Fine anno: tempo di bilanci, di convegni, di confronti.

Non fanno eccezione i residui dei prodotti fitosanitari nelle derrate alimentari: nella scorsa settimana associazioni ambientaliste, società produttrici, autorità nazionali ed europee e comunità scientifica hanno ampiamente dibattuto su questo tema, con posizioni spesso contrastanti.

 

In questo articolo:

 

Uva da tavola a rischio: il grido di allarme di Legambiente

Indagine sull'uva da tavola. Lunedì 24 Novembre Legambiente pubblica i risultati delle analisi dei residui di prodotti fitosanitari su uva da tavola acquistata tra il 6 e il 16 ottobre scorso nei supermercati di 5 paesi europei: Germania, Francia, Italia, Olanda e Ungheria. I 124 campioni analizzati (24 in Italia) erano stati prodotti principalmente in Italia (50%) e Grecia (27,4%), seguiti a grande distanza da Turchia (7,3%), Francia (7,3%), Spagna (4,8%), Brasile (1,6%) e Sud Africa (1 solo campione, 0,8%). Un solo campione non presentava residui, mentre in 6 su 124, pari al 4,8%, li avevano in misura superiore ai limiti comunitari entrati in vigore il 1° settembre scorso. Tre di questi campioni contenevano fenitrotion, uno folpet, uno imazalil e uno acrinatrina. L'indagine, condotta da associazioni afferenti al PAN (Pesticide Action Network) e a Greenpeace, in un linguaggio diretto e caratteristico stila una classifica dei prodotti campionati usando il “Greenpeace evaluation system” (Sistema di valutazione di Greenpeace) che conferisce il colore verde (Raccomandabile) ai prodotti con residui inferiori a 0,01 mg/kg, Giallo (attenzione) a quelli con residui superiori a 0,01 mg/kg ma rientranti nei limiti di legge e/o tossicologici e Rosso (non raccomandabili) a quelli che superano i limiti di legge o di rilevanza tossicologica. Secondo questo criterio, che tiene conto anche della numerosità delle sostanze attive riscontrate in un unico campione, solo lo 0,8% delle uve analizzate è risultato verde, il 68,5% è risultato giallo (attenzione) e il rimanente 30,7% rosso (non raccomandabile).

L'indagine evidenzia anche un campione proveniente dalla Turchia che, applicando il modello di valutazione del rischio dell'EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), risulterebbe pericoloso per i bambini. L'uva in questione, comprata in un supermercato tedesco, contiene infatti 1,2 mg/kg di procymidone, valore che, seppur inferiore al limite comunitario di 5 mg/kg, sarebbe sufficiente a provocare il superamento di oltre il doppio della dose acuta di riferimento (ARfD: acute reference dose) nei bambini. Questo superamento ha conseguenze negative sulla salute umana, specialmente quando avviene nei bambini. La stessa EFSA, in una sua recente opinione sui residui del fungicida, ha raccomandato l'abbassamento dell'MRL del procymidone su uva da tavola da 5 a 0,02 mg/kg, corrispondente al limite inferiore di determinazione analitica. L'indagine prosegue segnalando un'analoga incongruenza riguardante l'Endosulfan: su due campioni di uva da tavola coltivati in Italia l'insetticida era presente in quantità inferiori al massimo comunitario di 0,5 mg/kg. La commissione europea, avendo revocato l'endosulfan sin dalla fine del 2005, avrebbe tuttavia dovuto abbassare i limiti di residui al valore di determinazione analitica su tutte le colture, cosa che non è avvenuta. Questo di solito succede quando il prodotto viene utilizzato su colture oggetto di scambi internazionali, nel qual caso viene mantenuto il valore del Codex Alimentarius, che viene fissato sulla base di una valutazione del rischio operata dagli esperti del JMPR (Joint Meeting on Pesticide Residues) su una serie di diete di riferimento adottate a livello mondiale, che ha evidentemente dimostrato la sicurezza del prodotto che peraltro è stato revocato in Europa per motivi ambientali e non per problemi di esposizione del consumatore.

