Entro la fine del 2019 i rappresentanti dei 28 paesi membri si riuniranno tre volte per decidere in materia di prodotti fitosanitari. Vediamo quello che bolle in pentola.
 

25 novembre: comitato di appello

Il comitato di appello non ha un calendario prestabilito, ma viene convocato quando nei comitati permanenti (nel caso specifico lo Scopaff – legislation) i rappresentanti degli Stati membri non riescono a esprimere una maggioranza qualificata su una o più proposte della commissione. Il comitato di appello si riunisce mediamente 1-2 volte l’anno (nel 2017 si riunì 2 volte, nel 2018 una sola); la riunione in programma il 25 novembre è la seconda del 2019.
In agenda due decisioni che sono destinare a “fare giurisprudenza” in quanto potranno condizionare notevolmente la libertà dei singoli Stati membri di rilasciare autorizzazioni in deroga per emergenza fitosanitaria di prodotti i cui effetti indesiderati sono considerati dalla commissione particolarmente preoccupanti. I rappresentanti dei 28 Stati membri dovranno decidere sulle proposte della commissione di proibire alla Romania e alla Lituania di reiterare le concessioni di autorizzazioni per emergenza fitosanitaria a neonicotinoidi per utilizzarli contro i fitoparassiti del colza. In questo caso gli Stati membri con problemi fitosanitari sono solidali tra loro in quanto “oggi a te, ma domani potrebbe capitare anche a me” e difficilmente si raggiungerà una maggioranza qualificata anche al comitato di appello, che negli ultimi anni, con l’unica eccezione del glifosate, ha sempre evidenziato fumate nere. A meno che la commissione incassi una maggioranza qualificata contraria alla sua proposta, esse verranno portate avanti e quindi probabilmente nel caso delle autorizzazioni di emergenza “nulla sarà più come prima”.
 

25-26 novembre: residui

Normalmente le sessioni residui dello Scopaff vanno via abbastanza lisce, e questa non farà eccezione, non essendo previste votazioni ma solo discussioni e adozioni di nuove linee guida. Le numerose discussioni riguarderanno proposte di fissazione di limiti massimi di residuo di sostanze attive (ne abbiamo contate 66), tra cui clorpirifos e clorpirifos-metile, recentemente assurti alle cronache per i loro problemi tossicologici.
 

5-6 dicembre: legislation

Non è ancora disponibile l’agenda ufficiale dell’ultima riunione dell’anno, ma indiscrezioni suggeriscono che andranno in votazione le proposte il cui voto è stato posticipato nelle precedenti riunioni e per le quali si prevede battaglia: tiofanato-metile, la cui votazione è stata spostata diverse volte per i soliti diverbi con la valutazione dell’Efsa, che nel caso specifico è stata smentita ancora una volta dall’Echa sulla classificazione della sostanza attiva, punto dirimente del suo rinnovo o meno.
L’agenzia di Parma aveva proposto una classificazione (Mutageno 1B) che porta direttamente alla mancata approvazione, ma quella di Helsinki, che ha il compito istituzionale di decidere la classificazione delle sostanze, ha deliberato diversamente, attribuendo all’ultimo benzimidazolico il Mutageno 2, classificazione non entusiasmante ma che non prevede la revoca della sostanza. Anche qui ci sarà battaglia, e non è escluso che nel 2020 si vada al comitato di appello. Tra le altre possibili proposte che potranno essere votate ci sono quelle che nelle precedenti riunioni sono state oggetto di sola discussione, a cominciare da quelle attesissime e temutissime su clorpirifos e clorpirifos-metile.
 

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