La meccanizzazione agricola italiana ha già superato momenti difficili ed ora si trova ad affrontare un periodo davvero particolare. Inaspettatamente, nel primo trimestre 2021 la domanda è cresciuta ad un ritmo che non si registrava da anni e che mette parzialmente in difficoltà il comparto che, per varie ragioni, non sempre tiene il ritmo degli ordini.

I costruttori, infatti, si scontrano con problemi legati alla catena di fornitura e alle materie prime, ma anche con i rallentamenti della produzione dovuti all'assenza di personale per il coronavirus. Una possibile soluzione, per permettere il completo ritorno alla normalità, è l'avvio delle vaccinazioni nelle aziende sul territorio.
   

Più sicurezza sul lavoro

L'idea di attivare punti vaccinali per i lavoratori si è concretizzata con la firma del Protocollo per i piani aziendali di vaccinazione il 6 aprile 2021 e con la pubblicazione della circolare interministeriale del 12 aprile 2021, che contiene il documento "Indicazioni ad interim per la vaccinazione anti-Covid-19 nei luoghi di lavoro". Si tratta di un testo elaborato da Inail, ministeri del Lavoro e della Salute, conferenza delle regioni e delle province autonome, struttura di supporto alle attività del commissario straordinario Figliuolo e approvato l'8 aprile 2021.

Una volta chiarite le regole con provvedimenti regionali, la partenza delle vaccinazioni dei lavoratori (anche collaboratori autonomi) dovrebbe - si legge nel protocollo - "contribuire ad accelerare la capacità vaccinale, garantire la prosecuzione delle attività commerciali e produttive sul territorio, accrescere il livello di sicurezza dei luoghi di lavoro". L'iniziativa è stata ben accolta dalle imprese: sono 7.500 le aderenti alla campagna vaccinale promossa da Confindustria.

Secondo una ricerca condotta dall'Aidp tra 323 manager, oltre il 55% dei direttori del personale si è detto disponibile ad attivare un centro vaccinale in azienda e il 17% sta valutando l'ipotesi. Il 48% degli interpellati intende vaccinare dipendenti e familiari, il 38% solo i dipendenti, il 5% anche il personale di imprese partner e circa il 9% pensa di fornire il servizio ai residenti sul territorio (Fonte: Il Sole 24 Ore). Alcune aziende si sono già organizzate e 732 siti sono già accreditati come hub vaccinali dal commissario Figliuolo (Fonte: Il Sole 24 Ore).

Chiaramente, il successo dell'iniziativa dipende dalla disponibilità dei vaccini - forniti dall'Asl di riferimento - e dalla capacità organizzativa delle imprese che possono avvalersi di spazi e medici aziendali oppure rivolgersi alle strutture sanitarie dell'Inail o a quelle private, stipulando convenzioni. Sempre dalla ricerca dell'Aidp emerge che il 39% delle aziende ha ambienti adeguati, il 42% sta decidendo come muoversi e il 19% non possiede strutture adatte.
In ogni caso, le imprese dovranno fare i conti con la gestione dei costi (il 48% è disposta a sostenerli), la programmazione delle attività lavorative e delle ferie in base alle vaccinazioni, la registrazione informatica delle inoculazioni.
 

Meccanica agricola, pronta a partire

Si stanno preparando a vaccinare il personale dei vari stabilimenti sia i costruttori di trattori come i Gruppi CNH Industrial e SDF - che finora ha dato la possibilità ai dipendenti di effettuare test sierologici, antigenici e molecolari in azienda - sia i produttori di attrezzature e sollevatori come Maschio GaspardoMerlo.

"Il management di CNH, spinto dalla volontà di partecipare proattivamente al piano nazionale, ha deciso - spiega Francesco Polsinelli, corporate communications Europe media relations manager del Gruppo - di creare centri vaccinali interni. Stiamo preparando un piano vaccinale coerente con le linee guida che forniranno le regioni e, in attesa delle conferme di fattibilità, abbiamo iniziato a predisporre tutto".
Intenzionato a vaccinare, almeno per ora, i dipendenti seguendo il criterio dell'età, il Gruppo attrezzerà spazi dedicati con l'aiuto del personale sanitario interno, possibilmente coadiuvato da medici e infermieri esterni. "L'azienda si farà carico di tutte le spese, ad eccezione di quelle per i vaccini" sottolinea Polsinelli.

Al via le vaccinazioni anche in Maschio Gaspardo, una delle prime aziende a parlare dell'iniziativa con Confindustria. "Sulla base delle richieste ricevute, sappiamo che l'iniziativa è gradita dal personale" fa sapere Caterina Zambianchi, responsabile comunicazione del Gruppo. "Ci auguriamo di poter aumentare il benessere dei dipendenti, incoraggiando un progressivo ritorno alle modalità operative pre Covid-19 anche per chi finora è stato in smart working".
La casa padovana, che ha spazi adeguati nei suoi siti, si affiderà al proprio centro di medicina del lavoro per la gestione delle inoculazioni. "Intendiamo procedere per stabilimenti, vaccinando tutti i dipendenti aderenti alla campagna" specifica l'azienda. "Abbiamo già richiesto le dosi per il personale, tenendo conto di chi si è già vaccinato".

Merlo vaccinerà i suoi 1.440 dipendenti ed eventualmente anche le loro famiglie. Il presidente Amilcare Merlo afferma: "Non sappiamo ancora quando partiranno le inoculazioni in azienda, ma siamo pronti a farle in qualsiasi momento. L'operazione sarà gratuita per i collaboratori e rappresenterà un momento di lotta comune al Covid-19. Lavoriamo in questa direzione da mesi, ancora prima che i vaccini arrivassero sul mercato". Per il fondatore dell'azienda cuneese, è necessaria la collaborazione di tutti per ripartire una volta per tutte (Fonte: Targatocn.it).
 

Vaccinazione in azienda: working in progress

Se alcuni costruttori sono già partiti, altri potrebbero farlo presto. Probabilmente, quando l'iter da seguire per le vaccinazioni in azienda sarà più chiaro, anche altre imprese che producono macchinari agricoli in Italia si attiveranno.

All'interno di Argo Tractors - che l'anno scorso ha sanificato tempestivamente gli ambienti dove nascono i trattori Landini, McCormick e Valpadana - le valutazioni sono in corso, come riferisce il direttore marketing Antonio Salvaterra.
Anche il management di AGCO ha dato la sua disponibilità, ma è in attesa di ulteriori indicazioni da parte di Confindustria per capire cosa fare nella fabbrica di Breganze (Vi), culla delle Ideal e di altre macchine da raccolta.
 

Una soluzione non per tutti

Driver di successo per le aziende con grandi stabilimenti e tanti lavoratori, la creazione di centri vaccinali perde di senso nel caso delle filiali commerciali di alcuni Gruppi - come Kubota - con pochi dipendenti. Secondo le indicazioni fornite finora, l'azienda deve avere una popolazione lavorativa "sufficientemente numerosa", oltre che un'organizzazione adeguata per presentare il piano vaccinale all'Asl.

Con circa trenta persone nel suo staff, KUHN Italia si è informata sull'iniziativa, ma - precisa il marketing manager Paolo Cera - "ha deciso di non procedere oltre, considerando più opportuno partecipare al piano nazionale, anche perché la procedura da seguire è abbastanza complessa".

Questo articolo appartiene alle raccolte: