Mission accomplished. Missione compiuta: Bayer ha assorbito Monsanto.
Si preparino quindi in Germania, perché già fioriscono da tempo i nomignoli affibbiati dal mondo ecologista più oltranzista alla nuova realtà aziendale nata dall'acquisizione di Monsanto da parte di Bayer. Se prima la Casa di St.Louis veniva chiamata Monsatàn, dai chiari contenuti demoniaci, ora il nuovo eco-brand che si ritiene andrà per la maggiore diventa Belzebayer.   

Fantasie sataniche e un po' morbose a parte, emblema di una mentalità così distorta da ritenersi irrecuperabile, l'acquisizione che ha monopolizzato l'attenzione dei media nell'ultimo anno e mezzo si può considerare conclusa.

Bayer ha infatti completato l'acquisizione di Monsanto giovedì 7 giugno, fatto che ha chiuso anche le negoziazioni del titolo statunitense presso la Borsa di New York. Bayer è infatti ora l'unico proprietario di Monsanto company, fatto per il quale gli azionisti sono stati pagati 128 dollari Usa per azione.

Unico step ancora da compiere, l'integrazione delle due strutture, evento che è stato condizionato dal Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti, alle cessioni a favore di BASf delle parti di business che Bayer doveva lasciare sul terreno. Il tutto, si ritiene, potrebbe avvenire fra circa due mesi. Al ritorno dalle ferie, cioè, cambieranno i biglietti da visita e le email, divenendo un tutt'uno con il mondo Bayer.

Fino a quel momento, però, tutti i nomi delle entità legali, gli indirizzi postali, i numeri di identificazione fiscale e i numeri di partita IVA, le informazioni sulle rimesse, sulle fatture e sui conti bancari resteranno invariati.
 
Questa la sintesi dei due comunicati inviati separatamente da Bayer e da Monsanto.
Poi vi sono faccende che continuano a far parlare di sé, visto che la scomparsa del marchio americano non fa scomparire per magia le cause in tribunale che negli Usa si stanno sviluppando a seguito della class action scatenata contro glifosate, quindi contro Monsanto. Una vicenda di cui si è diffusamente parlato, anche su AgroNotizie, e che come ultimi sviluppi vede una convocazione speciale di Elisabete Weiderpass, neonominata responsabile della Iarc, ovvero dell'International agency for research on cancer, subentrata a Christopher Wild, il quale non ha portato a termine il suo secondo mandato di cinque anni.
Weiderpass è stata infatti convocata dal US House of representatives science, space, and technology committee per rendere conto, in un'udienza che si terrà a luglio, dell'operato scientifico dell'agenzia che ha giudicato glifosate "probabile cancerogeno per l'uomo" con tutto ciò che ne è conseguito.

A preoccupare il Comitato scientifico americano, infatti, è stata in special modo la revisione finale condotta dalla Iarc su glifosate, escludendo alcuni dati che deponevano a favore della molecola e dimostravano che il realtà glifosate non genera preoccupazioni in tema di cancerogenicità.

A più di tre anni dalla controversa monografia della Iarc e a otto mesi dall'approvazione quinquennale di glifosate in Europa, il tema è cioè ancora aperto, discusso e particolarmente acceso. Un sincero augurio va quindi alla nuova organizzazione aziendale, la quale dovrà cercare di integrarsi il più velocemente ed efficacemente possibile. Perché le sfide che l'attendono nei prossimi anni, da entrambe le parti dell'oceano, sono e resteranno particolarmente acri.