Il kiwi, in passato conosciuto solamente negli areali tropicali, nel giro di pochi decenni è diventato uno dei frutti più consumati a livello globale. Nonostante diverse problematiche dovute a malattie ed eventi climatici estremi, l'actinidia rimane ancora una coltura di grande successo e molto redditizia.

 

AgroNotizie in collaborazione con la Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana entra nei dettagli del panorama varietale dell'actinidia e delle differenze tra le tipologie di kiwi più interessanti del momento.

 

In Italia l'actinidia si è espansa grazie alle favorevoli condizioni pedoclimatiche di alcune regioni come Lazio, Emilia Romagna e Calabria, che sono diventate il fulcro della coltivazione di questa specie.

 

Il panorama varietale è rappresentato quasi esclusivamente dalla varietà Hayward (Actinidia deliciosa), ovvero il tipico kiwi a polpa verde. Anche se agli inizi della sua coltivazione era affiancata da altre due varietà: Bruno e Abbot.

 

L'Hayward però riuscì a superarle, grazie a una serie di caratteristiche molto apprezzate dagli agricoltori che la resero la varietà di riferimento:

  • un'alta vigoria;
  • un'elevata produttività;
  • una grande pezzatura dei frutti;
  • una prolungata shelf life, ovvero una conservabilità molto estesa anche dopo la raccolta. 

È talmente apprezzata che quando in passato si cercò di rinnovare il panorama varietale dell'actinidia con cultivar meno tomentose, cioè con kiwi che possedevano meno peluria, queste non ebbero lo stesso successo e furono lasciate da parte.

 

Quindi questo settore è costituito prevalentemente da una situazione mono varietale.  

Negli ultimi anni però la ricerca è al lavoro per introdurre nuove varietà per svecchiare il panorama: oggi il frutticoltore può coltivare kiwi a polpa gialla o rossa che vengono venduti sul mercato a un prezzo maggiore rispetto alla più tradizionale varietà a polpa verde.

 

Verde, rosso e giallo: simili ma non così tanto

Se la tipologia verde ha come varietà più interessante l'Hayward, quella gialla ha la varietà Jintao e la rossa la varietà Dong Hong.

 

Queste ultime due, Jintao e Dong Hong, con le loro rispettive cultivar, sono brevettate da consorzi specializzati (i più famosi sono Jingold e Zespri) e fanno parte della categoria delle "varietà club".
Ovvero l'agricoltore che vuole acquistare le piante brevettate deve iscriversi al club e impegnarsi a conferire tutto il raccolto alla ditta con cui ha stipulato il contratto che provvede alla commercializzazione.

 

Il modello a club si trova anche fuori dal settore dell'actinidia: per esempio alcune varietà di mele molto famose quali Pink lady e Kanzi.

 

Ma quali sono le differenze principali fra queste 3 tipologie da sapere per avviare un impianto produttivo?

 

La vigoria

Prima di tutto è bene sottolineare che Hayward, Jintao e Dong Hong hanno una vigoria diversa il che significa una diversa prestazione in pieno campo.

 

Il kiwi verde è una pianta molto vigorosa, perciò si può coltivare facilmente su diversi tipi di suoli ed ottenere comunque alte rese per ettaro. Ha anche una discreta tolleranza verso gli stress biotici ed abiotici, come per esempio alla clorosi ferrica.

 

I kiwi a polpa gialla tendono ad avere una pezzatura più piccola rispetto a quelli a polpa verde, inoltre hanno un gusto più dolce (Foto di archivio)

I kiwi a polpa gialla, come per esempio la varietà Soréli® in foto, tendono ad avere una pezzatura più piccola rispetto a quelli a polpa verde, inoltre hanno un gusto più dolce (Foto di archivio)

Fonte: AgroNotizie

 

I kiwi gialli e rossi sono invece piante meno vigorose; pertanto, più suscettibili agli stress biotici ed abiotici e meno performanti a livello di rese per ettaro. Per superare questa problematica ed evitare ingenti perdite economiche si ricorre all'innesto su portainnesti derivanti da Hayward, proprio perché sono più performanti.

 

"Le varietà gialle e rosse sono in generale molto più suscettibili rispetto al kiwi verde. - spiega Roberto Di Primio, agronomo e proprietario dell'Azienda Apice Piante di Ripa Teatina (Chieti) - Quindi vanno innestate su selezioni derivanti da Hayward che vengono usate come portainnesti vigorosi".

 

La produzione

Oltre a una maggiore resilienza, uno dei vantaggi principali che si ottiene da questo innesto è una maggiore produttività per albero.

 

"Un kiwi giallo non innestato può produrre al massimo 200 quintali per ettaro - spiega Di Primio - ma se lo innestiamo su un verde può arrivare a produrre 100 quintali in più. La pratica dell'innesto, esattamente come per tutte le piante arboree coltivate, viene usato quindi per migliorare ed ottenere una produttività elevata".

 

La pezzatura

Un'altra differenza importante è la pezzatura dei frutti che deriva dalla vigoria delle piante. 

