"Seeding the future of sustainable farming. Advanced farm machines & solutions to deliver on the european Green deal". Questo il titolo del Cema Summit 2021, il primo incontro virtuale organizzato dal comitato europeo dei costruttori di mezzi agricoli lo scorso 14 aprile per evidenziare il ruolo cruciale delle ultime macchine e tecnologie nel futuro dell'agricoltura in Europa.

Durante cinque sessioni live partecipate da oltre cinquecento auditori, trenta relatori - rappresentanti di agricoltori, produttori di mezzi agricoli, decisori europei e altri stakeholder - hanno affrontato diversi temi, dalla politica europea alle ultime tendenze della meccanizzazione agricola.

"Con l'introduzione del Green deal europeo, oggi occorre - afferma Thierry Krier, presidente del Cema e ceo di KUHN - sostenere gli operatori nell'adozione di pratiche di precision farming e tecnologie digitali. I costruttori faranno la loro parte proponendo soluzioni innovative, ma l'Ue dovrà concepire misure adeguate alle realtà del settore e iniziative di sostegno efficaci".
 

L'Europa incentiva l'agricoltura green

Il Green deal, le strategie Biodiversità e Farm to fork - che prevede la riduzione entro il 2030 dell'uso di agrofarmaci del 50%, di fertilizzanti del 20% e la vendita di antibiotici per gli animali da allevamento del 50% - dell'Ue, fissano obiettivi ambiziosi per produrre alimenti sani a prezzi accessibili tutelando l'ambiente. Ad esse si aggiunge la nuova Pac, in fase di definizione, che rafforzerà la sostenibilità e la resilienza dell'agricoltura europea.
"Siamo di fronte ad un'enorme sfida e abbiamo bisogno di tutti per abbracciare il cambiamento" dichiara Frans Timmermans, executive vice president della Commissione europea. "Questa trasformazione comporta dei rischi ma, se non facciamo nulla oggi, affronteremo problemi maggiori domani".

Per rispondere alle richieste dell'Europa serve, quindi, un cambio di passo"L'Europa - aggiunge Timmermans - deve offrire prospettive ai giovani per avvicinarli all'agricoltura e proteggere la redditività degli agricoltori per persuaderli a cambiare approccio. I produttori dovranno offrire macchine a ridotto impatto ambientale puntando su precision farming e agricoltura conservativa".
 

Obiettivi Ue, c'è molto da fare... insieme

Soluzioni avanzate per la transizione verde sono già disponibili, ma ancora piuttosto costose. "Gli agricoltori - sostiene Pekka Pesonen, segretario generale del Copa Cogeca - vogliono usare le nuove tecnologie, ma devono esserci le condizioni per investire. Solo tutelando il loro reddito, tutte le aziende agricole, grandi e piccole, potranno accedere alle ultime tecnologie".
 
Digital farming cruciale per un'agricoltura più sostenibile
Digital farming cruciale per un'agricoltura più sostenibile
(Fonte foto: Cema)

"Oggi l'Ue deve - sottolinea Mark von Pentz, president worldwide agriculture di John Deere - motivare agricoltori e contoterzisti a usare strumenti di raccolta dati per l'aumento della sostenibilità, ma anche della trasparenza dei processi e quindi della fiducia dei consumatori". Inoltre, le imprese necessitano di internet veloce nelle zone rurali e di un'assistenza adeguata per utilizzare correttamente i tool. Soprattutto quando devono prendere decisioni sulla riduzione degli input.

Si potrebbero fare passi avanti se - precisa raldine Kutas, direttrice generale di CropLife Europe - "operatori agricoli, costruttori e legislatori europei, si riunissero intorno a un tavolo per trovare soluzioni adatte alle sfide attuali". Dello stesso avviso anche Carlo Lambro, brand president di New Holland secondo cui "servono un approccio olistico e la promozione di un dialogo costruttivo tra tutti gli stakeholder".

Favorevole ad un coinvolgimento maggiore, Samuel Masse, presidente del Ceja, aggiunge che "oggi più che mai gli agricoltori necessitano di training per sviluppare nuove competenze come pure di nuovi strumenti per continuare a produrre alimenti di qualità. Ciò che conta è avere il supporto giusto al momento giusto".
 

I game changer? Trattori, ma anche droni

Soluzioni indicate per un'agricoltura più sostenibile sono le macchine con sistemi di precision farming e le trattrici ad alimentazione alternativa, ad esempio il T6.180 Methane Power di New Holland o il trattore elettrico di Monarch Tractor. 
 