Gli autori, sottolineando la numerosità delle sostanze attive trovate in ogni campione (in media 6,5, con un massimo di 16), accennano ad un argomento da tempo ampiamente dibattuto: la cosiddetta “sommatoria dei residui” e lo studio degli effetti dell'esposizione contemporanea a diversi agenti contaminanti presenti in quantità inferiore alla soglia di attenzione tossicologica. La problematica è dibattuta da tempo ma per via della sua estrema complessità non ha ancora trovato regolare applicazione in Europa, anche se l'Efsa sta lavorando sull'argomento. L'EPA americana ha invece iniziato a lavorare sulla valutazione del rischio cumulativo di quattro categorie di principi attivi raggruppati per classe chimica e/o meccanismo di tossicità:

  • organofosforici1;

  • n-metil carbammati2;

  • triazine3;

  • cloroacetanilidi4.

Questo approccio prevede che i residui di sostanze attive appartenenti al medesimo gruppo eventualmente presenti sullo stesso campione vengano ponderati per la loro tossicità e sommati. In Europa questo approccio viene adottato per sostanze attive molto simili chimicamente o per metaboliti.

L'indagine, pur con alcune parti in linguaggio “catastrofese” contiene spunti interessanti e alcune puntualizzazioni corrette e condivisibili, ma scivola nel finale quando afferma che se questa indagine fosse stata condotta nel 2005 i campioni irregolari sarebbero stati 37 anziché 6. Il regolamento 149 del 2008 avrebbe infatti innalzato i limiti di residui di molte sostanze, mettendo a rischio la salute dei consumatori europei. E' accaduto esattamente il contrario: prima dell'adozione del regolamento comunitario, molti dei limiti massimi di residui di prodotti fitosanitari sulle derrate erano stati fissati a livello nazionale, calcolando l'esposizione sulla base di diete nazionali e al massimo di una dieta internazionale quale quella del WHO. La fissazione dei limiti massimi di residuo comunitari viene invece effettuata tenendo conto di un numero maggiore di diete (26), rappresentativo della intera popolazione europea. Molti principi attivi che risultavano sicuri in una valutazione del rischio a livello nazionale non sono riusciti a superare il vaglio europeo, e molti impieghi sono stati cancellati. Il fatto che gli impieghi rimasti siano compatibili con 26 diete di riferimento e non solo con 1 o 2 dovrebbe essere indice di maggiore sicurezza per il consumatore, anche se i nuovi limiti europei sono talvolta superiori ad alcuni precedenti limiti nazionali, in quanto nella loro armonizzazione comunitaria è stato scelto il limite più alto.

 

La voce delle aziende agrochimiche: il monitoraggio effettuato dalla UE è rassicurante

Programma Ufficiale Comunitario di Monitoraggio dei Residui presentato da Agrofarma. La risposta di Agrofarma all’indagine di Legambiente non poteva scegliere fonte più autorevole: l’Unione Europea. Lo scorso 20 novembre la Commissione Europea ha pubblicato sul proprio sito internet i risultati relativi all’anno 2006 del proprio programma ufficiale di monitoraggio dei residui dei prodotti fitosanitari nelle derrate alimentari. Il programma prevede che a rotazione vengano posti sotto osservazione una serie di derrate alimentari e una serie di sostanze attive giudicate meritevoli di attenzione per le criticità emerse durante la valutazione delle loro proprietà tossicologiche. Nel 2006 sono stati analizzati 2479 campioni di uve da tavola in 25 paesi della comunità europea alla ricerca di 55 sostanze attive. Lo schema di campionamento è stato impostato seguendo le linee guida del Codex Alimentarius che utilizzano un metodo statistico basato su di una distribuzione binomiale di probabilità. Secondo questo metodo 613 campioni assicurano un livello di confidenza del 99% nel rilevare livelli di residui superiori al limite di determinazione analitica. Tra i 2479 campioni di uva da tavola rilevati lungo tutta la filiera dei 25 paesi comunitari che hanno partecipato al programma, 701 (pari al 28%) non presentavano residui rilevabili, 1698 (il 68%) presentavano residui entro i limiti di legge (comunitaria o nazionale) e 80 (pari al 3,2%) sono risultati irregolari. Pur non essendo evidentemente possibile confrontare questi dati con quelli dell'indagine presentata da Legambiente perchè riferita ad un'annata differente (2006 contro 2008), il rapporto, evidenziando senza reticenze luci ed ombre della filiera comunitaria, anche se una maggiore tempestività non guasterebbe, conferma che il consumatore europeo è uno dei più tutelati al mondo.

