Se il petrolio è da sempre considerato l'oro nero, oggi l'acqua è di fatto il nuovo "oro blu".

 

Tra tutte le risorse essenziali l'acqua è tra le più importanti. Eppure, non è una risorsa illimitata: degli 1,4 miliardi di chilometri cubi presenti al Mondo, solo lo 0,003% è effettivamente disponibile, se non consideriamo il possibile effetto negativo dei cambiamenti climatici in corso che potrebbe incidere negativamente su questa percentuale.

 

In occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua (22 marzo), il tema del consumo idrico è protagonista della quinta puntata di Global Trends, il format di BKT dedicato alle grandi tematiche legate all'agricoltura.

 

Il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell'Acqua istituita dalle Nazioni Unite nel 1992

Il 22 marzo si celebra la Giornata Mondiale dell'Acqua istituita dalle Nazioni Unite nel 1992

 

L'agricoltura - prima utilizzatrice della risorsa - ne è fortemente influenzata dalla disponibilità. Secondo i dati Fao l'utilizzo dell'acqua nel settore è destinato ad aumentare esponenzialmente nei prossimi anni per soddisfare i bisogni produttivi di una popolazione in costante crescita.

 

L'unione fa la forza

Occorre prepararsi fin da subito per riuscire a utilizzare l'acqua in modo intelligente e sostenibile e lo sforzo, che deve essere collettivo, è necessario che vada oltre il solo comparto agricolo.

 

"Solo attraverso un'ampia collaborazione tra istituzioni, governi, università e professionisti del settore si potrà ottenere un reale cambiamento per un uso più efficace della risorsa idrica" spiega il primo ospite Nicholas Brozovic, direttore del Water for Food Global Institute (Dwfi) dell'Università del Nebraska, che aggiunge "lavoriamo molto anche attraverso la comunicazione e l'educazioneil primo passo verso un cambiamento diffuso è sensibilizzare gli agricoltori e i professionisti del settore sulla necessità di adottare metodi innovativi per la gestione dell'acqua".

 

Un nemico invisibile

La crescente salinizzazione dell'acqua e del suolo è l'altro importante fenomeno - strettamente legato ai cambiamenti climatici - con cui l'agricoltura dovrà fare i conti nei prossimi anni.

"Attualmente ci sono decine di milioni di agricoltori che soffrono di un aumento della salinità nell'acqua e nel suolo. Un problema che non migliorerà affatto in futuro, anzi, entro il 2050 si stima che la metà dei terreni agricoli fertili saranno salinizzati" avvisa il secondo ospite Zac Gazit, ceo di Alvátech, Azienda che offre soluzioni avanzate, ecocompatibili e altamente efficaci per il trattamento dell'acqua.

 

In questo caso la tecnologia può attivamente intervenire per mitigare, come racconta Gazit. "In Alvátech abbiamo ideato una tecnologia sostenibile che non danneggia l'ambiente e che permette di utilizzare acqua salinizzata per irrigare le colture e allo stesso tempo ridurre la salinità del suolo durante il processo".

 

L'acqua trattata si infiltra facilmente nel terreno, ne migliora la permeabilità e aumenta la capacità delle piante di assorbire i fertilizzanti

 

L'acqua trattata con il sistema ActiveWater di Alvátech permette, infatti, di rompere - dissociandoli nei componenti ionici - gli strati di sale che si formano sul terreno durante l'irrigazione, in modo che l'acqua possa raggiungere l'apparato radicale delle colture negli stati più profondi del terreno.

 

Un problema globale

La sicurezza idrica, e di conseguenza alimentare, è una tematica legata in particolare alle aree geografiche caratterizzate da situazioni di carenza idrica dovuta all'assenza di fonti come fiumi o laghi.

La zona del Golfo - Bahrein, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti - ne è un esempio: qui l'introduzione di pratiche innovative, come il riutilizzo delle acque reflue trattate, può compensare la naturale carenza d'acqua e migliorare la qualità delle produzioni.

 

"Gli Stati del Golfo producono più di 11 miliardi di metri cubi di acque reflue ogni anno. Circa l'80% di questi viene trattato e solo la metà viene riutilizzata più che altro per scopi paesaggistici" spiega il terzo ospite, Asad Qureshi, senior scientist presso l'International Centre for Biosaline Agriculture (Icba).

Il progetto dell'Icba mira ad individuare soluzioni per utilizzare le acque reflue per la produzione di colture in maniera del tutto sicura. L'utilizzo di queste acque in ambito agricolo potrebbe essere un punto di svolta per il comparto non solo locale ma anche globale.

 

Tuttavia, numerosi sono gli ostacoli da superare - quattro i principali - come spiega Qureshi: "Ci sono leggi severe sull'utilizzo di questa risorsa in agricoltura, specialmente per le colture alimentari. I costi di trattamento dell'acqua sono molto alti e vi è una carenza infrastrutturale che non facilita il trasporto delle acque trattate dagli impianti ai campi. Infine, non si può ignorare, una certa resistenza culturale".

 

Dal Golfo all'Europa

Anche il Vecchio Continente nell'ultimo periodo sta correndo ai ripari in vista di un futuro non molto roseo per la disponibilità idrica. Sviluppare una gestione efficiente dell'acqua nelle operazioni agricole è di fatto un obiettivo da raggiungere per garantire la produzione futura.

 

"In questo periodo di transizione dove l'approccio all'utilizzo delle risorse naturali è in costante evoluzione, non si può parlare solo di acqua, ma anche di energia, cibo, ambiente. Occorre ragionare e agire considerando tutti questi ambiti" commenta l'ultimo ospite, Adriano Battilani, segretario generale dell'Associazione Irrigants d'Europe.

 

Battilani illustra quali sono i passi necessari per rendere possibile questa transizione verso un utilizzo più efficiente e sostenibile delle risorse: "Fondamentale è la tecnologia, ma questa non basta, occorrono anche le capacità e la formazione per utilizzarla. Servono infrastrutture adeguate, incentivi efficaci e, soprattutto, occorre sensibilizzare gli agricoltori sulle opportunità reali di migliorare l'efficienza dell'utilizzo dell'acqua nelle loro operazioni".