In futuro chi e come produrrà il cibo? In che modo cambierà la figura dell'agricoltore? A questa e altre domande hanno tentato di rispondere alcuni esperti ospiti della terza puntata del format Global Trends di BKT. Trasmesso su BKT Network lo scorso 18 gennaio e visibile in questa pagina, l'episodio ha affrontato il tema del passaggio generazionale, sempre più necessario in agricoltura.

Stime indicano che nei prossimi 15 anni un terzo degli agricoltori - la cui età media è di cinquanta sessanta anni nel mondo sviluppato - andrà in pensione. A sostituire gli operatori più anziani ci sono però sempre meno giovani, che faticano ad entrare nel settore a causa di molteplici ostacoli e barriere.

Giovani e tecnologie per un futuro migliore

"All'inizio della carriera, le nuove generazioni hanno difficoltà a ottenere fondi per investire e per acquistare terreni" spiega Matthew Tilt, giornalista della rivista inglese Farm Contractor and Large Scale Farmer. "Inoltre, generalmente l'agricoltura presenta stipendi più bassi rispetto ad altri comparti. Per questo, ingredienti fondamentali per chi vuole lavorare nei campi sono la passione e la voglia di costruire un'attività".

Pur essendo un processo complesso, il ricambio generazionale è cruciale per migliorare la competitività nel lungo periodo e garantire una produzione alimentare sostenibile. Secondo Diana Lenzi, presidente del Ceja, "bisogna offrire ai giovani la formazione e gli strumenti giusti per permettere loro di costruirsi un futuro nel settore. In particolare, è fondamentale fornire supporto ai nuovi arrivati all'inizio, quando i costi sono maggiori. Il Ceja promuove il passaggio generazionale portando agricoltori di ogni età al tavolo decisionale".

Una cosa è certa: gli aspiranti agricoltori dovranno conoscere le tecnologie e i processi digitali. "Occorre che le nuove generazioni siano preparate in ambito tecnologico" afferma Scott Downey, professore alla Purdue University (Stati Uniti) e direttore del Center for Food and Agricultural Business. "Nei prossimi anni, l'analisi e l'utilizzo dei dati saranno sempre più centrali in agricoltura, determinando i processi decisionali di aziende grandi e piccole".

A rappresentare i giovani all'evento c'era Giorgia Scaglia, communication specialist dell'Azienda Agricola Scaglia, situata nel Nord Italia. "Fondata dal mio bisnonno nel 1931, l'impresa è ora gestita da mio padre, dai miei zii e in futuro passerà a me, mia sorella e i miei cugini" racconta Scaglia. "A differenza della generazione che ci precede, noi abbiamo avuto l'opportunità di studiare e capire l'importanza delle nuove tecnologie e metodologie. Dunque possiamo portare in azienda approcci inediti implementando un'agricoltura high tech".