È trascorso circa un anno da quando l'allora ministro all'Agricoltura Maurizio Martina firmò la "Dichiarazione europea sulla soia e i legumi" nata per promuovere una maggiore produzione di colture leguminose per alimenti e mangimi, contribuendo allo sviluppo di sistemi agricoli più sostenibili. Un impegno di non poco conto, dato che per una coltura come la soia ammonta intorno al 90% la dipendenza europea dall'estero.

Parallelamente, sta aumentando la richiesta specifica dei trasformatori, ovvero i produttori di oli e farine vegetali, i mangimifici e l'industria alimentare. La soia si attende infatti in crescita sia per quanto riguarda gli alimenti zootecnici, sia per l'alimentazione umana. Tale domanda è la risposta diretta all'aumento della specifica richiesta di più proteine vegetali in luogo di quelle di origine animale.
Se da un lato sta infatti crescendo la zootecnia nei Paesi emergenti, il cosiddetto Primo Mondo sta premiando sempre più i prodotti per vegetariani e vegani. Anche per questo la soia verrà favorita nella prossima Pac, proprio per tentare di colmare il grave deficit produttivo del Vecchio Continente che collide con tale aumento di domanda da parte dei mercati.
 

Benefici in campo della soia

La soia è un'importante coltura da reddito per l'agricoltore e ricoprirà un ruolo sempre più fondamentale nelle rotazioni agrarie. Oltre a soddisfare la crescente domanda di proteine vegetali richiede infatti ridotte concimazioni azotate e utilizza programmi di fertilizzazione e difesa più rispettosi dell'ambiente rispetto ad altre colture tradizionalmente coltivate nelle nostre aziende. Reddito per l'agricoltore e sostenibilità della coltura spiegano anche la sua recente crescita.

Dopo molti anni in cui si è posizionata intorno ai 200mila ettari coltivati a livello nazionale, la superfice coltivata a soia è progressivamente cresciuta e ha oramai superato i 300mila ettari in Italia, primo Paese produttore in Europa, nonostante la sua coltivazione sia concentrata fondamentalmente nel Nord-Est, con una regione come il Friuli ove per la prima volta le superfici a soia hanno eguagliato quelle a mais. A parte Friuli e Veneto, però, la coltivazione della soia sta crescendo anche in Lombardia e Piemonte, con aperture anche verso il Centro e al Sud.
 

Genetica: chiave di volta

A parità di suolo e di professionalità in campo da parte degli agricoltori, la differenza in rese e proteine, parametro principe quando si parla di soia, dipende ovviamente dalla genetica.

Non a caso Sipcam Italia ha investito molto in questi anni sulla ricerca genetica con l'obiettivo di proporre varietà originali che si differenziano  dalle tradizionali commodities per la qualità delle granelle, garantendo contenuti proteici significativamente più alti. Nel 2017 il contenuto in proteine delle nuove varietà Sipcam è stato complessivamente del 7% più alto rispetto alle medie di campo, un vantaggio qualitativo molto apprezzato da industria di trasformazione e consumatori.
 

Le nuove proposte

Sono molte le novità messe in campo da Sipcam nella soia. La nuova Linea EM, identifica varietà con ottime caratteristiche agronomiche ed alto potenziale produttivo studiate per soddisfare specifiche richieste della filiera di trasformazione. EM Sole, caratterizzata dall'elevato contenuto di proteine, è richiesta per la produzione di farine, tostati e panelli molto apprezzati in zootecnica.
Caratteristiche molto differenti per EM Neve che, con ilo bianco, buon livello di proteine e un alto contenuto di zuccheri, è ideale per la produzione di alimenti a base di soia per il consumo umano.

La recentissima Linea Nav® che rappresenta la nuova frontiera della soia di qualità. Le varietà di questa linea uniscono infatti un alto contenuto di proteine a un bassissimo contenuto di oligosaccaridi, fattori anti-nutrizionali responsabili delle fermentazioni che rendono la soia poco digeribile da parte dell'uomo e degli animali da allevamento. Tali caratteristiche permettono di aprire la strada a un maggiore e molto più efficiente utilizzo della soia in mercati in forte crescita, dall'itticoltura alle filiere Bio feed e food.

Attualmente vengono già coltivati oltre cinquemila ettari di queste nuove varietà, in un progettto che coinvolge non solo gli agricoltori ma anche gli altri attori della filiera, dagli essicatoi alle industrie di trasformazione che utilizzano queste soie per prodotti ad elevato valore aggiunto.
 

Non solo genetica

La genetica è fondamentale, ma anche altri fattori possono influire sulle rese, soprattutto in termini di proteine. Un ruolo fondamentale è ricoperto dal terreno valutato tramite mappatura della fertilità che, integrata da apposite analisi del suolo, permette concimazioni più mirate ed efficienti. Per le sue caratteristiche la soia beneficia molto di terreni che risultino fertili e ben strutturati. Semina e irrigazione a rateo variabile sono infine le nuove frontiere verso le quali si sta orientando la tecnica agronomica.

Sipcam ha infine sviluppato un catalogo che include specifici prodotti per la soia, come Bismark e Song 70 WDG fra i diserbi di pre-emergenza e Sirtaki in quelli di post.
E poi Epik SL per la cimice, insetto sempre pericoloso per la soia. Sono inoltre in corso prove in campo con Abyss, a base di estratti algali, e Blackjak, concentrato di acidi umici
Prodotti ideali come partner nei diserbi, dal momento che aiutano la coltura a recuperare velocemente il massimo dei propri processi fisiologici.