La sommatoria dei residui. In attesa di un modello affidabile per valutare l'esposizione a gruppi di sostanze aventi il medesimo meccanismo d'azione, l'indagine fa di necessità virtù aggregando i risultati dei residui di ditiocarbammati (espressi come CS2) e dei benzimidazolici (espressi come Carbendazim) e non esita a segnalare il numero dei campioni con più di un residuo (12,6% tra il totale delle analisi effettuate sulle nove derrate analizzate dal programma, senza estrapolare quello su uva da tavola, probabilmente superiore).

Allarmi. Per segnalare eventuali criticità croniche o acute per il consumatore l'indagine applica il modello dell'EFSA a 26 diete al 90° percentile5 dei residui trovati. Applicando questo modello, peraltro normalmente non utilizzato con i dati di monitoraggio ma con valori provenienti dalle prove sperimentali, non si osservano rischi cronici per il consumatore in seguito all'ingestione di uva da tavola, mentre vengono evidenziati 72 probabili sforamenti della dose acuta di riferimento per dieci sostanze attive: azinphos-methyl (1), gruppo benomil-carbendazim (13), captano (2), carbaryl (15), dimetoato (3), folpet (5), lambda-cialotrina (1), gruppo maneb-propineb (1), metomil (12) e procimidone (20). I superamenti riguardano non solo le componenti più sensibili della popolazione quali i bambini ma in alcuni casi (carbaryl, dimetoato, propineb, metomil e procymidone) anche gli adulti. Possiamo comunque stare tranquilli sia perchè il modello utilizzato è estremamente prudenziale, sia perchè in molti casi le sostanze in questione sono state nel frattempo vietate sulla vite da tavola (captano, folpet, carbendazim, dimetoato, procymidone) o in toto (azinphos methyl, carbaryl, metomil).

 

L'attività di prevenzione dell'EFSA: pubblicate opinioni sugli MRL di 15 sostanze attive

Le opinioni dell'EFSA (European Food Safety Authority6): la prevenzione

Il regolamento 396/2005 sui residui dei prodotti fitosanitari nelle derrate alimentari prevede che sia l'EFSA ad effettuare la valutazione del rischio che il consumatore corre quando viene esposto a residui di agrofarmaci eventualmente presenti nella sua dieta. Lo scorso 27 novembre sono state pubblicate le opinioni sugli MRL7 delle sostanze attive Benfuracarb, Carbosulfan, Ethephon, Fenamiphos, Carbendazim, Fenarimol, Metamidophos, Methomyl/thiodicarb, oxydemethon-methyl, pirimiphos methyl, fludioxonil (import tolerance), procymidone, vinclozolin e azoxystrobin. Le valutazioni, tutte scaricabili dal sito dell'EFSA, propongono alcune variazioni negli MRLs di queste sostanze, tutti riassunti nella tabella 1. Sulla base di queste opinioni la Commissione Europea promulgherà i relativi aggiornamenti degli allegati al regolamento comunitario 396/2005 sui residui dei fitofarmaci nelle derrate. Le modifiche costituiranno principalmente in abbassamenti degli MRL al limite inferiore di determinazione analitica, per tenere conto delle revoche comunitarie delle varie sostanze o delle criticità emerse durante la valutazione del rischio condotta con il modello EFSA. Alcune delle cancellazioni tengono conto delle criticità messe in evidenza sia dall'inchiesta presentata da Legambiente che dai risultati del programma comunitario di controlli residui.

