"I nostri viticoltori non lesinano impegno per migliorare il vigneto veneto e la burocrazia regionale in questo caso ha saputo dare una risposta forte e rapida".

E' soddisfatto l'assessore all'agricoltura del Veneto Franco Manzato: "Le aziende hanno usufruito delle possibilità offerte dal piano di sostegno e le richieste finanziarie sono state molto mirate, ma soprattutto siamo riusciti a soddisfarle per la quasi totalità, grazie anche alla rimodulazione delle risorse accordato in considerazione della nostra capacità di spesa. Siamo riusciti a recuperare 17 milioni e mezzo rispetto ai 7 iniziali, grazie ai quali abbiamo liquidato tutte le istanze per superfici fino a tre ettari. Per quelle eccedenti siamo fiduciosi di poter avere a settembre altre risorse come effetto di economie di spesa. Quanto alle misure di mercato per la distillazione e gli arricchimenti, procederemo alla copertura delle richieste ammesse ai benefici".

Sulla questione dell'utilizzo dei mosti concentrati e concentrati rettificati, i cosiddetti arricchimenti, vi sono però dei problemi determinati dalla progressiva riduzione delle risorse comunitarie: la spesa storica italiana è infatti di poco inferiore ai 70 milioni di euro, di fronte ad uno stanziamento complessivo di 25 milioni di euro per la vendemmia 2010 e al completo azzeramento dal 2012.

"Ho scritto al ministro Giancarlo Galan – ha annunciato Manzato – chiedendogli un intervento specifico a Bruxelles: gli arricchimenti sono stati infatti istituiti per porre tutti i viticoltori europei sullo stesso piano, sia quelli favoriti dalle condizioni climatiche sia quelli che non hanno questo beneficio 'naturale'. La viticoltura mediterranea, però, utilizza mosti concentrati o concentrati rettificati, con spese molto più elevate rispetto ai Paesi dove viene utilizzato lo zucchero".

"La questione dell'arricchimento va dunque assolutamente affrontata entro il 2012, per risolvere questa situazione di disparità, altrimenti – ha concluso l'assessore veneto – dovremmo ricorrere ai massimi organismi istituzionali comunitari per richiedere una equa tutela degli interessi dei nostri operatori".