Il grido d'allarme dai campi per l'aumento dei costi energetici è continuo, solo per citare gli ultimi dati dalle associazioni: Cia Emilia Romagna lamenta un +120% per le bollette, Coldiretti Salerno conferma che in un anno la bolletta per un'azienda florovivaistica di medie dimensioni è passata da 1.700 euro al mese a 6.100. In tema di florovivaismo il presidente di Affi, Associazione Floricoltori e Fioristi Italiani, Cristiano Genovali, aggiunge: "Chi utilizza gas metano o Gpl per riscaldare le serre, dal 2018 a oggi ha visto un +400% per i costi".

 

Davanti all'impennata delle bollette, che rischia di schiacciare le aziende agricole e di portarne alcune a chiudere, all'ultima edizione di Fieragricola, QualEnergia ha organizzato un evento dal titolo "Tecnologie, incentivi e opportunità per efficientamento energetico e rinnovabili nelle imprese agricole".

 

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Durante il seminario è stato fatto il punto sulle occasioni per abbassare i costi energetici.

 

Uno dei focus è stato fatto sul Conto Termico, strumento non nuovo ma ancora troppo poco sfruttato. Ci sono 700 milioni di euro annui a disposizione ma ne vengono utilizzati solo il 33%, in media. Si tratta di un incentivo strutturale gestito dal Gse, il Gestore dei Servizi Energetici, per interventi di produzione di energia termica da fonti rinnovabili e interventi di efficienza energetica, anche se a questi ultimi non possono accedere le aziende agricole.

 

Ad analizzare il Conto Termico, con le sue occasioni ed illustrando anche esempi pratici reali è stata Valeria Verga, esperta di fonti rinnovabili e di Conto Termico della Società di Consulenza Agroenergetica. "Non si tratta di una detrazione fiscale, non è uno sconto sulle tasse, una compensazione" ha detto. "Faccio richiesta di incentivo e se la ottengo, questa viene erogata direttamente in conto corrente. Gli edifici interessati devono essere dotati di climatizzazione invernale, può accedere qualsiasi edificio di qualsiasi categoria catastale. Il tetto massimo di incentivo è il 65% delle spese sostenute, ma l'importo si calcola in base a dei parametri e quindi non è una percentuale fissa", ha precisato Valeria Verga.

 

Concentrandosi sugli interventi che possono essere finanziati per gli agricoltori: si tratta della sostituzione di un impianto di climatizzazione invernale esistente con generatori a biomasse, pompe di calore e sistemi ibridi, ovvero, come spiegato proprio da Valeria Verga, "per esempio una pompa di calore assieme a una caldaia a gas, si tratta di sistemi già integrati alla fabbrica". L'incentivo è possibile solo per impianti fino a 2 megawatt (MW). Incentivati anche impianti solari termici di nuova installazione fino a un massimo di 2.500 metri quadrati di superficie e la sostituzione di scaldacqua elettrico con quello a pompa di calore.

 

Per quanto riguarda l'installazione di caldaie, stufe e termocamini a legna, pellet e cippato, ovvero l'utilizzo di biomasse, le aziende agricole possono installare anche da zero, senza bisogno di sostituire il precedente impianto di climatizzazione invernale, l'importante è che l'installazione "corrisponda a reali bisogni termici" per integrare l'impianto già esistente.

 

Molto interessante è la possibilità, sempre in deroga per le aziende agricole, di riscaldare le serre. Si tratta in questo caso di calore di processo, che serve quindi per motivi produttivi e che, vista la situazione che si è creata con l'aumento delle bollette, potrebbe essere un'occasione per molte aziende.

 

Un aspetto sottolineato durante l'evento è quello dei tempi di erogazione degli incentivi: per importi fino a 5mila euro, si riceve l'incentivo entro un anno, tramite bonifico. Per impianti sotto i 35 KW, i soldi arrivano entro due anni, oltre i 35 KW arrivano in cinque anni.

 

Più della teoria, sono stati gli esempi pratici a rendere evidente la convenienza del Conto Termico. È stato presentato per esempio il caso reale di un agriturismo nel Parco Sud Milano che ha sostituito sei generatori a Gpl con una caldaia alimentata a cippato di legno. Pre intervento si spendevano 35mila euro annui per il combustibile, post intervento se ne spendono 10mila, con un risparmio di 25mila euro annui. L'investimento è stato di 244mila euro, in cinque anni, ma con il Conto Termico ne sono rientrati 65mila. Il tempo di ritorno dell'investimento è stato di sei anni, superati i quali resta il risparmio annuo di 25mila euro.

 

Per rendersi conto nel dettaglio, visualizzando altri casi pratici, della convenienza di utilizzare questo tipo di incentivi, il consiglio è quello di scaricare la relazione di Valeria Verga dalla pagina del seminario di QualEnergia.

 

Un secondo focus, durante l'evento di QualEnergia a Fieragricola, è stato fatto sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e sull'obiettivo di incentivare l'installazione di pannelli a energia solare sui tetti degli edifici a uso produttivo nei settori agricolo, zootecnico e agroindustriale.

Ci sono a disposizione 1,5 miliardi per 430 MW da installare, congiuntamente però a interventi di rimozione amianto e coibentazione e dell'aerazione. Si tratta della misura M2C1 "Economia circolare e agricoltura sostenibile". Secondo quanto riferito da Emiliano Pizzini, vicepresidente di Italia Solare, Associazione dedicata al fotovoltaico, "l'Italia è fra i Paesi con il più alto consumo di energia per la produzione alimentare, in Unione Europea. I costi energetici rappresentano il 20% dei costi variabili della aziende agricole". Da notare però che i calcoli, inevitabilmente, sono stati fatti prima dell'impennata dei prezzi dell'energia.

 

"L'attenzione è molto alta - ha detto Pizzini - entro il 31 marzo dovrebbe arrivare il bando che poi passa in Commissione Europea. Tendenzialmente i progetti potranno essere presentati da maggio, giugno in avanti, con sei mesi di tempo. Poi le domande andranno analizzate e gestite. Chi vuole sfruttare l'opportunità, non dovrebbe aspettare troppo, 430 MW non sono tanti. Il consiglio è di studiare ora gli interventi sui capannoni in modo da essere veloci a presentare i progetti", ha sottolineato.

 

Gli interventi ammessi a contributo sono l'acquisto e posa in opera di pannelli fotovoltaici ma solo se unitamente ad altre migliorie: rimozione e smaltimento dell'amianto dai tetti, isolamento termico dei tetti, realizzazione di un sistema di aerazione. Basta anche solo uno di questi tre interventi. Emiliano Pizzini ha poi osservato: "Per chi vuole ristrutturare la bolletta e non ha amianto da rimuovere, non è necessario attendere il bando del Pnrr. Chi assorbe più del 50% della potenza prodotta può già puntare sul fotovoltaico. In meno di quattro anni l'investimento si recupera. È la prima vera risorsa contro il caro bollette".

 

Ed ecco massimali, limiti ed entità degli incentivi del Pnrr per quanto riguarda il Parco Agrisolare: la spesa massima ammissibile è pari a 250mila euro a beneficiario, Iva esclusa; la potenza massima ammessa è pari a 300 kWp (Kilowatt Picco); gli impianti fotovoltaici devono essere di almeno 10 kWp; la spesa specifica massima ammissibile, riferita agli interventi riconosciuti, è pari a 1.500 euro per kWp. L'incentivo è in conto capitale e arriva fino al 65% della spesa massima ammessa, con un incremento del 25% per l'imprenditoria giovanile.