Tabella 1. Riepilogo degli Mrl proposti dall'EFSA nelle sue opinioni pubblicate il 27 Novembre scorso.

Sostanza attiva

Derrata

Vecchio limite (mg/kg)

Nuovo limite proposto

Note

Benfuracarb

0,1

0,1*@

Cancellazione MRL

 

Luppolo

5

0,1*

Cancellazione MRL

Carbosulfan

Carote

0,1

0,05*

Cancellazione MRL a meno che non sia necessaria mantenere la tolleranza all'importazione

 

Pastinache

0,1

0,05*

Cancellazione MRL a meno che non sia necessaria mantenere la tolleranza all'importazione

 

0,1

0,1*

Cancellazione MRL

 

Luppolo

1

0,1*

Cancellazione MRL

 

Latte

0,05

0,03*

Diminuzione dell'MRL al corrente valore previsto dal Codex Alimentarius

Ethephon

Mele

5

5

 

 

Ciliege

3

3

 

 

Uve da vino e da tavola

1

0,05*

Cancellazione cautelativa per mancanza di dati

 

Ribes

5

0,05*

 

 

Ananas

2

0,05*

Superamento della dose acuta di riferimento

 

Pomodori

1

1

 

 

Peperoni

3

0,05*

Superamento della dose acuta di riferimento

Fenamiphos

Arance

0,02*

0,02* or 0,01*

 

 

Banane

0,05

0,02*

 

 

Patate

0,02*

0,02* or 0,01*

 

 

Carote

0,5

0,02*

 

 

Pomodori

0,05

0,05 or 0,04

 

 

Peperoni

0,1

0,05 or 0,04

 

 

Cetrioli

0,05

0,02*

 

 

Meloni

0,05

0,02* or 0,01*

 

 

Cocomeri

0,05

0,05 or 0,04

 

 

Cavoli a testa

0,05

0,02*

 

 

Barbabietola da zucchero

0,1

0,02*

 

Carbendazim

Pompelmi

0,5

0,1*

Possibile superamento della dose acuta di riferimento

 

Arance

0,5

0,1*

Possibile superamento della dose acuta di riferimento

 

Mandarini

0,5

0,5

 

 

Mele

0,2

0,1*

Possibile superamento della dose acuta di riferimento

 

Pere

0,2

0,1*

 

 

Pesche

0,2

0,1*

 

 

Manghi

0,5

0,1*

 

 

Pomodori

0,5

0,1*

 

Fenarimol

Mele

0,3

0,3

 

 

Pere

0,3

0,3

 

 

Pesche

0,5

0,5

 

 

Banane

0,3

0,2

 

 

Pomodori

0,5

0,02*

 

 

Peperoni

0,5

0,02*

Possibile superamento della dose acuta di riferimento

Methamidophos

Albicocche

0,1

0,01

Impiego revocato

 

Fagiolini con baccello

0,5

0,01

 

 

Barbabietola da zucchero

0,15

0,01

 

Methomyl e Thiodicarb

Patate

0,05*

0,02* oppure 0,01*

Possibile superamento della dose acuta di riferimento

 

Pomodori

0,2

0,02*

 

 

Melanzane

0,2

0,02*

 

 

Cetrioli

0,05*

0,02*

 

 

Pompelmo

0,5

0,02*

 

 

Arance

0,5

0,02* oppure 0,01*

 

 

Limoni

1

0,02*

 

 

