Un'unica sostanza attiva, molteplici vantaggi. Geoxe® di Syngenta contiene infatti fludioxonil, sostanza attiva in grado di risolvere i più sensibili problemi legati alle infezioni dei patogeni che attaccano le colture pomacee come melo e pero, le quali portano i nomi di Maculatura bruna, Alternaria e malattie da conservazione.

Unico, perché consente da solo di contenere le malattie fungine senza appesantire il profilo residuale dei raccolti. Unico, perché appartiene al gruppo 12 del Frac, diverso da quelli in cui ricadono le altre sostanze attive usate per esempio per il controllo della maculatura bruna del pero. Quindi, strumento eccellente anche in ottica di gestione delle resistenze. Unico, infine, perché può essere applicato fino a soli tre giorni dalla raccolta, proteggendo in tal modo i frutti anche in post-raccolta dalle tipiche patologie da conservazione, come quelle causate da Gloeosporium e Penicillium.

Dotato di una spiccata resistenza al dilavamento e quindi di un'eccellente efficacia preventiva, Geoxe® appare la soluzione ideale anche in termini di filiera, contribuendo significativamente alla serbevolezza e alla commerciabilità dei prodotti lungo la catena di trasporto agroalimentare. Le applicazioni in pre-raccolta di Geoxe® possono infatti contenere sensibilmente i danni che usualmente occorrono durante la fase di frigoconservazione, soprattutto a carico delle pere.

Formulato in granuli idrodisperdibili al 50% di fludioxonil, Geoxe® si presta ottimamente alla costituzione di programmi di difesa razionali ed efficaci, potendo essere usato in alternanza con altri formulati aventi differente meccanismo d'azione. Estremamente bassa la dose di impiego, pari a soli 30 grammi per ettolitro di acqua, corrispondenti a 450 grammi per ettaro di formulato e a 225 di sostanza attiva. Uno dei dosaggi più contenuti del panorama fitosanitario frutticolo.

Su melo e pero Geoxe® trova un'ampia finestra temporale di possibile applicazione, partendo dalla fase fenologica di frutto noce fino a quella di maturazione, esaltandosi nelle proprie qualità soprattutto nelle ultime fasi colturali a ridosso della raccolta.


Conoscere il nemico

La Maculatura bruna, tipica dei climi caldi e umidi, è una malattia necrotossica il cui patogeno porta il nome di Stemphylium vesicarium. Sporulazione e infezioni richiedono temperature fra i 15 ai 28 gradi e bagnature fogliari superiori alle dieci ore. Situazioni purtroppo tipiche proprio degli areali italiani a maggior vocazione per la pericoltura, come le province emiliano-romagnole.

A giocare a favore del patogeno sono anche le modifiche al clima, reso più caldo e umido, come pure la rarefazione delle sostanze attive disponibili. Fenomeno che induce a una scelta oculata dei prodotti da impiegare nei programmi di difesa.

Alla germinazione delle spore vengono rilasciate dal fungo differenti tossine altamente specifiche per l'ospite. Non a caso, la malattia colpisce alcune varietà di pero e non altre. Nelle varietà sensibili queste tossine provocano la necrosi delle cellule con cui vengono in contatto.

In seguito, su tali necrosi possono dilagare sia lo stesso patogeno, sia diversi funghi a comportamento saprofitico, i quali aggravano ulteriormente la marcescenza dei frutti. Nelle stagioni favorevoli al patogeno, come per esempio si è mostrato il 2018, i danni alla produzione possono toccare il 50-60%.

Tra le varietà sensibili spiccano Abate Fetel e Conference. Meno suscettibili sono invece Kaiser e Passa Crassana, mentre vanno considerate praticamente tolleranti, o addirittura resistenti, le varietà appartenenti alla famiglia delle William, rosse e bianche.

Ad aggravare la predisposizione a sviluppare la malattia concorrono anche alcuni fattori esterni, come la vicinanza dei campi a canali d'acqua, oppure la copertura con reti antigrandine, soprattutto quando queste siano chiuse ai lati per sbarrare la strada alla Cimice asiatica. Ovviamente, l'umidità viene favorita anche da irrigazioni sopra chioma e dall'inerbimento degli appezzamenti, dato che il fungo sopravvive come saprofita su alcune essenze del cotico erboso. Un cotico che quindi è bene mantenere il più possibile vitale con sfalci mirati e cure periodiche.