La qualità della semente sta alla base della sua germinabilità e del vigore con cui le plantule potranno svilupparsi nelle primissime fasi del ciclo produttivo. A tal fine gioca un ruolo di fondamentale importanza la concia dei semi, la quale ha il compito di proteggere la coltura dagli attacchi dei patogeni terricoli, specifici per ogni coltura stessa.

Fra le molteplici soluzioni offerte dal mercato spiccano quelle utilizzabili anche, ma non necessariamente solo, in agricoltura biologica.

In tal caso a proteggere la qualità del seme sono delegate sostanze attive o microrganismi benefici, capaci di competere e contrastare quelli patogeni.

Gli agenti attivi possono essere infatti diversi, partendo dagli oli essenziali, tipo quelli di menta, o dalle farine vegetali, arrivando agli estratti di senape o della buccia di melograno. Particolarmente interessanti risultano però i consorzi di microrganismi utili, come per esempio funghi micorrizici del genere Glomus o Trichoderma, oppure batteri tipici della rizosfera.

Quando commercializzati in formulazione micronizzata tali consorzi possono essere applicati a secco, direttamente nella tramoggia della semente utilizzata dal trattore, avendo cura di miscelare il prodotto in modo che sia presente omogeneamente su tutti i semi presenti. Tanto più sarà accurata e omogenea la distribuzione del prodotto, tanto più alto sarà il livello di protezione nel terreno.

Il loro utilizzo consente di deporre nel terreno dei semi avvolti da uno scudo protettivo composto di molteplici microrganismi, ognuno efficace nel contrastare la proliferazione di differenti patogeni. In tal modo, i semi possono germinare al meglio e i tessuti delle giovani plantule possono beneficiare di un ambiente circostante più equilibrato e a minor potenziale di inoculo quanto a malattie.