Necessità di contrastare le malerbe, di nutrire la coltura, rispettando al contempo le acque. Questo il delicato equilibrio da mantenere quando si parli di riso. Per approfondire questi aspetti, Sipcam Italia ha organizzato un convegno presso il Centro Ricerche del Riso di Castello d’Agogna, a Mortara, in Provincia di Pavia.
 
Concimazione starter e controllo delle infestanti del riso”, questo il titolo del convegno, ha visto infatti trattare sia i temi della difesa, sia quelli della nutrizione, altro punto sul quale il mondo-riso sta fronteggiando alcune criticità.
 
Moderato da Marco Romani, del Settore Agronomia del Centro Ricerche sul Riso, l’incontro si è articolato su quattro diversi contributi. I lavori sono stati aperti da Vincenzo Serratore, del reparto R&D di Sipcam Italia, il quale ha esposto gli aspetti tecnici di Bismark, prodotto che si propone quale soluzione ottimale per il diserbo del riso. La formulazione microincapsulata, frutto della tecnologia brevettata Microplus ad effetto Twinpower, assicura infatti un rilascio omogeneo e regolare delle due sostanze attive, ovvero pendimetalin e clomazone in rapporto fra loro in ragione di 1:5. Inoltre, l’ottima qualità della microincapsulazione consente di minimizzare da un lato gli imbrattamenti delle attrezzature, dall’altro assicura un’elevata stabilità in fase di dispersione nella botte da diserbo.
 
Dal punto di vista dell’efficacia in campo, Bismark ha confermato l’eccellente controllo di giavoni, Abutilon, Panicum, Setaria, Digitaria, Leptocloa, Portulaca e Bidens. I dosaggi in etichetta spaziano da 1,2 a 3 L/ha, assicurando sempre il mix ottimale fra le due sostanze attive, anche in ottica selettività verso la coltura. La dose più centrata su riso appare quella dei 2,5 L/ha. L’etichetta è però aperta a usi diversi rispetto alle sole risaie, includendo anche soia e coriandolo, due colture che in Piemonte si stanno evolvendo anche in ottica rotazionale. Oltre a Bismark, va segnalato infine Sirtaki, formulazione a base di solo clomazone, anch’essa microincapsulata, sempre con tecnologia Microplus.
 
Carlotta Caresana, dell’Ente Nazionale Risi, ha poi condiviso con la platea le esperienze di gestione delle infestanti in risaia proprio adottando Bismark. Il prodotto s’inserisce infatti in un contesto che vede l’avvento di nuove infestanti, di nuovi fenomeni di resistenza e di nuove probabili cancellazioni di prodotti attualmente impiegati. In tal senso, la tecnica della semina in asciutta si mostra in costante ascesa, essendo triplicata dal 2004 a oggi e superando ormai gli 85 mila ettari, pari a circa il 38% delle superfici. Bismark è stato applicato nelle diverse prove in campo a dosi di 2 o di 2,5 L/ha, con o senza abbinamento con formulati a base di oxadiazon e scegliendo località differenti caratterizzate tutte dalla presenza delle infestanti più tipiche delle risaie seminate in asciutta. I giavoni sono infatti risultati presenti ovunque, specialmente il crus-galli.
 
Da quanto emerso ai rilievi, Bismark necessita ovviamente di partner in caso di specifiche presenze di Murdannia keisak, Leersia ed Heterantera, le quali non rientrano nel suo spettro di efficacia. Massima efficacia è stata mostrata invece sul Echinocloa phyllopogon, o giavone peloso, uno dei più ostici anche per motivi di resistenza. Ottima l’efficacia anche su Digitaria. In termini di comparazione fra le due differenti dosi, molto meglio hanno performato i 2,5 litri rispetto ai 2 litri. Purtroppo, oxadiazion, uno dei partner ideali di Bismark, ha ricevuto forti limitazioni per superfici e dosaggi, non potendo superare gli 0,8 L/ha.

Anche la tessitura dei terreni ha mostrato influenze sui risultati, i quali sono stati migliori soprattutto nei terreni “forti” o per lo meno di medio-impasto. Dove i diserbi non hanno funzionato al meglio è però dovuto essenzialmente alla scarsa disponibilità idrica. Vi sono stati campi sui quali non è infatti piovuto per venti giorni, quindi senza acqua il prodotto non ha dato i risultati aspettati, nonostante una certa azione residuale si sia potuta apprezzare anche a distanza, appunto, di tre settimane dal trattamento.
La buona gestione dell’acqua appare perciò fondamentale per la buona riuscita dei diserbi. Se non piove è quindi bene adacquare in modo leggero. Circa infine la selettività verso la coltura, questa è stata sempre buona praticamente in tutte le 27 prove. Problemi di selettività quindi non ce ne sono, se non qualche sbiancamento transitorio in terreni particolarmente sciolti.

 Un momento del convegno di Sipcam Italia presso il Centro ricerche sul Riso di Castello D'Agogna
 

Anche la nutrizione conta

Come detto, anche gli aspetti nutrizionali sono divenuti nel tempo sempre più delicati quando si parli di riso. Non basta cioè fornire nutrienti in quantità adeguata, bensì serve fornirli alla coltura in qualità e nei momenti che più contano. Proprio in tal senso Maurizio Tabacchi, di Valoryza, ha esposto i risultati di alcune prove sperimentali di concimazione effettuate con prodotti a effetto starter, atti cioè a garantire un’emergenza più uniforme e rapida, con tutti i benefici per la coltura che ciò comporta. Un’efficace fertilizzazione al momento della semina, ovviamente da effettuarsi in asciutta con le apposite seminatrici dotate di granulatore, consente alla coltura di svilupparsi più velocemente, sia nell’apparato radicale, sia in quello epigeo, minimizzando così le problematiche dovute alla competizione delle malerbe e alla pressione delle avversità. Nel corso delle prove sono state sperimentate tre differenti varietà di riso, ovvero Centauro, Gladio e Baldo, confrontando tesi concimate o meno con Umostart Super Zn in ragione di  25 kg/ha.
 
Dalla sperimentazione in campo si può dedurre come Umostart Super Zn abbia indotto un maggior vigore precoce su tutte le varietà testate. Un vigore che però si è protratto poi nel tempo determinando una maggiore altezza della coltura e una sua colorazione più intensa. Le produzioni finali si sono mostrate superiori in modo statisticamente significativo nelle varietà Centauro e Baldo, meno si Gladio, mostrando una possibile sensibilità varietale a questo tipo di concimazioni.
In ogni caso, la media delle prove su tutte e tre le varietà si è mostrata superiore a quella delle parcelle non trattate con Umostart Super Zn.
Gli effetti migliori si sono osservati nei terreni a tessitura più sabbiosa, lasciando dedurre che una minore capacità di scambio cationico e un contenuto inferiore di fosforo assimilabile permette di esaltare maggiormente i benefici offerti dalla concimazione alla semina. Una pratica che quindi risulta quanto mai interessante e di cui sicuramente vanno approfonditi gli aspetti applicativi.
 
A completamento dell’intervento precedente è seguito quello di Francesco Magro, del reparto R&D di Sipcam Italia, il quale ha condiviso le peculiarità formulative e nutrizionali dei concimi microgranulari della linea Umostart, focalizzando soprattutto sugli aspetti tecnici e su quelli applicativi. Gli Umostart sono infatti caratterizzati da elevata qualità della formulazione, fatto che li rende omogenei, scorrevoli, esenti da polveri e ideali per la deposizione lungo il solco di semina, ove rilasceranno il proprio contenuto di nutrienti, soprattutto del fosforo, in modo progressivo e razionale.