Prosegue su AgroNotizie la rubrica dedicata a migliorare la conoscenza delle pratiche di uso sicuro e sostenibile degli agrofarmaci, obiettivo dell'iniziativa Bayer AgriCampus.

Per un uso consapevole degli agrofarmaci

Con la direttiva 128 del 2009 la Commissione europea ha voluto introdurre alcuni principi guida per l'impiego sostenibile dei prodotti fitosanitari. Da quel testo è scaturito il Pan, il Piano di Azione Nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. Un documento, ancora oggi in vigore, che ha chiesto a tutti gli agricoltori uno sforzo per aumentare la sostenibilità dell'agricoltura attraverso un utilizzo più consapevole e corretto degli agrofarmaci. Al di là delle caratteristiche intrinseche del prodotto, infatti, la sostenibilità di un trattamento dipende grandemente da come e quando questo viene effettuato.

L'attuale Pan è però scaduto a febbraio 2019 e ad oggi, complice anche la pandemia da covid-19, non c'è ancora un nuovo testo condiviso da tutti gli attori coinvolti (Ministeri dell'Agricoltura, dell'Ambiente e della Salute, nonché regioni e province autonome). "Stiamo ricercando una sintesi per garantire la sostenibilità economica delle aziende agricole e al contempo raggiungere gli obiettivi di sostenibilità ambientale che da più parti ci vengono richiesti", spiega Pasquale Falzarano, che rappresenta il Mipaaf nel Consiglio tecnico scientifico, l'organo collegiale che dovrebbe trovare la quadra sul nuovo testo del Pan.


Uno sguardo al Pan tra nuovi limiti e aperture

Nella bozza del nuovo Pan, scaricabile in questa pagina, il legislatore è voluto intervenire per "ridurre i rischi e gli impatti dei prodotti fitosanitari sulla salute umana, sull'ambiente e sulla biodiversità", nonché "proteggere gli utilizzatori dei prodotti fitosanitari e la popolazione interessata; tutelare i consumatori; salvaguardare l'ambiente acquatico e le acque potabili; conservare la biodiversità e tutelare gli ecosistemi".

Oltre a questi obiettivi generali sono stati definiti nove obiettivi quantitativi specifici, tra cui un aumento della superficie condotta con il metodo biologico e con la produzione integrata. Ma anche una riduzione del 20% delle quantità di sostanze attive (Sa) candidate alla sostituzione immesse in commercio e una riduzione del 10% delle quantità di Sa prioritarie e pericolose prioritarie immesse in commercio.

Insomma, il nuovo Pan chiede agli agricoltori di diminuire l'impiego di agrofarmaci, oltre che di utilizzarli in maniera corretta. E su questo secondo punto viene messa molta enfasi sul ruolo della formazione (e dei patentini), nonché sul controllo delle macchine irroratrici e sull'impiego di strumenti innovativi (come l'agricoltura di precisione e quella digitale).

"Condividiamo la ricerca di una sempre maggiore sostenibilità ambientale dell'agricoltura e apprezziamo certe aperture presenti nel Pan, ad esempio per quanto riguarda l'impiego dei droni, la spinta alla digitalizzazione o la possibilità di usare certi prodotti fitosanitari in alcuni contesti urbani ed extra agricoli in caso di emergenze fitosanitarie", racconta Giovanni Arcangeli, regulatory manager and stewardship coordinator Central Mediterranean di Bayer Crop Science Italia. "Tuttavia il timore è che non si sia valutato correttamente l'impatto di certe richieste sull'operatività delle aziende agricole che rischiano di essere non più sostenibili sotto il profilo economico".


Le fasce di rispetto: da 5 a 50 metri

Uno degli elementi più critici riguarda le distanze che gli operatori dovranno mantenere da aree frequentate dalla popolazione o da case, giardini pubblici e privati, orti, scuole, etc. al momento dell'applicazione dei prodotti.

Nello specifico le distanze sono:
  • 50 metri nel caso di trattamento mediante fumigazione o altra modalità che comporti lo sviluppo di gas;
  • 40 metri in caso di utilizzo di prodotti fitosanitari contenenti Sa candidate alla sostituzione per gli effetti sulla salute umana oppure prodotti in polvere per trattamenti a secco;
  • 20 metri per il trattamento di colture arboree;
  • 15 metri per il trattamento di colture erbacee.

Rapporto tra agricoltura e cittadini
(Fonte foto: Pasquale Falzarano, che rappresenta il Mipaaf nel Consiglio tecnico scientifico)

Vista la frammentazione dei campi e la commistione frequente tra ambiente urbano e agricolo, queste distanze (oggi al vaglio del Consiglio tecnico) comporterebbero secondo le associazioni degli agricoltori e dei produttori di agrofarmaci seri problemi. Soprattutto le distanze di 20 e 15 metri metterebbero a rischio la capacità delle aziende di produrre cibo in maniera economicamente profittevole.