Limette

1

0,02*

 

 

Mandarini

1

0,02*

 

 

Pesche

0,2

0,02*

 

 

Susine

0,5

0,02*

 

 

Peperoni

0,2

0,02*

 

 

Mele

0,2

0,02*

 

 

Pere

0,2

0,02*

 

 

Cotogne

0,2

0,02*

 

 

Albicocche

0,2

0,02*

 

 

Uve da tavola

0,05*

0,02*

 

 

Banane

0,05*

0,02*

 

 

Manghi

0,05*

0,02*

 

 

Ananas

0,05*

0,02*

 

 

Carote

0,05*

0,02*

 

 

Sedani rapa

0,05*

0,02*

 

 

Radicchio

0,5

0,02*

 

 

Rape svedesi

0,05*

0,02*

 

 

Meloni

0,05*

0,02* oppure 0,01*

 

 

Zucche

0,05*

0,02*

 

 

Cocomero

0,05*

0,02*

 

 

Mais dolce

0,05*

0,02*

 

 

Broccoli

0,2

0,02*

 

 

Cavolfiori

0,2

0,02*

 

 

Cavoli a testa

0,05*

0,02*

 

 

Cavoli ricci

0,05*

0,02*

 

 

Kohlrabi

0,05*

0,02*

 

 

Scarola

0,05*

0,02*

 

 

Porri

0,05*

0,02*

 

 

Bietole da radice

0,05*

0,02*

 

Oxydemethon-methyl

Tè, caffè, erbe da infusione, cacao, carrube, luppolo, spezie

0,05*

0,02*

 

 

Altre derrate alimentari di origine vegetale

0,02*

0,01*

 

 

Altre derrate alimentari di origine animale

0,02*

0,01*

 

Pirimiphos-methyl

Orzo

5

5 oppure 0,05*

La situazione è border line per quanto riguarda il rischio cronico per il consumatore e l'EFSA lascia la scelta ai “gestori del rischio”.

 

Avena

5

5 oppure 0,05*

 

 

Sorgo

5

5 oppure 0,05*

 

 

Miglio

5

5 oppure 0,05*

 

 

Frumento

5

5 oppure 0,05*

 

 

Altri cereali

5

0,05*

 

 

Mandarini, uve da vino, kiwi, Cavoletti di Bruxelles, Funghi coltivati

2

0,05*

Impieghi diversi dai cereali non sono supportati

 

Pompelmi, Arance, Limoni, Limette, Carote, Pomodori, Peperoni, Meloni, Cavolfiori

1

0,05*

 

 

Bietole da radice

0,5

0,05*

 

 

Erbe da infusione

0,3

0,05*

 

 

Cetrioli

0,1

0,05*

 

 

Spezie (semi)

5

5 oppure 0,05*

Impatto nella dieta trascurabile

 

Spezie (frutti e bacche)

0,1

0,1 oppure 0,05*

 

 

Prodotti di origine animale (Latte e latticini, carne e derivati, uova)

0,05*

0,01*

 

Fludioxonil

Melograne

0,05*

3

Import tolerance

Procymidone

Cetrioli

1

0.02*

 

 

Susine

2

0.02*

 

 

Scarole

5

0.02*

 

 

Lattughe

5

0.02*

 

 

Uve da tavola

5

0.02*

 

 

Pomodori

2

0.02*

 

 

Peperoni

2

0.02*

 

 

Pesche

2

0.02*

 

 

Pere

1

0.02*

 

 

Fragole

5

0.02*

 

 

Lamponi

10

0.02*

 

 

Kiwi

5

0.02*

 

 

Meloni

1

0.02*

 

 

Cocomeri

1

0.02*

 

 

Zucche

1

0.02*

 

 

Cicoria Witloof

2

0.02*

 

 

Albicocche

2

0.02*

 

 

Melanzane

2

0.02*

 

 

Zucchine

1

0.02*

 

