Se la revisione delle macchine agricole fosse un libro, potremmo intitolarlo "La storia infinita". Il prologo della vicenda riguardante la meccanica agricola italiana risale a quasi dieci anni fa, ma l'epilogo ancora non è ancora stato scritto e, probabilmente, non sarà noto neanche entro la prossima scadenza: il 30 giugno 2021.
 

L'ultimo capitolo

Dopo il lungo standby imposto dall'emergenza coronavirus, è in scadenza il termine per revisionare trattrici e macchine operatrici immatricolate prima del 1984. Ma, per ora, regna la confusione: le condizioni indicate dal decreto interministeriale del 28 febbraio 2019 n. 80 non sono state risolte e il Mit - ora denominato Mims, ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili - sta ancora decidendo quale sarà il destino della revisione, cruciale per mettere in sicurezza l'obsoleto parco macchine nazionale.
 
L'intenzione del Mims sembra quella di spostare l'entrata in vigore del decreto del 2015 al primo gennaio 2023 con conseguente avvio delle prime revisioni nel 2025 o 2026. Al contrario, la proposta dell'Inail prevede solo una modifica al calendario (allegato 1 del decreto 2015) così da poter partire già nel 2023. C'è un'unica certezza, per procedere con i controlli serve il famigerato decreto attuativo che - atteso da ben sei anni - sembra essere pronto ma chiuso in un cassetto del Mims.

Ad informarci dell'attività dei ministeri è Federacma che - pronta a supportare le officine intenzionate a effettuare le revisioni - già lo scorso 12 maggio chiedeva al Governo di fare tutto il necessario per non rimandare ancora. In vista del 30 giugno 2021, la Federazione dei commercianti di macchine agricole - insieme a Uncai - ha scritto una lettera aperta ai politici e alla stampa per chiedere, quale obbligo morale, l'emanazione del decreto attuativo.
 

La sicurezza? Non può più attendere

Un gruppo, creato dall'ex direttore generale della motorizzazione Sergio Dondolini, ha lavorato sul testo del decreto volto a definire le parti dei mezzi da revisionare, i soggetti revisori, le attrezzature necessarie per i controlli e le caratteristiche delle officine autorizzate. Pare ne sia nata una bozza nella seconda metà del 2020 di cui ad oggi non si ha traccia.

Se da un lato urge rendere operativa la revisione per tutelare la sicurezza di tutti, dall'altro appare evidente che la scadenza del 30 giugno 2021 verrà bucata e, senza decreto attuativo con relative proroghe, dal primo luglio gli operatori circolanti su strada con trattrici non revisionate sarebbero paradossalmente passibili di sanzioni e sequestri delle macchine. "La mancata emanazione del decreto comporterebbe rilevanti costi umani, professionali, sociali e - sottolineano Federacma e Uncai - potrebbe produrre una procedura d'infrazione per inosservanza della direttiva 2014/45/CE (recepita in Italia con il decreto 19/5/2017)".

Nel frattempo, i dati sullo stato di adeguamento dei trattori ai requisiti minimi di sicurezza previsti dal decreto legislativo 81 del 2008 (pubblicati dall’Ispesl e poi aggiornati dall’Inail) fotografano un parco macchine italiano composto per oltre l'80% da trattori ultraventennali, di fatto "luoghi di lavoro" ad alto rischio per gli agricoltori.
 

2013-2015: la revisione è nel limbo

Ma, per meglio comprendere l'urgenza espressa da Federacma e Uncai, dobbiamo ripercorrere la travagliata storia della revisione:
  • 2012: il decreto Sviluppo dl 179 dell'ottobre 2012 convertito in legge il 31 dicembre dello stesso anno, modifica e integra l'articolo 111 del Codice della strada e rende la revisione dei mezzi agricoli (in primis di quelli immatricolati prima del primo gennaio 2009) obbligatoria in Italia a partire dal primo gennaio 2014.
  • 2013: a gennaio il provvedimento della revisione che riguarda circa 2.5 milioni di trattori ed è, tutto sommato, ben accolto da molti addetti ai lavori. Sandro Liberatori, direttore di Enama, dichiara in quest'articolo: "Si tratta di una questione che avrebbe dovuto essere affrontata da tempo e presenta aspetti positivi come un parco macchine più sicuro e meglio gestito". Ma emergono, fin da subito, possibili problematiche legate all'attuazione dei controlli sui mezzi.
  • 2014: arriva a gennaio - con la legge Milleproroghe del dicembre 2013 - la prima di una lunga serie di proroghe. La definizione dei decreti attuativi è posticipata al 30 giugno 2014 e l'avvio della revisione al primo gennaio 2015. Per supportare il Mit e il Mipaaf nella definizione dei decreti attuativi, contenenti le procedure, le tempistiche, le modalità delle revisioni e i criteri per l'accertamento dei requisiti minimi di idoneità per le macchine, un gruppo costituito da Enama con diverse associazioni della filiera lavora a un documento tecnico. Anche il termine del primo gennaio 2015 viene bucato.
  • 2015: un'ulteriore proroga - emanata a ridosso della scadenza - sposta sia la pubblicazione dei decreti attuativi al 30 giugno 2015 sia l'inizio delle attività di controllo sulle macchine al 31 dicembre 2015, destando la preoccupazione di FederUnacoma e suscitando la disapprovazione delle associazioni dei contoterzisti e dei commercianti. In quest'articolo, la reazione di Unacma all'epoca.
 

