Nella Strategia energetica nazionale (Sen), si assegna al biometano un ruolo importante nel mercato dei biocarburanti.

Un'automobile alimentata a biometano è infatti in grado di offrire prestazioni ambientali migliori rispetto a quelle di un'auto elettrica alimentata con elettricità prodotta da fonti fossili; inoltre, a differenza di quest'ultima, può contare su una struttura di distribuzione carburante già pronta e diffusa.

Questo il focus del seminario "Quale Biometano per il Sud?", organizzato da Agroenergia in programma a Bari, il prossimo 27 giugno.

La produzione di biometano può avvenire da impianti di trattamento della frazione organica dei rifiuti o da impianti agricoli che utilizzino sottoprodotti e scarti agricoli o agroindustriali.
La disponibilità di queste materie prime rappresenta un'importante opportunità per l'agricoltura del Sud, con particolare riferimento a sottoprodotti come le sanse esauste, il pastazzo di agrumi, le buccette di pomodoro o gli scarti caseari.

Secondo diverse stime, il potenziale produttivo di biometano potrebbe coprire fino al 10% dei consumi nazionali di gas e sostituire i giacimenti nazionali in via di esaurimento. Per una parte preponderante però questo potenziale dovrebbe derivare da un intensivo utilizzo della filiera agricola.

L'incontro è rivolto in modo particolare ai detentori di flussi di sottoprodotti agricoli e alle amministrazioni pubbliche interessate alla gestione dei rifiuti; metterà a fuoco i diversi passaggi di questa filiera, dalla produzione del biometano alla sua commercializzazione.

Il seminario ha un costo di partecipazione di 50 euro, IVA inclusa.  L'accesso è gratuito per gli associati Aifo, AssoFrantoi, Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Consorzio italiano compostatori, Federmetano, Ordine degli ingegneri della Puglia, Ordine degli agronomi di Puglia e per la pubblica amministrazione.

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