Nella presentazione dei risultati della quarta edizione dell'operazione "Silver Axe", Europol, l'agenzia europea incaricata dell'applicazione delle leggi, ha stimato che con le 550 tonnellate sequestrate nel 2019 in 29 paesi (tra cui l'Italia) sarebbe stato possibile trattare 49mila kmq, pari alla superficie dell'Estonia.

A parte le consuete forzature comunicative (nel conteggio si ipotizza che la dose media di impiego sia poco più di 100 grammi per ettaro – hanno sequestrato solo solfoniluree?), il fenomeno della contraffazione dei prodotti fitosanitari è da tempo nel mirino delle autorità che hanno intensificato i controlli alle frontiere (porti, aeroporti e confini di stato) e anche presso stabilimenti di produzione e confezionamento nei paesi interessati dall'operazione. Il fenomeno interessa tutta Europa e non solo: i sequestri sono stati infatti effettuati in Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina e Regno Unito.

Nelle quattro operazioni condotte sinora, "L'ascia d'argento" (Silver Axe) ha condotto al sequestro di un totale di oltre 1.222 tonnellate di agrofarmaci contraffatti, evidenziando una tendenza all'aumento (quasi metà del totale è stata sequestrata nell'ultimo anno).

Le irregolarità riscontrate riguardavano principalmente prodotti di dubbia provenienza "travestiti" da formulati regolarmente autorizzati che, una volta immessi sul mercato, come minimo avrebbero causato un notevole danno commerciale ai titolari di prodotti "in regola" e ai loro utilizzatori (ricordiamo che utilizzare prodotti non registrati – quali sono quelli contraffatti – è punito con sanzioni salate) e probabilmente sarebbero stati anche un pericolo tossicologico e ambientale per via della loro composizione non validata dalle autorità.

L'operazione è stata condotta con la collaborazione delle autorità locali e di 34 aziende private del settore e si è avvalsa anche del supporto dell'Olaf (Ufficio europeo anti frode) che ha fornito informazioni su 120 "carichi sospetti" spediti verso la Ue.
 

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