il proprio lavoro di produttori di cibo per tutti, anziché essere percepiti come avvelenatori di innocenti".

E mi sa che sarebbe pure meritato, il pernacchione, magari in stile Eduardo De Filippo. Ma, scusi, perché Suo fratello metile è stato sempre zitto?
"Guardi, prima dell'intervista mi ha detto chiaro: vai avanti tu, che a me scappa da ridere...".

E loro sì che hanno da ridere. Gli agricoltori italiani un po' meno. Sempre meno. Chissà, magari potrebbero trasferirsi in Danimarca.