New Holland T6.180 Methane Power a metano
New Holland T6.180 Methane Power a metano
(Fonte foto: New Holland)

Anche le vertical farm con coltivazioni di piante in idroponica "consentono - secondo André Loesekrug-Pietri, scientific director di Jedi - di ridurre l'uso di acqua e suolo. Mentre, strumenti IoT in grado di analizzare immagini permettono di diminuire le esigenze irrigue del 30% e l'impiego di fitofarmaci del 35%". Ottimizzano la difesa anche gli agrirobot con sensori e camere termiche che identificano parassiti o infestanti.

Altri tool promettenti sono i droni, capaci di ridurre l'uso di erbicidi del 50-80% identificando le colture che necessitano di interventi e le camere termiche, pensate per la localizzazione di parassiti senza l'uso di prodotti chimici.

In futuro sarà poi possibile usare immagini iperspettrali di satelliti per la mappatura globale dei suoli ed immagini acquisite da droni per individuare in tempo reale il sequestro di carbonio da parte delle colture. Giocheranno un ruolo chiave anche l'intelligenza artificiale - alimentata da nuovi set di dati - come pure il 6G (evoluzione del 5G) che rivoluzionerà la comunicazione garantendo una copertura ultra veloce ovunque.
 

Work in progress sui robot

Sempre affascinanti, i robot si stima quoteranno nel 2024 un mercato globale pari a 10.1 miliardi di dollari contro i 4.1 miliardi raggiunti nel 2018. Il decollo definitivo della robotica dipenderà dall'accertamento della sicurezza operativa, dal chiarimento delle responsabilità dei soggetti coinvolti e dall'adozione di regole comuni per lo sviluppo. Oggi, infatti, manca uno standard di riferimento (esiste solo lo standard Iso 18497, da revisionare).
 
Dati sul mercato globale dei robot agricoli
Dati sul mercato globale dei robot agricoli
(Fonte foto: Cema)

Capaci di lavori rischiosi, compiti ripetitivi e interventi mirati, i robot - spiega René Koerhuis, giornalista di FutureFarming - "permetteranno agli agricoltori di preoccuparsi meno, di raccogliere più dati di qualità e di ridurre i costi di manodopera". Non sono già all'opera nei campi perché sono piuttosto complessi, necessitano della supervisione da parte dell'operatore e non garantiscono ancora le stesse performance dei mezzi tradizionali.

A favorire la diffusione dei robot potrebbe essere l'impatto ambientale positivo, che però è ancora da valutare. Secondo Cédric Seguineau di Naio Technologies, "flotte di piccoli mezzi autonomi potrebbero sostituire i grandi macchinari riducendo il compattamento del suolo ed eseguendo il diserbo meccanico senza l'uso di input chimici. Il tutto presentando richieste energetiche ben diverse e raccogliendo dati preziosi".
 

Agricoltura più smart in tre mosse

Il successo futuro passa anche dall'interoperabilità, che permette la comunicazione tra macchine e piattaforme di diversi brand semplificando la vita dei gestori di flotte miste, e il data sharing. Aef - fa sapere Norbert Schlingmann - "sta lavorando sull'Isobus ad alta velocità e sulla Wireless in-field communication (Wic), nonché su una soluzione di connettività comune per ottimizzare lo scambio di dati".

Si muove anche la Commissione europea, che intende creare un mercato interno per i dati e spazi dati comuni per alcuni comparti cruciali. "Ancora da realizzare e supportato dal Programma digitale europeo, lo spazio comune per il settore primario - precisa Doris Marquardt della Dg Agri della Commissione europea - conserverà dati di alto valore rendendoli più facilmente accessibili agli agricoltori e creando una vera e propria agricoltura dei dati in Ue".
 
L'Ue punta alla creazione di un'agricoltura dei dati in Europa
L'Ue punta alla creazione di un'agricoltura dei dati in Europa
(Fonte foto: Dg Agri)

Tutto ciò non basta: bisogna anche ripensare i mezzi in termini di efficienza ecologica. Secondo Patrick Ole Noack della Hochschule Weihenstephan-Triesdorf, "occorre passare dal concetto di Total cost of ownership a quello di Total cost of environmental impact e concepire macchinari capaci di rispondere alle esigenze di piante e suolo, oltre che di supportare l'utente con funzioni autonome".

"Le grandi macchine sono state un successo, ma ora - aggiunge Wijnand Sukkel dell'Università di Wageningen - bisogna riprogettarle facendo sì che la tecnologia sia ispirata dall'ecologia, non più solo dall'agronomia".

Questo articolo appartiene alle raccolte: