Lo scorso 11 febbraio si è tenuto nella storica Cascina Erbatici di Mezzana Bigli (Pv) il convegno Bugsfarm per l'economia circolare, una occasione di approfondimento e riflessione sui diversi aspetti di questa filiera innovativa, ma ancora poco conosciuta nel nostro paese.

Il programma del convegno ha spaziato dagli aspetti legali, che delimitano l'allevamento di insetti nell'Ue, agli aspetti tecnico-commerciali degli impianti di insetticoltura, e infine alle possibili applicazioni industriali del prodotto.

Nel primo intervento, "Novel food e allevamento industriale di insetti: scenari europei" il dottor Giuseppe Tresso, della Bef Biosystems, ha fatto un riassunto delle normative europee che allo stato attuale consentono l'allevamento di solo alcune poche specie di insetti a scopo di produzione di mangimi, e la limitazione di tali prodotti a solo alcune categorie di animali: polli, pesci, animali da pelliccia e da compagnia. Per ora possiamo stare tranquilli: non è consentito l'utilizzo di insetti per alimentazione umana e né per i ruminanti, quindi non ci troveremo un hamburger di larve nel piatto, né le cimici fritte che qualcuno considera una prelibatezza esotica. Non è neanche consentita la produzione di insetti a scopo mangimistico utilizzando rifiuti né sottoprodotti di origine animale come substrato per prevenire ogni possibilità di insorgenza di nuovi episodi di "mucca pazza".
Ne consegue che il mercato degli impianti di insetticoltura è soggetto alla stessa dicotomia degli impianti di biogas: gli impianti di biogas agricoli possono produrre proteine d'insetto ma non possono utilizzare rifiuti per nutrirli e gli impianti di digestione di Forsu (Frazione organica dei rifiuti solidi urbani) possono solo ricavare biomassa di insetti a scopo industriale, ma non possono produrre mangimi.

La relazione dell'avvocato Adriano Travaglia, "I contratti di rete per lo sviluppo di Bugsfarm in Italia e in Europa", ha fatto chiarezza sul modo di definire oneri e guadagni fra i diversi operatori della filiera, mediante i contratti di rete, strumenti giuridici che in qualche modo rassomigliano al sistema di soccide già in uso nel settore zootecnico.

Il dottor Nicola Radice Fossati, proprietario della cascina dove si è svolto l'evento e titolare del primo impianto di biogas in Italia che ha ospitato un bugsfarm, ha tenuto la relazione dal titolo "L'allevamento di insetti e la filiera del biogas per una agricoltura multifunzionale".

Un bugsfarm all'interno di una serra fotovoltaica
Un "bugsfarm" all'interno di una serra fotovoltaica
(Foto cortesia di Bef biosystems)

Fermo restando l'innegabile valore dell'insetticoltura come metodo per sfruttare il calore residuo degli impianti di biogas, che oggi viene sprecato nella grande maggioranza degli impianti, sorge spontaneo chiedersi come si evolverà il mercato dei sottoprodotti se la produzione di insetti dovesse diventare massiva. Con l'evoluzione degli impianti di produzione di biometano e le stringenti regole di sostenibilità della filiera, si osserva già una corsa per accaparrarsi le biomasse che offrono buoni Bmp (potenziale metanigeno) e nel contempo danno diritto agli incentivi per "biometano avanzato". Ne sono esempi gli sfarinati di cereali, fra i migliori sottoprodotti per la digestione anaerobica e allo stesso tempo l'unico substrato possibile per l'allevamento della tarma della farina (Tenebrio molitor).

Dobbiamo dunque temere che s'inneschi una competizione fra acquirenti di biomasse per biogas e allevatori d'insetti, con un rincaro dei prezzi?
L'abbiamo chiesto al dottore Federico Frascari, della Biological Care, la cui relazione "Il mercato dei sottoprodotti" ha rassicurato gli operatori degli impianti di digestione anaerobica. In linea di massima, non ci saranno sconvolgimenti dei prezzi delle biomasse, per il semplice motivo che l'insetticoltura è una attività di nicchia che consumerà solo una frazione della domanda complessiva di biomasse per impianti di biogas. E' anche da considerare che alla fine del ciclo di allevamento rimangono gli escrementi degli insetti e una frazione di substrato non consumato che si possono comunque immettere nel digestore, in quanto sottoprodotto a tutti gli effetti esattamente come il letame bovino o la pollina.

Un'altra possibilità allo studio è l'allevamento di larve di mosca soldato (Ermetia illucens) utilizzando il digestato. Le larve prodotte in tale modo non si possono utilizzare per produrre mangimi, bensì per scopi industriali, argomento della seconda parte dell'evento: "La ricerca nel settore dell'allevamento di insetti", a carico della professoressa Lara Maistrello, Dsv e Biogest-Siteia Unimore.

Dedicheremo il prossimo articolo al tema dei biopolimeri ed altri derivati industriali da insetti perché si tratta di una materia molto complessa ma che avrà sicuramente un ruolo importante nella naturale evoluzione dei sistemi agroenergetici attuali verso le bioraffinerie del futuro.

Gli argomenti delle relazioni successive sono di interesse marginale per le aziende agricole, per cui ci limitiamo a elencarli solo per completezza:
  • "La potenzialità della valorizzazione della frazione organica dei rifiuti" - ingegnere Marco Sordi, ASMia Srl
  • "Proteine alternative per l'itticoltura" - ingegnere Carlo Federici, Ausglobe Team
  • "La finanza e l'economia circolare" - dottore Simone Carli, Intesa Sanpaolo innovation center

Nel seguente video i lettori interessati potranno approfondire gli aspetti più rilevanti dell'insetticoltura negli impianti di biogas agricoli, trattati dai primi quattro relatori. 


Gli interessati possono richiedere gli atti del convegno o manifestare il proprio interesse a valutare il business plan di un sistema di insetticoltura direttamente agli organizzatori dell'evento, email: info@agroenergia.eu.