 

Uve da vino

5

5

 

Vinclozolin

Scarole

5

0.05*

 

 

Cocomeri

1

0.05*

 

 

Mele

1

0.05*

 

 

Pere

1

0.05*

 

 

Melanzane

3

0.05*

 

 

Cavoli cinesi

2

0.05*

 

 

Susine

2

0.05*

 

 

Albicocche

2

0.05*

 

 

Uve da tavola

5

0.05*

 

 

Meloni

1

0.05*

 

 

Lattughe

5

0.05*

 

 

Ribes

10

0.05*

 

 

Cicoria Witloof

2

0.05*

 

 

Fragole

5

0.05*

 

 

Peperoni

3

0.05*

 

 

Kiwi

10

10

 

 

Uve da vino

5

5

 

 

Fagioli (con baccello - freschi)

2

0.05*

 

 

Luppolo

40

0.05*

 

 

Semi di colza

1

0.05*

 

 

Piselli (senza baccello – freschi)

0,3

0.05*

 

 

Carote

0,5

0.05*

 

 

Piselli da granella

0,5

0.05*

 

 

Scalogni

1

0.05*

 

 

Cipollotti

1

0.05*

 

 

Zucche

1

0.05*

 

 

Piselli (con baccello – freschi)

2

0.05*

 

 

Okra

3

0.05*

 

 

Lattughe degli agnelli

5

0.05*

 

 

Crescione acquatico

5

0.05*

 

 

Crescione

5

0.05*

 

 

Rucola

5

0.05*

 

 

Senape rossa

5

0.05*

 

 

Foglie e germogli di brassicacee

5

0.05*

 

Azoxystrobyn

Rape

0,05*

0,2

 

 

Situazione italiana una volta tanto prima nella UE: solo 0,9% di campioni irregolari nel 2007

Alla fine di Novembre numerosi addetti al settore si sono ritrovati a Roma al VII Convegno "Attività dell'Amministrazione pubblica in materia di controllo dei residui di fitofarmaci negli alimenti", organizzato dall'Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il ministero del lavoro, della Salute e delle politiche sociali. Le presentazioni dei nove relatori hanno delineato una situazione sanitaria piuttosto rassicurante, anche se non sono mancati momenti di confronto molto acceso.

Risultati dei Controlli residui effettuati in Italia nel 2007. Il dottor Antonio Consolino, direttore dell'Ufficio VII della Direzione Generale della Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione del ministero del lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ha presentato i risultati dei controlli residui effettuati nel 2007 in Italia nella filiera dei Cereali e dell'Ortofrutta, coadiuvato dalla dottoressa Maria Carmela Amico. Degli 8219 campioni analizzati oltre 5500 (67,9%) erano privi di residui rilevabili, oltre 2500 (31%) rientravano nella norma e solo 81 campioni (0,9%) presentavano residui superiori ai limiti di legge, come dettagliato in tabella 2. Le derrate maggiormente campionate sono state le mele (694 campioni, pari all'8,44%), le pesche (523/6,4%), le pere (394/4,8%), le arance (325/3,9%), le fragole (209/2,5%) e l'uva da tavola (207/2,5%), anche se per motivi di tempo e di spazio non è stata presentata la situazione derrata per derrata, come invece hanno fatto Legambiente e la Comunità Europea.

 

Tabella 2. Riepilogo risultati dei controlli residui effettuati nel 2007 in Italia da parte delle amministrazioni pubbliche (dalla relazione del dott. A. Consolino al VII "Attività dell'Amministrazione pubblica in materia di controllo dei residui di fitofarmaci negli alimenti") .

