Le fasce tampone possono essere considerate ecotoni, ovvero habitat di transizione tra ecosistemi adiacenti di natura diversa in cui si riscontrano un numero ed una densità di specie maggiore rispetto a quelle riscontrabili nei singoli ecosistemi considerati separatamente. Le fasce tampone si possono progettare per combinare i benefici delle siepi arbustive descritte nella Prima parte e delle siepi arboree descritte nella Seconda parte.
Si tratta dunque di combinazioni di tre o più file di siepi arboree e arbustive, che assolvono complessivamente diverse funzioni:
- Tampone: capacità che ha la siepe di abbattere il carico inquinante, neutralizzandolo. Ne sono un esempio le siepi ripariali ai bordi di campi coltivati, le quali intercettano con i propri apparati radicali le acque superficiali e subsuperficiali provenienti dai campi stessi (Foto 1). Queste acque contengono azoto e fosforo disciolti provenienti dalle concimazioni. Passando attraverso gli apparati radicali delle piante, questi inquinanti, che altrimenti andrebbero a concentrarsi nei corsi d'acqua, vengono intercettati e in parte assorbiti e immobilizzati nella massa legnosa e in parte trasformati in azoto gassoso attraverso il processo di denitrificazione condotto dai batteri presenti nel terreno in prossimità delle piante. Questi batteri necessitano infatti di sostanza organica che viene abbondantemente fornita con la lettiera. L'effetto tampone è maggiore se la fascia boscata è composta da numerose specie arboree e arbustive e se sotto le chiome è presente anche uno strato erbaceo, che fa da ulteriore filtro per la ritenzione dei nutrienti e dei sedimenti.
La capacità depurativa risulta ottimale con una fascia tampone di larghezza pari a 10 metri, in grado di asportare circa il 90% dei nitrati; tuttavia anche solo 5 metri risultano efficaci (1).
L'intercettazione degli inquinanti può riguardare anche quelli trasportati dall'aria, come ad esempio le emissioni di gas e polveri sottili dalle strade a grande traffico (3). L'efficienza di intercettazione di tali inquinanti varia in funzione dei caratteri fisici e morfologici delle specie impiegate, della localizzazione e dell'andamento dei fattori meteorologici. Le piante agiscono come filtri purificatori dell'aria intercettando parte dei contaminanti gassosi e del particolato trasportati dal vento. In particolare, il monossido di carbonio (CO), il biossido d'azoto (NO2), l'anidride solforosa (SO2) e l'ozono (O3) (L'inquinamento da ozono riduce la produzione di biomassa) sono assorbiti dalle foglie, mentre polveri e particolati sono trattenuti dai peli e dai composti cerosi presenti sulla superficie di queste ultime o dalle rugosità della corteccia, del tronco e dei rami. Le siepi sono in grado di abbattere l'inquinamento causato dalle irrorazioni di agrofarmaci nei lotti adiacenti, fermando le goccioline disperse dal vento. L'efficienza di abbattimento di un singolo filare è dell'85-92% (4).
Infine, l'effetto di mitigazione delle fasce tampone agisce anche sull'inquinamento acustico. La vegetazione infatti possiede la capacità di deviare, assorbire, riflettere e rifrangere il rumore con un'efficienza variabile a seconda del disegno di impianto e delle specie vegetali utilizzate. Quest'ultimo fattore in particolare condiziona l'effetto schermante in ragione della forma e della persistenza del fogliame, dell'elasticità e della distribuzione dei rami, della lunghezza del picciolo e dell'anatomia della superficie fogliare.
La combinazione di terrapieni con vegetazione permette di ottenere dispositivi antirumore particolarmente efficaci. I fusti e le fronde delle piante contrastano infine la diffusione dell'inquinamento acustico, anche se per ottenere effetti significativi occorrono alte densità d'impianto e un notevole sviluppo in larghezza delle bande boscate rispetto alla fonte rumorosa.
La caratteristica principale di una fascia tampone lungo un confine stradale è la sua struttura scalare, risultante dalle distanze di rispetto già discusse nella Seconda parte: una o due file di arbusti o alberelli lungo il confine stradale, da una a cinque file di ceppaie o capitozze, due file di alberi ad alto fusto, seguite da una fila di ceppaie o capitozze miste ad arbusti sul lato delle coltivazioni.
Foto 1: La funzione d'intercettazione dei nutrienti disciolti nelle acque di dilavamento
(Fonte foto: 2)
- Produzione di biomassa legnosa a scopo energetico e/o legname d'opera. L'argomento è stato trattato in dettaglio nella Seconda parte.
- Lotta biologica nei pressi di colture condotte con metodo biologico. La funzione principale del filare adiacente coltivazioni quali frutteti o vigneti consiste nell'ospitare insetti antagonisti dei loro parassiti. Queste siepi si possono potare annualmente, in modo che le loro dimensioni rimangano contenute e non interferiscano con la crescita delle colture stesse o con l'esecuzione delle operazioni colturali. Per non compromettere l'efficacia della siepe nello svolgimento della propria funzione, la potatura va effettuata nei mesi di gennaio e febbraio.
