La stagione invernale volge ormai al termine, sempre che sia mai iniziata, onestamente, viste le temperature medie che hanno caratterizzato il periodo novembre-febbraio. Ciò ha causato anche un anticipo nella ripresa vegetativa di colture e malerbe, obbligando gli agricoltori a muoversi presto rispetto alle annate precedenti. Le infestanti dei vigneti, per esempio, si mostrano ormai alte in diversi comprensori del Centro-sud, ove soprattutto le graminacee paiono perfettamente a loro agio in un contesto climatico come quello attuale. Quindi le contromosse è bene siano particolarmente tempestive ed efficaci.

Fra le tecniche utilizzate per il loro controllo si annoverano ovviamente gli sfalci, le lavorazioni del terreno e i diserbi chimici. I primi sono consigliabili però solo nell'interfila, in modo da mantenerlo al contempo pulito e dotato di buona portanza quando si debbano poi effettuare trattamenti a seguito di piogge infettanti. Le seconde richiedono tempo, gasolio e lasciano il suolo nudo, soffice e frantumato. Tre caratteristiche che non giocano certo a favore dei buoni propositi contro l'erosione del terreno. Specialmente negli appezzamenti declivi - che rappresentano la maggior parte delle situazioni italiane - è bene quindi valutare attentamente questa pratica prima di affidarvisi.

Sicuramente, il diserbo resta la pratica più veloce, economica ed efficace, permettendo di contenere la competizione delle infestanti senza alterare la superficie del terreno intaccandone la struttura. In tal senso è possibile approcciare le infestanti con modalità differenti. Per esempio, gli erbicidi sistemici non selettivi, come glifosate, presentano il grande vantaggio di eliminare le malerbe già emerse assicurando poi un buon livello di pulizia dei sottofila. Risolutivi e con un ottimo rapporto "efficacia/costi", questi formulati rappresentano infatti la via preferenziale adottata dai viticoltori.

Fra le numerose proposte sul mercato, però, si deve ricordare come le formulazioni giochino un ruolo fondamentale in termini di risultati. Non basta cioè che vi sia la medesima percentuale di sostanza attiva e che il prodotto sia racchiuso in uno specifico raggruppamento formulativo. Serve al contrario selezionare quelle soluzioni la cui formulazione sia a livelli di eccellenza. Solo in tal modo si può contare sulla piena efficacia del trattamento, scongiurando magari anche certi fenomeni di assuefazione alla sostanza attiva dovuti proprio all'incompleto effetto diserbante dei formulati "da battaglia". Fenomeni che sarebbe invece bene scongiurare al fine di preservare il più possibile la vita a un prodotto la cui utilità resta indiscussa.

Fra le numerose formulazioni proposte, quella più idonea per i diserbi sottofila dei vigneti appare Roundup Platinum, ultimo nato in casa Monsanto. La sua formulazione comprende ovviamente glifosate, in forma di sale potassico e in ragione di 480 grammi per litro, accomunato a una serie di coformulanti appositamente studiati per esaltare le caratteristiche della sostanza attiva. Questa è cioè in grado di distribuirsi sulle lamine fogliari in modo particolarmente uniforme e omogeneo, penetrandovi poi velocemente per poi traslocarsi fino alle radici, le quali vengono devitalizzate completamente nel giro di pochi giorni. Già a ridosso del trattamento, comunque, il metabolismo delle infestanti viene arrestato facendo cessare tempestivamente la competizione per acqua e nutrimenti.  

Roundup Platinum assicura pulizia accurata nei sottofila dei vigneti in modo rapido ed efficace

Registrato anche per usi nei vigneti, Roundup Platinum è permesso nelle vigne fino a tre applicazioni all'anno e presenta un intervallo di sicurezza di 28 giorni. Il primo momento utile per effettuare la prima applicazione è proprio la fine dell'inverno, adottando dosi variabili in funzione della popolazione di infestanti e del loro livello di sviluppo. Contro le infestanti annuali come giavoni, Digitaria, chenopodio, amaranto, Setaria e Solanum, è bene intervenire con piante inferiori ai 20 centimetri quanto ad altezza, adottando una dose di 3 litri per ettaro. Dose che può variare in caso di presenza d’infestanti biennali o perenni. Nel primo caso si prevede un range dai tre ai cinque litri per ettaro, quando sul terreno siano presenti per esempio cardo, Picris o Malva, mantenendosi poi sui 4-5 litri a fronte di perenni o infestanti comunque "vivaci", quali gramigna, sorghetta, stoppione, vilucchio, romice, senza dimenticare acetosella od Oxalis.

La grande flessibilità applicativa di Roundup Platinum lo rende poi il partner d’elezione per tutte quelle applicazioni che prevedano l’impiego anche di erbicidi residuali, i quali possono trarre grande vantaggio dalla presenza al loro fianco di un prodotto capace di azzerare la situazione, permettendo poi ai residuali di lavorare al meglio su terreno già pulito.