 

Totale campioni

Campioni privi di residui rilevabili

Campioni privi di residui rilevabili (%)

Campioni con residui inferiori al limite di legge

Campioni con residui inferiori al limite di legge (%)

Campioni con residui superiori al limite di legge

Campioni con residui superiori al limite di legge (%)

Frutta

3656

1887

51,6

1717

47

52

1,4

Ortaggi

3189

2676

84

489

15,3

24

0,7

Cereali

440

369

83,8

70

16

1

0,2

Prodotti trasformati (olio/vino)

934

651

69,7

279

29,9

4

0,4

Totale

8219

5583

67,9

2555

31

81

0,9

 

Presenza simultanea di più residui negli alimenti. La relazione del dottor Michele Lorenzin (APPA Trento), prendendo spunto dal regolamento comunitario 396/2005 che prevede la necessità di tenere conto degli effetti sinergici e cumulativi dei residui dei fitofarmaci negli alimenti, ha presentato un'indagine sui residui presenti nei pasti serviti nelle mense scolastiche o aziendali (“Progetto Residui nel Pranzo Pronto” del gruppo AAAF), con l'esclusione di quelle che utilizzano prodotti biologici o biodinamici. Le analisi sono state effettuate negli anni 2005-2006-2007 su circa 150-200 campioni per ciascuna annata. Nel 2005 il numero medio di sostanze attive con residui rilevabili è stato 2,4 per ogni pasto, nel 2006 3,6 e nel 2007 3,8. La problematica è molto sentita nella grande distribuzione tedesca, i cui standards qualitativi tollerano residui di fitofarmaci nelle derrate in quantità inferiori ai limiti di legge (33-70-80% degli MRL comunitari, a seconda del tipo di contratto e della disponibilità di prodotto) e pongono limiti anche al numero massimo di sostanze attive presenti (massimo 4). Lo stesso autore propone un “Indice di qualità per i Residui (IqR)” che, applicando la formula sottostante, “premia” i campioni con il minor numero di sostanze attive, a parità di rispetto dei limiti di legge.

 

IqR = R1/LMR1 + R2/LMR2 + R3/LMR3 + Rn/LMRn

 

dove:

IqR = Indice di qualità dei Residui

R = Residuo rilevato

LMR = Limite Massimo dei Residui

 

Gestione della resistenza. Tra gli argomenti più dibattuti al convegno, la numerosità delle sostanze sulla stessa derrata alimentare sarebbe anche favorita dalle strategie antiresistenza utilizzate per preservare nel tempo l'efficacia dei fitofarmaci a meccanismo d'azione specifico. Queste metodiche prevedono l'alternanza o l'associazione di principi attivi a differente meccanismo d'azione che potrebbero aumentare la numerosità delle sostanze che residuano sulle derrate. Tuttavia la corretta applicazione delle queste tecniche consente normalmente livelli ottimali di protezione che, non richiedendo trattamenti aggiuntivi, tendono a ridurre il livello quantitativo dei residui alla raccolta.

Fungicidi ditiocarbammati. Pilastro fondamentale, assieme ai rameici, delle strategie antiresistenza dei fungicidi, i ditiocarbammati sono stati di recente rivalutati per il loro impatto nei confronti dei consumatori esposti ai loro residui. La dottoressa Angela Santilio dell'Istituto Superiore di Sanità ha illustrato le modalità con cui è stata condotta la valutazione del rischio per questi prodotti, resa abbastanza complessa dalle differenti proprietà tossicologiche dei differenti prodotti e dalla presenza di metaboliti rilevanti.

Rilevamenti dei consumi di prodotti fitosanitari. Ben due relazioni (dottor Alessandro Franchi, Arpa Toscana, dottoressa Alessandra Mammone dell'ICPS) hanno segnalato la difficoltà ancora presenti nel rilevare i quantitativi di sostanze attive distribuite a livello territoriale, che sarebbero molto utili per indirizzare le strategie e le priorità di prevenzione sanitaria.