Il primo decreto riaccende le speranze

I continui rinvii gettano il settore nello sconforto, quando inaspettatamente arriva la pubblicazione del primo decreto attuativo del 20 maggio 2015 in Gazzetta Ufficiale n. 149 del 30 giugno 2015.
L'entrata in vigore del provvedimento è confermata per il 31 dicembre 2015 e nel decreto attuativo sono definiti la periodicità quinquennale della revisione, le tipologie di macchinari da revisionare (trattori, rimorchi, macchine operatrici semoventi a due o più assi e definite nell'art. 58 del Cds), i luoghi di controllo e le scadenze per le diverse categorie di mezzi.
 
Bene, ma non benissimo. Il secondo decreto attuativo (a tutt'oggi atteso) che dovrebbe chiarire le modalità di esecuzione della revisione non arriva. Mit, Mipaaf e Inail si confrontano con le associazioni Confagricoltura, Cia, Coldiretti, Copagri, Unima, Confai, FederUnacoma, Unacea e Unacma durante un incontro tecnico tenutosi a luglio 2015 per provare a definirlo entro la fine dell'anno. Il 24 dicembre 2015, Enama invia al Mipaaf un documento sulla revisione condiviso da tutte le associazioni della filiera facenti parte di Enama. Non accade nulla fino a febbraio 2016 quando l'ennesimo Milleproroghe sposta al 30 giugno 2016 il termine per l'emanazione del secondo decreto. A questo punto i mezzi interessati sono oltre 1 milione e 600mila.
 

Secondo decreto, una lunga attesa

Il settore si interroga: Chi deve gestire la revisione? La motorizzazione e soggetti terzi privati? E poi, quali sono gli elementi da controllare? Cosa succede ai mezzi agricoli modificati senza il conseguente aggiornamento della carta di circolazione? In quest'articolo il presidente di Unacma Roberto Rinaldin fa il punto della situazione.

Nel frattempo arriva l'estate 2016, a giugno però il decreto non si vede. A quanto pare ci sono divergenze su alcuni punti, non riguardanti aspetti tecnici, tra MitMipaaf. A delinearsi è l'ipotesi che il Mit si occupi degli aspetti legati alla circolazione stradale e l'Inail verifichi quelli riferiti alla sicurezza. "L'istituto potrà, qualora necessario, incaricare dei controlli soggetti pubblici e privati accreditati... Intanto, a fianco di Unacma, ha già avviato percorsi formativi rivolti a concessionarie e officine"commentava per Agronotizie Vincenzo Laurendi, esperto dell'Inail.

Passa un altro anno e a luglio 2017 la scadenza di fine anno per revisionare le macchine immatricolate ante 1973 si avvicina. In un'intervista a Maurizio Vitelli, allora direttore generale della motorizzazione, apprendiamo che il Mipaaf, ricevuto il decreto definito dal Mit, ha richiesto un concerto sulle modalità di esecuzione della revisione. La revisione sembra quindi essere ferma per un cavillo burocratico irrisolto che, si vocifera, potrebbe mascherare la volontà di rimandare la revisione.

Il termine del 31 dicembre 2017, neanche a dirlo, passa senza colpo ferire e, questa volta, non se ne occupa nemmeno il classico Milleproroghe di fine anno. Ad inizio 2018 il settore vive una "proroga informale" che pone i proprietari di trattori ricadenti nella prima tranche di mezzi da revisionare, a rischio sanzioni. È il paradosso. Intanto, alla lista dei mezzi da sottoporre a revisione, si aggiungono quelli immatricolati dal 1974 al 1990: si stima una cifra di 850mila unità da controllare entro il 31 dicembre 2018.
 

Tutto pronto,  ma poi...

Non accade nulla fino ad Eima 2018. Durante la fiera l'allora ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio - sollecitato da FederUnacoma - dichiara: "Sul fronte della revisione contiamo di arrivare in tempi brevi ai decreti attuativi. Spero si possa chiudere entro l'anno". E, a fine 2018, pare che Mit e Mipaaf, trovata finalmente un'intesa, siano pronti a firmare il decreto rivisto.

Ma il 2019 non segna l'happy ending. Dopo l'idea, subito scartata, di una revisione onnicomprensiva unificata per tutti i settori, nasce l'ipotesi di una versione "light" che preveda solo il controllo dei componenti indispensabili (freni, luci e roll bar). A marzo 2019, Sergio Dondolini e Sergio Scavone del Mit ci spiegano che non è stato pubblicato nulla perché la bozza del decreto attuativo è ancora in via di definizione.

Ed ecco che il cerchio si chiude: il 28 marzo 2019 la pubblicazione del decreto interministeriale del 28 febbraio 2019 n. 80 introduce nuove scadenze per mettere una pezza alla questione multe e ritiro del libretto, prevede il controllo quinquennale dei trattori immatricolati dopo il primo gennaio 2019 e definisce le scadenze del 30 giugno 2021 per i mezzi immatricolati fino a dicembre 1983, del 30 giugno 2022 per quelli immatricolati dal 1984 al 1995 e del 30 giugno 2023 per quelli immatricolati tra il 1996 e il 2018. Inoltre, prevede il controllo quinquennale dei trattori immatricolati dopo il primo gennaio 2019.
 
Nonostante a fine 2019 sia stato chiuso un documento che definisce la fattibilità tecnica della revisionenel 2020 non si è mosso nulla. Ora, a giugno 2021, siamo prossimi all'ennesima scadenza che, con buona probabilità, verrà nuovamente bucata.

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