"Il kiwi verde arriva a pesare circa 120 - 140 grammi, con pesi inferiori il prodotto non finisce neanche sul mercato; invece, i kiwi gialli e rossi arrivano ad un massimo di 80 - 90 grammi".

 

Per l'agricoltore, quindi, è fondamentale ottenere rese elevate per poter rientrare e bilanciare i costi di produzione.

 

L'impianto

In termini di ettari coltivati il kiwi giallo e rosso sono colture ancora abbastanza marginali rispetto al verde, che continua ad essere la tipologia più richiesta dalla maggior parte degli agricoltori.

 

La loro lenta diffusione è dovuta, come citavamo in precedenza, alla loro più elevata suscettibilità agli stress ambientali richiedendo, per la loro coltivazione, l'utilizzo di reti ombreggianti nell'impianto.

 

"I kiwi gialli e rossi necessitano di ombreggiamento, soprattutto nei periodi più caldi del ciclo colturale. L'utilizzo di reti ombreggianti serve per non incorrere in bruciature fogliari e stress foto ossidativi che possono portare a perdite produttive importanti, essendo il kiwi una pianta da sottobosco che mal sopporta le alte temperature. Di conseguenza l'impianto per queste due tipologie tende a costare molto di più rispetto ad un impianto di kiwi verde dove l'utilizzo delle reti è consigliabile ma non obbligatorio".

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Inoltre, al sistema di ombreggiamento ci si può affiancare l'utilizzo di un sistema di irrigazione a spruzzo piuttosto che a goccia (quello più utilizzato per il kiwi verde) per diminuire lo stress da caldo.

 

Infatti, la combinazione di queste due tecniche favorisce sotto il telo la formazione di un ambiente più umido, abbassa il Vpd (deficit di tensione di vapore) ovvero la differenza tra la quantità di umidità nell'aria e la quantità di umidità che l'aria può trattenere quando è satura, che permette alla pianta di non perdere troppa acqua per traspirazione ed entrare in uno stato idrico critico.

 

L'utilizzo delle reti ombreggianti favorisce un leggero abbassamento della temperatura della chioma mitigando l'eccessiva traspirazione nelle ore più calde della giornata (Foto di archivio)

L'utilizzo delle reti ombreggianti favorisce un leggero abbassamento della temperatura della chioma mitigando l'eccessiva traspirazione nelle ore più calde della giornata (Foto di archivio)

Fonte: AgroNotizie

 

Di contro però utilizzare un sistema a spruzzo si traduce in un utilizzo di volumi d'acqua molto più elevato con conseguente aumento dei costi di produzione complessivi per l'agricoltore.

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Un punto in comune: il problema della Psa

Tutte e tre le tipologie di actinidia hanno in comune la suscettibilità ad una malattia che da parecchi anni preoccupa i frutticoltori: la batteriosi causata da Pseudomonas syringae pv. Actinidiae (Psa).

 

Questo batterio causa necrosi dei tessuti, avvizzimenti e cancri dei rami fino alla morte delle piante nel giro di pochi mesi.

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Nei primi anni di scoppio dell'epidemia il settore vivaistico è stato fortemente colpito, con ingenti perdite economiche e difficoltà nell'approvvigionamento del materiale.

 

Per prevenirne la diffusione già in vivaio si può utilizzare la tecnica della micropropagazione in laboratori specializzati, in modo da produrre materiale sicuro e certificato a livello fitosanitario.

 

"Come azienda vivaistica produciamo piante esenti dalla batteriosi Psa in laboratorio e in ambiente protetto. -  continua Di Primio, che insieme alla figlia, gestisce il laboratorio di micropropagazione - Le piante madri vengono cresciute in vitro in barattoli isolati. Le piantine una volta pronte vengono fatte radicare e ambientare fuori dal laboratorio in una serra apposita. Questa serra ha un pavimento di cemento, per evitare possibili attacchi di nematodi dal suolo, e una copertura per evitare che l'acqua piovana funga da vettore per il batterio. Le giovani piante inoltre vengono irrigate con acque sicure non contaminate, come quelle dei pozzi. Si ottengono in questo modo piante di 1 o 2 anni, alte 1 metro - 1 metro e mezzo, certificate a livello fitosanitario che possono essere vendute in tutta sicurezza all'agricoltore".

 

Schema riassuntivo delle differenze principali tra le varietà di kiwi a polpa verde, rossa e gialla (Foto di archivio)

Schema riassuntivo delle differenze principali tra le varietà di kiwi a polpa verde, rossa e gialla (Foto di archivio)

Fonte: AgroNotizie

E il sapore?

Dal punto vista del consumatore i kiwi a polpa gialla e rossa sono molto più dolci rispetto al verde.

Questo perché hanno una componente sub acida più bassa rispetto al verde e a maturazione possiedono un più alto grado Brix, cioè un più alto grado di zuccheri disciolti, rendendoli perciò più apprezzabili per alcuni consumatori.