Al di là del numero di metri che sarà deciso nel testo definitivo, è bene che gli agricoltori sappiano che utilizzando alcune misure di mitigazione, come ad esempio gli ugelli antideriva, macchine a recupero, siepi frangivento etc. queste distanze potranno essere abbassate (limitatamente alle ultime due tipologie di trattamenti) sino ad un limite di 5 metri. Per approfondire il tema rimandiamo a questo articolo pubblicato nella rubrica AgriCampus e dedicato proprio alle misure di mitigazione della deriva.


Pan e riduzione del consumo di agrofarmaci

Oltre a disciplinarne l'uso, il legislatore ha posto anche una serie di obiettivi quantitativi di riduzione dell'impiego di prodotti fitosanitari. Per farlo ha introdotto due indicatori di rischio armonizzati che prendono in considerazione le quantità di sostanze attive immesse sul mercato ogni anno (1° indicatore) e le autorizzazioni eccezionali concesse (2° indicatore).

Attraverso un sistema di moltiplicatori che variano a seconda della tipologia di agrofarmaco (se è a basso rischio, candidato alla sostituzione, etc.) si mira a valutare la quantità complessiva di Sa usate ogni anno. E sulla base di questi dati verrà valutato il raggiungimento degli obiettivi, come ad esempio quello posto dalla strategia From Farm To Fork: -50% di agrofarmaci entro il 2030.

Indicatore HRI1
(Fonte foto: Pasquale Falzarano)

"Il peso ponderato delle vendite mostra già una diminuzione dell'impiego degli agrofarmaci rispetto alla media 2011-2013, tuttavia occorre proseguire su questa strada per il conseguimento degli obiettivi ambiziosi indicati dall'Unione europea. In questo senso sarà fondamentale rendere sinergico il Pan con la strategia nazionale della Pac post 2023 al fine di utilizzare adeguatamente le risorse finanziarie della nuova programmazione e sostenere le aziende agricole in un percorso maggiormente orientato alla sostenibilità ambientale", sottolinea Falzarano.

L'obiettivo di Bruxelles è quello di scoraggiare soprattutto l'impiego delle Sa con un profilo ecotossicologico sfavorevole e da questo punto di vista giocheranno un ruolo sempre maggiore gli agrofarmaci di origine biologica. Quei prodotti cioè contenenti microrganismi o molecole di origine naturale che hanno un profilo ecotossicologico estremamente favorevole e dunque sono in linea con quanto richiesto dal Pan.
"Bayer investe da anni sullo sviluppo di agrofarmaci di origine biologica e oggi abbiamo in catalogo diverse soluzioni di questo tipo. Non si può tuttavia pensare che l'agricoltura possa fare affidamento solamente su questi prodotti e possa affrancarsi dalla chimica 'classica', poiché il rischio concreto è che venga meno la sostenibilità economica del settore con ripercussioni importanti anche a livello sociale", sottolinea Arcangeli.
D'altronde gli agrofarmaci, di origine biologica e non, possono e devono integrarsi all'interno delle strategie di difesa, andando a creare delle sinergie. E soprattutto ogni strategia deve essere calata sulle esigenze dell'agricoltore e sulle specificità dell'areale in cui opera.


Pan, Pac e Green Deal

L'approvazione del nuovo Pan, che tutti gli operatori sperano arrivi presto per superare questo momento di incertezza, è un piccolo tassello di un puzzle ben più ampio che vede in campo la nuova Pac e il Green Deal europeo, all'interno del quale si inseriscono le strategie From Farm To Fork e Biodiversity. Documenti di indirizzo, questi ultimi, che pongono obiettivi sfidanti e hanno già orientato la nuova Politica agricola comune.

Se è vero che i paletti normativi non possono essere troppo stringenti per evitare di soffocare la capacità d'impresa, è anche vero che serve uno sforzo corale per aumentare la consapevolezza degli agricoltori nell'impiego corretto degli agrofarmaci. Pan e Pac pongono dunque particolare attenzione al tema della formazione e della consulenza. Ma deve essere l'agricoltore il primo a dire #iocitengo, l'hashtag scelto da Bayer per l'iniziativa AgriCampus. Perché usare in maniera consapevole gli agrofarmaci significa prima di tutto tutelare la salute dell'agricoltore e la redditività della sua impresa, oltre che l'ambiente e le persone.
 
 
Bayer AgriCampus è un'iniziativa lanciata da Bayer Crop Science Italia con l'obiettivo di promuovere l'uso consapevole degli agrofarmaci.
Image Line è partner e su AgroNotizie ha creato una rubrica per ospitare i contributi provenienti da Bayer e dai partner di AgriCampus.
Consigli tecnici che se seguiti si traducono in vantaggi sia per l'agricoltore che per l'ambiente e i consumatori. Perché per tutti gli attori della filiera vale l'hashtag #iocitengo

Appuntamento a ottobre per la nuova puntata di Bayer AgriCampus dedicata alla carbon sequestration.





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