Si riportano qui alcuni esempi di specie adatte alla lotta biologica:
• Il carpino bianco (Carpinus betulus) ospita fitoseidi diversi che possono migrare sulla vite ove controllano gli acari tetranichidi.
• Il nocciolo (Corylus avellana) ospita anch'esso fitoseidi diversi ed in particolare l'Amblyseius aberrans, agente di controllo degli acari tetranichidi.
• Il sambuco (Sambucus nigra) ospita l'afide Aphis sambuci, a carico del quale si sviluppano predatori e parassitoidi che poi migrano sulle colture.
• L'albero di Giuda (Cercis siliquastrum) ospita la Psylla pulchella e diventa quindi un serbatoio di antocoridi. - Zona rifugio per la fauna selvatica (5). I principali fruitori delle fasce tampone sono gli uccelli, che nidificano e traggono nutrimento. Occasionalmente, anche i pipistrelli possono trovare rifugio fra cavità e anfratti delle capitozze. I margini inerbiti delle siepi ospitano specie di interesse venatorio quali lepre e fagiano, ma anche ricci, utili insettivori da tutelare, e microfauna (anfibi, rettili ed insetti). In funzione di ciò, la vegetazione erbacea va gestita con tagli tardivi, mentre è auspicabile rispettare i ciglioni e le macchie di rovo. Quando le fasce tampone di molti appezzamenti adiacenti sono in contatto compongono un reticolo che favorisce la mobilità della fauna, evitando i fenomeni di isolamento genetico delle popolazioni confinate in aree ristrette circondate da un paesaggio antropizzato.
- Funzione mellifera: molte delle specie arbustive e forestali trattate nei due articoli precedenti producono polline e/o nettare durante alcuni periodi dell'anno. Il polline è molto importante perché costituisce il nutrimento delle giovani api, fondamentale per il loro sviluppo. All'inizio della primavera la presenza di specie con forte produzione di polline permette di fortificare l'alveare, che così arriva al periodo di produzione del miele con un elevato numero di api. Ricordiamo che nei due calcolatori inclusi negli articoli precedenti è possibile restringere la lista solo alle specie mellifere, in modo da ottimizzare questa funzione della siepe. Le siepi mellifere contribuiscono inoltre alla biodiversità degli insetti pronubi, da cui dipende la produttività di molte colture, quali ad esempio quelle da frutta.
- Prodotti eduli ed officinali. Molte specie arbustive e forestali sono vere e proprie bioraffinerie, in grado di produrre sia frutti commestibili che foraggio o parti specifiche (gemme, fiori, radici, corteccia) aventi proprietà medicinali. Queste ultime sono quindi in grado di diversificare il reddito agricolo, puntando sul mercato vegano-salutista. Ricordiamo che nei due calcolatori inclusi negli articoli precedenti è possibile restringere la lista solo alle specie eduli/officinali, in modo da ottimizzare questa funzione della siepe. Ove le condizioni pedoclimatiche lo consentono, le specie del genere Quercus (faggio, rovere, roverella, quercia, leccio), così come il nocciolo, il pioppo ed il tiglio, sono adatte anche per la produzione tartuficola e di funghi simbionti (porcini). Per tali scopi è necessario acquistare piante micorrizate.
- Effetto frangivento. Un reticolo di siepi influenza alcuni parametri fisici dell'ambiente agrario essenzialmente agendo da frangivento, ossia filtrando le masse ventose smorzandone la velocità, mediamente, tra il 30 e il 50%, soprattutto nello strato più vicino al suolo.
I benefici sono: minori danni da vento sulle colture; minor erosione eolica del suolo; minor disturbo agli insetti impollinatori; intercettazione dei semi di erbe infestanti a disseminazione anemocora; minor traspirazione dalle foglie in condizioni di elevata temperatura e vento, con incremento degli accrescimenti; minor evaporazione dell'acqua dal suolo. - Miglioramento del paesaggio e del territorio. La vegetazione, in particolare lungo i corsi d'acqua o su terreni con pendenza, può svolgere numerose altre specifiche funzioni d'interesse generale, quali:
• difesa dall'erosione delle sponde e dei pendii;
• regolazione dei deflussi idrici in caso di piena;
• filtro e deposizione del materiale trasportato dalla corrente;
• regolazione degli habitat acquatici e ripariali.
