Purtroppo l’Italia dei furbi (o meglio di quelli che si credono tali), quella del vino al metanolo (1986) e al metil-isotiocianato (1992) tende periodicamente a emergere su quella delle eccellenze artistiche, culinarie e culturali come se non fossimo in grado o non volessimo imparare dagli errori del passato. Anche in materia di fitosanitari, per non incorrere in sbagli che possono costare caro, fino a rendersi complici di veri e propri reati, anche penali, basta seguire alcuni semplici consigli: vediamo quali.
 

Consiglio n° 1. Leggete l’etichetta e usate la testa: i prodotti dual use

Quasi tutte le sostanze hanno più di un utilizzo: il Rame, oltre che come concime e fungicida, si usa praticamente ovunque, a cominciare dai cosmetici (n° 132 allegato IV regolamento 1223/2009 sui cosmetici). Il Diazinone, sostanza attiva proibita in Europa nel 2007 per l’uso in fitoiatria, si usa nelle formulazioni dei farmaci veterinari, anche di libera vendita. Il Malathion, oltre che insetticida approvato nella Ue, è presente nei gel antiparassitari antipediculosi di libera vendita. Nel caso del Rame, per scoprire potenziali illeciti non serve nemmeno leggere approfonditamente l’etichetta: se lo usate in viticoltura e il formulato non è un prodotto fitosanitario regolarmente autorizzato con tutta probabilità state facendo qualcosa di non regolare, in quanto tutti sanno che le carenze di rame sulla vite non esistono. E si contravviene anche alla norma sui fertilizzanti, che impone di usare i microelementi “solo in caso di bisogno riconosciuto” (peccato che non ci siano sanzioni per gli utilizzatori, almeno per ora). E poi non è nemmeno vero che il rame usato nei concimi sia lo stesso di quello usato nei prodotti fitosanitari: provate a vedere se i limiti delle impurezze (piombo, cadmio, arsenico, antimonio, cromo, cobalto e nickel, tutte di rilevanza tossicologica) sono uguali per i concimi e i prodotti fitosanitari. Non rendetevi complici!
 

Consiglio n° 2. Leggete l’etichetta e usate la testa: non credete alle favole, specialmente a quella della Matrina

In questo caso è opportuno rinfrescare la memoria (in questo periodo ce n’è davvero bisogno) andando a ripescare tra i nostri archivi l’operazione “Mela Stregata” in cui sono state sequestrate ingenti quantità di prodotti non meglio identificati, alcuni etichettati come fertilizzanti “capaci di attivare le difese naturali delle piante contro gli insetti dannosi”, che in realtà contenevano la mitica “matrina”, un alcaloide derivato dalle radici della leguminosa Sophora flavescens utilizzato da tempo in Cina e in tutto l’oriente come insetticida, nematocida e anche fungicida e accreditato di un meccanismo di azione neurotossico. Questa sostanza attiva (anche se definita col termine rassicurante di “biopesticida” è tutt’altro che innocuo) è efficace anche a concentrazioni molto basse (sul mercato extra europeo sono presenti formulazioni dallo 0.3% sino al 2%) ed è autorizzato in molti paesi ma non in Europa. Nella relazione redatta dalle autorità nel 2014 questi prodotti che arrivavano dalla Cina etichettati in vario modo venivano descritti come insetticidi estremamente economici e molto efficaci. Vi siete mai chiesti perché nessuna impresa abbia ancora provato ad avviare legalmente un business in Europa basandosi su questo promettentissimo ingrediente? Forse perché le sue controindicazioni rendono incerta la possibilità di registrarlo secondo le strettissime regole Ue?
 

Consiglio n° 3. Leggete l’etichetta e usate la testa: se non si può usare in agricoltura tradizionale non si può usare nemmeno in agricoltura biologica

L’agricoltura biologica deve sottostare prima di tutto alle regole dell’agricoltura tradizionale: facciamocene una ragione. Diffidate da prodotti non autorizzati o con definizioni fantasiose e il cui unico pregio è quello di essere "adatti per l’organic farming”.
 

Consiglio n° 4. Leggete l’etichetta e usate la testa: l’Iva non c’entra

Nella relazione delle autorità alcuni paragrafi sono dedicati anche all’evasione fiscale perpetrata etichettando insetticidi come fertilizzanti che godono dell’Iva agevolata al 4%, ponendo l’accento anche sulla parte economica della questione. Attenzione: non è che la dicitura “non è un prodotto fitosanitario” e l’Iva al 22% renda regolari prodotti non autorizzati ma che di fatto vengono usati come fitosanitari senza essere dotati della necessaria autorizzazione.
 

Consiglio n° 5. Leggete l’etichetta e usate la testa

Tanto per ribadire il concetto.
 

Approfondimenti per studiosi, addetti ai lavori o semplicemente curiosi

  • Il resoconto dell’operazione “Mela stregata”
  • Decreto legislativo 17 aprile 2014, n. 69. Disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del regolamento (CE) n. 1107/2009 relativo all’immissione sul mercato dei prodotti fitosanitari e che abroga le direttive 79/117/CEE e 91/414/CEE, nonché del regolamento (CE) n. 547/2011 che attua il regolamento (CE) n. 1107/2009 per quanto concerne le prescrizioni in materia di etichettatura dei prodotti fitosanitari.