"La cimice asiatica rappresenta una triste realtà per l'agricoltura piemontese - ha affermato Silvia Moraglio, collaboratrice della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e forestali dell'Università di Torino - ma negli ultimi anni sono stati fissati diversi obiettivi finalizzati al contrasto, che prevedono interventi mirati alla limitazione dei danni".
Di questo si è parlato lo scorso 27 settembre nell'aula magna dell'Università di Asti durante l'incontro "Diffusione degli insetti esotici in agricoltura" organizzato da Confagricoltura Asti.

Un'occasione per fare il punto della situazione su quello che è lo stato del monitoraggio dei nuovi parassiti che stanno danneggiando pesantemente le coltivazioni agricole attaccando le colture più sensibili quali la vite e il nocciolo, anche se non sono immuni neanche i boschi. 
"A questo proposito - prosegue Moraglio - sono state posizionate su tutto il territorio regionale circa 250 trappole con feromoni che nell'ultimo anno hanno ridotto notevolmente la presenza, ad esempio, del parassita che colpisce prevalentemente i noccioleti. Nonostante ciò però nessun metodo adottato singolarmente può essere risolutivo: è quindi necessario utilizzare diverse strategie di lotta in modo congiunto".

Successivamente anche l'entomologo del Settore fitosanitario della Regione Piemonte Giovanni Bosio è intervenuto: "Da alcuni anni a questa parte ci troviamo ad avere a che fare con insetti completamente diversi da quelli che eravamo abituati a studiare; insetti provenienti da altri continenti, che giungono nel nostro paese in seguito a intensi scambi commerciali tra questi c'è la popilia iapponica, un parassita polifago proveniente dal Giappone che si sviluppa sia su piante spontanee sia su quelle coltivate".

"E' necessario non abbassare la guardia e continuare ad effettuare tutti i trattamenti stabiliti - ha concluso l'incontro Enrico Masenga, consulente tecnico specialistico di Confagricoltura Asti - Bisogna fare rete e continuare l'ottimo lavoro svolto nell'ultimo anno che ha ridotto notevolmente la diffusione della cimice asiatica all'interno delle nostre colture. Grande attenzione anche alla modalità dei trattamenti effettuati: non bastano i prodotti migliori, è necessario avere anche gli strumenti adatti per effettuare al meglio ogni singolo trattamento".