L'infezione da Xylella fastidiosa consolida posizioni in Puglia nella zona di contenimento, dove si segnalano 290 nuove piante infette. Mentre sui media locali infuria la polemica sulla scarsa attenzione di privati ed enti rispetto alla corretta e tempestiva esecuzione delle buone pratiche agronomiche, rese obbligatorie con la Delibera di giunta della Regione Puglia del 13 dicembre 2016, la numero 1999, che le impone nel periodo che va dalla prima decade di marzo al 30 aprile, al fine di contenere lo sviluppo dell’insetto vettore della Xyella: la cicalina sputacchina.

Intanto, dal monitoraggio, sono state ufficializzate 290 nuove piante infette, localizzate nei comuni di Brindisi, Carovigno, Francavilla Fontana, Oria, San Vito dei Normanni e Latiano in provincia di Brindisi e a Manduria, nel tarantino.

Pubblicati sul sito istituzionale Emergenza Xylella ben 10 nuovi certificati Selge. Con quest'ultimo aggiornamento il numero complessivo di piante infette individuate nella zona di contenimento raggiunge quota 523

“Tra i nuovi risultati meritano di essere segnalati quelli contenuti nella comunicazione Selge 64, dove si riportano tre positivi in un nuovo preoccupante focolaio, in agro di Carovigno, contrada Colacavallo, intercettato non nel monitoraggio, ma a seguito di segnalazioni ricevute da agricoltori del posto – segnala in proposito il portale infoxylella.it.

“Nel comunicato, corredato da una foto emblematica dei sintomi, si parla di numerose piante di olivo della cultivar Ogliarola dell'età di circa 100 anni, con evidenti sintomi di disseccamento, e tre è solo il numero delle piante prese a campione, tutte positive, ma non il numero totale delle piante sintomatiche" spiegano da infoxylella.

Ancora una volta si evidenzia il prezioso ruolo di sentinelle del territorio svolto dagli agricoltori “Ma anche il fatto che, quasi sempre, i nuovi focolai del batterio vengono intercettati a seguito di segnalazioni di nuovi focolai di disseccamenti" sottolinea ancora infoxylella.it.

Intanto, la stampa locale ha sollevato il caso dell'enorme ritardo con il quale si starebbero muovendo enti e privati per le operazioni di diserbo e trinciatura, necessarie a ridurre il più possibile i nuovi involi di cicalina sputacchina.

C'è tempo ancora fino al 30 aprile per eseguire le buone pratiche, occorre affrettarsi per evitare il propagarsi ulteriore dell'infezione e le pesanti sanzioni amministrative previste per chi non rispetta il termine previsto dalla delibera di giunta regionale dello scorso dicembre.