Controlli sui prodotti biologici. Il dottor Marco Morelli dell'Arpa Emilia Romagna ha illustrato la situazione dei controlli effettuati sulle derrate prodotte in regime di agricoltura biologica. Il quadro emerso è sostanzialmente positivo, con un limitato quantitativo di prodotti irregolari (inferiore al 2%), con residui superiori al limite di 0,01 mg/kg ma generalmente inferiori ai massimi di legge operanti in agricoltura tradizionale.

Metodi di campionamento dei fitofarmaci nelle derrate alimentari. Il dottor Danilo Attard Barbini dell'Istituto Superiore di Sanità ha ribadito l'importanza del campionamento nell'analisi dei residui dei fitofarmaci nelle derrate alimentari. Sono ancora troppi i casi in cui in campionamento non adeguato compromette i risultati della successiva analisi, con danni anche notevoli se questa dovesse servire come prova in dispute legali.

Attività dei laboratori di riferimento. La dottoressa Patrizia Pelosi dell'Istituto Superiore di Sanità ha illustrato l'attività dei laboratori nazionali di riferimento sui residui dei prodotti fitosanitari negli alimenti, che sono coinvolti in numerosi tests annuali di confronto (proficiency tests) che verificano costantemente l'affidabilità dei loro risultati.

Situazione normativa. La dottoressa Loredana Verticchio ha infine descritto gli scopi e le modalità di funzionamento del regolamento 396/2005 sui residui dei fitofarmaci sulle derrate alimentari e dei suoi provvedimenti collegati.

 

Le nostre considerazioni

La protezione del consumatore dall'esposizione ai residui di sostanze pericolose è indubbiamente un argomento prioritario per tutti gli attori della filiera agrochimica, i quali esprimono concetti anche radicalmente differenti. Le associazioni ambientaliste spesso sopra le righe lanciano i loro allarmi spesso (ma non sempre) scientificamente poco ortodossi, i rappresentanti delle società agrochimiche spesso interpretano i dati ufficiali in maniera non sufficientemente critica, le autorità europee espongono la situazione in modo molto trasparente ma spesso in ritardo e infine le autorità nazionali pur nella loro scarsità di risorse ottengono risultati pari se non superiori ai tanto osannati colleghi anglosassoni. Come orientarsi? Internet è forse ancora l'ancora di salvezza. Nei siti che vi segnaliamo di seguito vi sono molti spunti di approfondimento che vi permetteranno di selezionare tra lo tsunami di notizie che inflaziona i media quelle che possono maggiormente impattare nella vostra vita quotidiana.

 

Per saperne di più

Di seguito 46 indirizzi internet per approfondire gli argomenti appena trattati.

Associazioni ambientaliste

Associazioni di imprese agrochimiche

autorità comunitarie

Autorità Nazionali

ALTRE AUTORITÀ

 

 

 

1Ad esempio Acephate, Azinphos-methyl, Bensulide, Chlorethoxyfos, Chlorpyrifos, Chlorpyrifos-methyl, Diazinon, Dichlorvos (DDVP), Dicrotophos, Dimethoate, Disulfoton, Ethoprop, Fenamiphos, Fenthion, Malathion, Methamidophos, Methidathion, Methyl parathion, Mevinphos, Naled, Oxydemeton-methyl, Phorate, Phosalone, Phosmet, Phostebupirim, Pirimiphos-methyl, Profenofos, Terbufos, Tetrachlorvinphos, Tribufos, Trichlorfon

2Ad esempio Aldicarb, Carbaryl, Carbofuran, Formetanate Hcl, Methiocarb, Methomyl, Oxamyl, Pirimicarb, Propoxur, Thiodicarb

3Ad esempio Atrazina, Simazina, Propazina, e i metaboliti DACT, DEA, DIA

4Ad esempio Alaclor e Acetoclor

5Valore al di sotto del quale si riscontra il 90% dei valori trovati, compresi quelli senza residui

6Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare

7Maximum Residue Limits (Limiti Massimi di Residuo)

@Limite inferiore di determinazione analitica