La vegetazione lungo i corsi d'acqua riduce l'erosione spondale, rallentando la velocità della corrente e consolidando il suolo con gli apparati radicali. La capacità di consolidamento delle sponde e dei versanti (soggetti ad erosione diffusa) varia in funzione delle specie, ed in particolare del portamento e delle caratteristiche dell'apparato radicale: gli alberi con grossi fusti rigidi offrono maggiore resistenza al deflusso rispetto ad arbusti o giovani alberi in grado di flettersi. La vegetazione riparia, rallentando la corrente, favorisce la laminazione delle acque durante gli eventi di piena, immagazzinandole nel suolo per infiltrazione e rilasciandole successivamente in modo graduale quando il fenomeno cessa, regolando così i deflussi. La funzione di filtro operata dai fusti consiste anche nel trattenere il materiale flottante trasportato dalla corrente, talora anche di grandi dimensioni come alberi sradicati e massi, e nel favorire la sedimentazione di quello in sospensione (sabbie, limi, rifiuti), riducendo la velocità della corrente. L'ombreggiamento evita l'eccessivo riscaldamento dell'acqua e la proliferazione di alghe, che potrebbe comportare fenomeni di esaurimento dell'ossigeno (zone morte). - Assorbimento e stoccaggio della CO2 atmosferica. Questo argomento è stato trattato nel dettaglio nell'articolo I contributi Pac 2022 per la carbonicoltura.
- Funzioni turistico-ricreative. Alcune esperienze (1, già citato) dimostrano che filari, siepi e boschetti possono contribuire allo sviluppo di attività turistico-ricreative, con immediate ricadute economiche. Fra queste si citano l'agriturismo, in cui la produzione mellifera, i frutti eduli, i funghi e i tartufi possono integrare l'offerta dei prodotti aziendali; l'escursionismo, in particolare l'equitazione e il cicloturismo su percorsi segnalati; l'attività faunistico-venatoria, con habitat e zone di rifugio create per la riproduzione della fauna cacciabile; ed infine l'educazione ambientale, con iniziative svolte da scuole, associazioni e istituti di formazione.
La progettazione delle fasce tampone
La progettazione delle fasce tampone è un processo complesso che richiede il coinvolgimento di un dottore agronomo o forestale per valutare una serie di fattori: scopi produttivi, vincoli ambientali, paesaggistici, stradali, caratteristiche pedoclimatiche del posto, ampiezza della fascia necessaria per ottenere gli effetti desiderati, piano di preparazione del terreno, concimazioni e pacciamatura.
A titolo d'esempio riportiamo i quattro modelli di fascia tampone aventi scopi primari diversi: produttivo, disinquinante, paesaggistico e per l'incremento della biodiversità.
Essi sono stati sperimentati da Veneto Agricoltura per la mitigazione del passante di Mestre (chi è interessato può trovare le descrizioni dettagliate e gli schemi di impianto nel punto 3, già citato).
Nel modello di tipo produttivo la priorità nella selezione delle specie è stata assegnata a quelle a più rapido accrescimento e capacità di ricaccio per potenziare la produzione di cippato.
Il modello di tipo disinquinante si caratterizza per la scelta di specie a rapido accrescimento e mira ad ottimizzare i tempi con i quali la banda boscata possa fungere da barriera di protezione alla matrice retrostante nei confronti di potenziali agenti inquinanti. Permangono fasce con governo a ceduo per produzione di biomassa, ma, rispetto al precedente, il modello si arricchisce di fasce ecotonali ad alta densità e di specie morfologicamente adatte all'intercettazione di particolati durante la fogliazione.
Nel modello dimostrativo di tipo paesaggistico l'obiettivo principale è rappresentato dall'effetto mascheramento della fascia boscata rispetto alla struttura autostradale. Si prediligono dunque le specie sempreverdi (leccio), accostate al carpino, che conserva il suo fogliame secco durante tutto l'inverno.
Nelle fasce tampone per l'incremento della biodiversità vanno coltivate esclusivamente specie legnose autoctone coerenti alle peculiarità della stazione in relazione alle loro caratteristiche funzionali (autoecologia ed ecofisiologia della specie) e ai rapporti di competizione interspecifici.
Bibliografia consigliata
(1) Paolo Mancin, Elena Anselmetti; Le fasce tampone vegetate riparie arbustive-arboree: Realizzazione e gestione, Regione Piemonte Settore Tutela delle Acque.
(2) Loris Agostinetto e Roberto Fiorentin; Monterosso: Sistema dimostrativo di siepi campestri realizzate con specie forestali autoctone, Progetto didattico-ambientale n° 6; Veneto Agricoltura.
(3) F. Correale Santacroce, C. Dalla Valle, A. Rizzi; Fasce tampone boscate lungo le arterie viarie; Veneto Agricoltura Azienda Regionale per i settori Agricolo, Forestale e Agro-Alimentare - Settore Attività Forestali (2011).
(4) Alessandro Pasini; Come aumentare la biodiversità in frutticoltura attraverso le "infrastrutture verdi"; Diapositive del corso a distanza organizzato da Veneto Agricoltura "Frutticoltura biologica" - 13, 20, 27 gennaio e 3 febbraio 2022.
(5) Cristina Dalla Valle, Siepi e fauna selvatica; Opuscolo del Centro Vivaistico e per le Attività Fuori Foresta, Veneto Agricoltura.